
Il 24 ottobre saremo a Brindisi per partecipare, in conformità alle misure previste dall’ultimo DPCM, alle iniziative organizzate dalla Campagna nazionale “Per il clima, fuori dal fossile” sul tema “Ambiente e Lavoro: no al ricatto, costruiamo l’alternativa”.
Questa iniziativa arriva dopo il primo appuntamento che la campagna ha organizzato il 4 luglio scorso davanti alla centrale a carbone di Civitavecchia e si svolgerà in uno degli snodi principali per tutte le future scelte in materia di politica energetica nazionale. A Brindisi sono infatti attualmente presenti due centrali a carbone alle quali si sono poi aggiunti anche i tre impianti turbogas di ENI ubicati all’ interno del petrolchimico. Oltre a questi siti inquinati Brindi si appresta inoltre a diventare un vero e proprio HUB nazionale del gas. Nella città salentina sono infatti in arrivo i tubi del gasdotto Tap e quelli dell’IGI Poseidon, il cui snodo è ubicato a pochi chilometri dalla città, tra Brindisi e Mesagne.
In tutto questo ci sembra chiaro che lo scenario disegnato attorno a questi progetti faraonici (gasdotti, hub del metano, nuove turbogas, CCS ecc.) è soltanto quello di una politica energetica nazionale anacronistica e miope che, al fine di tutelare i profitti delle grandi aziende del settore, si presta sistematicamente ad autorizzare e finanziare decine di grandi opere inquinanti e climalteranti su tutto il territorio italiano.
Se così non fosse, se le cose si muovessero davvero in un’altra direzione, non si capirebbe il motivo che spinge oggi il governo italiano a pianificare la chiusura delle centrali a carbone entro il 2025 puntando però tutto sul gas, altro combustibile fossile inquinante e altrettanto dannoso per il clima. Non si capirebbe neanche perché si dovrebbe investire oggi in una fonte energetica non rinnovabile che, una volta chiusi i cantieri legati alla realizzazione dei nuovi impianti, non sarebbe in grado neanche di generare significative ricadute occupazionali sui territori in cui insistono.

Anche per questo, oggi più che mai, il tema della lotta per il clima e contro i combustibili fossili non può più prescindere da quelle rivendicazioni che mettono radicalmente in discussione l’attuale sistema economico dominante il quale, allo stesso modo, sfrutta ecosistemi e diritti, lavoratori e lavoratrici, atmosfera, acque e suolo.
Anche per questo il rifiuto del ricatto occupazionale e della vuota retorica della ripartenza, devono diventare elemento propulsivo all’interno delle nostre battaglie, territoriali e nazionali. Investire oggi sul gas significa, contemporaneamente, ostacolare la diffusione virtuosa degli impianti ad emissione zero, ignorare i rapporti dell’IPCC che ci gridano di limitare il riscaldamento globale a 1,5 gradi rispetto ai livelli preindustriali e, infine, perdere progressivamente migliaia di posti di lavoro.
Di fronte a tutto questo, l’iniziativa della campagna nazionale “Per il clima, fuori dal fossile” va nella direzione giusta. Sabato 24 ottobre saremo quindi presenti a Brindisi al fianco di decine di attivisti e attiviste, lavoratori, lavoratrici, studenti e studentesse in lotta per la giustizia climatica e sociale a gridare e ribadire che fuori dalle logiche del profitto, oltre gli interessi dei grandi azionisti e delle multinazionali del fossile, c’è un intero mondo da difendere e riconquistare.