L’11 marzo è scoccato un anno da quando l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) dichiarava ufficialmente lo scoppio della pandemia da Covid-19.
In questo primo anniversario di un evento che sta sconvolgendo le vite di miliardi di esseri umani, che ha stravolto alcuni dei principi cardine intorno ai quali si era organizzata la stessa organizzazione sociale ed economica sul pianeta, in più di venticinque città italiane come Potere al Popolo abbiamo promosso mobilitazioni nella cornice della campagna dei cittadini europei “No Profit on Pandemic – Nessun profitto sulla pandemia”.
Potere al Popolo, insieme a tutte le forze che hanno abbracciato questa battaglia, rivendica che i Governi e la Commissione Europea la smettano di stare in ginocchio dinanzi alle aziende di Big Pharma e che comincino, al contrario, a mettere in campo ogni possibile sforzo per tutelare le vite di milioni e milioni di persone e non i bilanci di Pfizer, Moderna, Astrazeneca, Johnson & Johnson.
Per evitare che altri milioni di vite vengano sacrificate sull’altare dei principi della libera iniziativa privata – pagata però con fondi della ricerca pubblica, del rispetto dogmatico della proprietà intellettuale, occorre sospendere i brevetti sui vaccini.
Il principio è di semplice buon senso: per uscire dal tunnel della pandemia occorre vaccinare il maggior numero di persone nel minor tempo possibile. Per raggiungere l’obiettivo bisogna eliminare ogni possibile restrizione. I brevetti agiscono oggi come cappio al collo dei popoli. È per questo che vanno sospesi il prima possibile, come richiesto da India, Sudafrica e altri 117 Stati all’Organizzazione Mondiale del Commercio (OMC). Come recitava uno striscione a Johannesburg, Sudafrica: “Nessuno sarà al sicuro fino a quando non saremo tutti al sicuro!”.
La notizia che nella due giorni di incontri dell’OMC del 10 e 11 marzo, i Paesi del Nord del mondo, USA e UE in primis, abbiano continuato a opporsi a tale richiesta, non lascia campo a nessuna possibile illusione. Ci sono Governi e multinazionali per cui i principi del commercio internazionale valgono più della vita stessa. Noi, però, non possiamo morire di Covid-19 impiccati al libero scambio, alle regole su brevetti e proprietà intellettuale. Qui non è in gioco una disputa da tribunale, ma la vita di milioni e milioni di uomini e donne.
La battaglia per far sì che la tutela delle nostre vite si imponga su quella dei bilanci e dei profitti di poche multinazionali del farmaco proseguirà nelle prossime settimane in tutto il nostro continente.
Promuovendo la campagna No Profit on Pandemic per raggiungere 1 milione di firme da sottoporre alla Commissione Europea, così da costringere l’organo esecutivo dell’UE a prendere finalmente in considerazione la volontà dei nostri popoli.
Ma anche con la mobilitazione di piazza dei cittadini e delle cittadine. Potere al Popolo dà fin da ora due appuntamentI:
Il 7 aprile, partecipando alla Giornata Internazionale della Salute.
Il 21 maggio proponendo una manifestazione nazionale quando a Roma si terrà il G20 sulla salute.
Si tratta di due momenti importanti, dal punto di vista simbolico e concreto. Il nostro impegno è costruire un’alleanza popolare che con la forza dei numeri e delle ragioni dei nostri popoli possa prevalere sulla forza dei profitti delle aziende di Big Pharma.
Da una parte l’ideologia liberista e la tutela dei profitti di pochi; dall’altra la logica della vita e la tutela della salute di miliardi di esseri umani.
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