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Coronavirus e sicurezza sul lavoro

È necessario che i datori di lavoro, pubblici o privati, valutino il rischio biologico di esposizione al coronavirus, attuando tutte le misure preventive e protettive in base al contesto.

Il virus COVID2019 è un agente biologico ed essendo stata dichiarata un’ epidemia, i datori di lavoro a prescindere dal contesto e dal rischio professionale specifico hanno l’obbligo di adottare tutte le misure preventive e protettive, già previste dal decreto legislativo 81/2008, nonché le raccomandazioni del Ministero della Salute, dell’Istituto superiore di sanità e della comunità medica e scientifica. Lo stesso decreto prevede il rifiuto da parte del lavoratore di mansioni che non rispettano il concetto di salute e sicurezza della mansione.

Il contesto attuale non è ordinario per cui il virus potrebbe trovarsi anche in ambienti che solitamente non hanno questo rischio, né tantomeno un rischio biologico importante.

I datori di lavoro hanno la responsabilità anche civile di garantire in base alla conoscenza tecnica e scientifica l’incolumità fisica e psichica nonché la dignità del lavoratore.

 

Coinvolgete per qualsiasi dubbio RLS, RSPP, Medico competente e i servizi Asl. Non abbiate paura ad alzare la testa e a rivendicare il diritto alla salute e alla sicurezza.

 

COSA FARE NEL CONCRETO?

  • Blocco della produzione:

La misura principale resta, ovunque sia possibile, il blocco della produzione e stare in casa evitando spostamenti. Nei casi di malori e sospetti, segnalare ai servizi di prevenzione e sicurezza nei luoghi di lavoro e di igiene pubblica delle Asl (anche telefonicamente), chiedere tutte le informazioni ai rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza (RLS) su quelle che sono le misure attuate dal datore di lavoro.

 

  • Sanificazione, messa in sicurezza e DPI:

Nei settori o nelle mansioni d’ufficio si deve rivendicare la modalità di lavoro smart-working e nel caso di ricezione del pubblico garantire le distanze di sicurezza e barriere, cercando di ruotare e garantire a tutti la modalità smart-working. Laddove non fosse possibile applicare lo smart-working, occorre limitare il personale potenzialmente esposto, garantendone la protezione per mezzo dei DPI (mascherine, occhialini, guanti, tute, calzari, ecc.), garantire le pause, la disinfezione continua di mezzi e attrezzature, evitando spostamenti inutili.

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