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Sciopero ovunque!

Conte e Confindustria ci avevano provato. Di fronte all’incremento del numero dei casi e dopo aver sfornato almeno 4 decreti di seguito, erano arrivati alla – loro – quadratura del cerchio: bloccare la totalità dei rapporti sociali, senza bloccare la produzione!
Prima hanno chiuso scuole e università; poi hanno introdotto restrizioni nella libertà di movimenti, poi nelle aperture dei pubblici esercizi, fino ad imporne la chiusura, fatta eccezione per una ristretta lista di negozi.

E la produzione?

Business is business! Confindustria trema, ma non per la paura del contagio, bensì per il timore di perdere per sempre fette importanti di mercato, nazionale e internazionale. Scalpita, ed ottiene dal Governo il mantenimento della produzione, con un generico invito a rispettare le misure di prevenzione del contagio…disattese praticamente ovunque!

Sciopero!

I lavoratori e le lavoratrici se ne accorgono ed iniziano, prima sporadici, poi sempre più intensi, gli scioperi: ieri alla BRT, alla FCA, all’IKEA, oggi alla Electrolux, alla Pasotti di Brescia, o in diverse aziende piemontesi. Sciopero all’AST di Terni, sempre per ragioni legate alla salute, stati di agitazione alle Poste, all’ILVA…l’elenco sarebbe lungo e incompleto ma, per dirla in sintesi, il giochetto di Confindustria – costringere le persone a lavorare nelle fabbriche mentre il resto del paese è fermo – sta saltando di fronte alle proteste spontanee di operaie ed operai.
Fiom, Fim e Uilm, costrette ad inseguire, richiedono la chiusura delle aziende metalmeccaniche fino al 22 Marzo (salvo accordo diverso delle RSU), mentre l’USB, più coerentemente, indice 32 ore di sciopero nei settori non essenziali e chiede il blocco di tutta la produzione non di prima necessità, e il SI Cobas proclama lo stato d’agitazione nazionale in tutte le categorie.
Per quanto ci riguarda, con l’attivazione del Telefono Rosso siamo stati sommersi da segnalazioni di abusi sul lavoro, da Nord a Sud, in imprese grandi e piccole…abbiamo il polso della situazione e non tolleriamo che la volontà presunta di tutela della salute pubblica si traduca in provvedimenti che, di fatto, costringono milioni di persone a chiudersi in casa ed uscire solo per andare a lavorare senza tutele per la salute, col rischio quotidiano di contagiarsi e contagiare i propri cari.

Blocchiamo la produzione non essenziale!

A questa farsa diciamo no! Salutiamo gli scioperi spontanei come segno della irriducibilità del conflitto e facciamo appello a tutti i sindacati affinché proclamino uno sciopero generale a oltranza in tutti i settori non essenziali, a tutela della salute pubblica.
O le fabbriche le chiudono padroni e Governo, non col ricorso alle ferie forzate, ma con l’istituzione di un congedo straordinario e retribuito per il contenimento della pandemia, oppure le chiuderanno lavoratrici e lavoratori, stanchi di dover barattare la salute con quattro miseri soldi di salario.

ADESSO BASTA!
BLOCCHIAMO TUTTA LA PRODUZIONE NON ESSENZIALE!
IMMEDIATA MESSA IN SICUREZZA DI CHI DEVE CONTINUARE A LAVORARE!
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