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Firenze, corteo GKN: perché è importante esserci?

Insorgiamo

PERCHE’ SABATO E’ IMPORTANTE PARTECIPARE AL CORTEO NAZIONALE LANCIATO DAL COLLETTIVO DI FABBRICA GKN?

 

Ci sono tanti motivi per scendere in piazza.

C’è un gruppo di 500 persone con famiglia che resteranno senza lavoro. C’è l’impoverimento di un territorio, una comunità che rischia di sfilacciarsi, uno spreco immane di risorse, anche pubbliche.

Questo in realtà è quello che accade tutte le volte che chiude una fabbrica.

Perché in questo sistema economico, in cui tutto ruota intorno alla ricerca del profitto, e dunque al produrre sempre di più al minor costo, è inevitabile che sia così.

Il posto di lavoro diventa insieme una condanna in cui si è costretti a stare per campare– a volte a ferirsi e persino a morire –, e insieme una casa in cui si condividono gioie e dolori.

 

Noi vogliamo vivere la produzione in un altro modo, con leggerezza e insieme con la responsabilità di una cosa che ci appartiene, come un mezzo necessario a soddisfare i bisogni che avremo scelto collettivamente, e affrontare i cambiamenti tecnologici insieme, con serenità, senza lasciare indietro nessuno.

Ma oggi non è così.

Oggi la #GKN Driveline di Campi Bisenzio chiude perché qualche ricco sfondato che abita a migliaia di km di distanza possa guadagnare qualche milione in più di dividendi.

Una fabbrica che è produttiva, che potrebbe andare a produrre semiassi e componentistica per i mezzi pubblici di mezza Europa, chiude per un folle calcolo.

 

Se dunque nel tardo-capitalismo odierno questo massacro è già successo e succederà ancora, perché il 18 settembre è così importante?

 

Perché gli operai GKN non si sono limitati a difendere il loro posto di lavoro, ma sono stati costretti a difenderli tutti. E a contrattaccare.

La proprietà del fondo di investimento è infatti così sorda alle richieste dei lavoratori, che lo scontro si è spostato immediatamente sul piano POLITICO.

Se le volpi sono entrate nel pollaio è perché qualcuno ha lasciato la porta aperta in nome della libertà di mercato. Libertà di lucrare per loro, di morire di sfruttamento, miseria o solitudine per noi.

E’ contro la libertà di licenziare e chiudere o delocalizzare stabilimenti produttivi che gli operai GKN stanno puntando il dito, e invitano tutti e tutte noi a insorgere.

Gli operai puntano il dito sul Governo Draghi e sulle forze politiche che lo compongono. Pretendono un decreto d’urgenza che blocchi tutte le procedure di chiusura e licenziamento in atto, il tempo di discutere una legge che si basa su un principio semplice. Se decidi di licenziare, chiudere o delocalizzare uno stabilimento produttivo, magari dopo aver preso fondi pubblici, non puoi farlo, a meno che non cedi a terzi, ai lavoratori stessi o allo Stato, lo stabilimento e i posti di lavoro. Semplice. (qui gli 8 punti approvati dai lavoratori)

 

Quante delocalizzazioni, quanti ricatti, quanta disperazione, quanti suicidi, quanta desertificazione produttiva, quanta emigrazione avremmo evitato se ogni volta che una fabbrica ha chiuso avessimo applicato questo principio?

Quanto futuro potremmo costruire riconvertendo alla mobilità sostenibile, alle produzioni veramente utili, l’enorme patrimonio industriale, di comunità e di competenze che ogni volta rischiamo di perdere?

 

Ecco perché il 18 non stiamo lottando per gli operai GKN, ma stiamo lottando per noi stessi, per assestare un colpo al vecchio mondo, per deporre una pietra del mondo che verrà.

 

#insorgiamo

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