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[Torino] GTT: cosa c’è dietro i ritardi, le corse saltate e gli autobus “forno” di queste settimane

In questi giorni di caldo incessante, le persone che vogliono e/o devono prendere i mezzi pubblici si ritrovano a dover convivere, loro malgrado, con gli evidenti limiti del comfort climatico di molti mezzi. Persone che devono compiere tratte di 30, a volte anche 45 minuti, si ritrovano a fare un viaggio disagevole e faticoso, perché nella gran parte dei mezzi pubblici l’aria condizionata non funziona e questi sono anche più affollati del solito visto che molte corse saltano.

Autobus in fiamme, spesso fatiscenti, a volte impossibilitati a partire dagli stessi depositi per mancanza dei requisiti di messa in strada, sono gli effetti di una politica dei tagli che, negli ultimi sette anni, prima con Cota e poi con Chiamparino, ha portato alla situazione che abbiamo sotto i nostri occhi, ma anche del blocco degli investimenti pubblici dettati dal Patto di stabilità, che tutte le forze politiche succedutesi al governo della Regione e del Comune non hanno mai messo e non intendono mettere in discussione.
Da ultimo, il piano industriale di GTT, presentato come la panacea di tutti i mali, e sostenuto a gran voce sia dai vertici aziendali sia dall’amministrazione pentastellata, ha dato il colpo di grazia: se da un lato si prospetta l’arrivo di nuovi bus (da mettere probabilmente sulle linee di percorrenza più “redditizie”), dall’altro il parco mezzi attuale viene fatto lentamente morire.

Prospettive chiare della volontà di far passare un solo messaggio: il servizio di trasporto urbano non ce la fa più a sostenersi con le risorse pubbliche, e così si spalancano le porte alla privatizzazione.
Dopo una pseudo intenzione di partecipare alla gara per la gestione delle linee SFM, GTT ha preferito lasciare la palla a RFI e Trenitalia, non presentando nemmeno un’offerta.

Dunque ritardi, disservizi, mancanza di comfort sono, giustamente, fautori di rabbia e malcontento tra i cittadini e, spesso, ad essere oggetto di lamentele, sono coloro che non decidono quanti chilometri di linea tagliare o dove dirigere le risorse, ma sono quelli che stanno direttamente a contatto con i cittadini, autisti e controllori in primis, ma anche addetti alla clientela negli uffici.

È giusto richiedere un servizio efficiente, funzionale e corrispondente alle necessità di una società che si muove, ma è importante sapere verso chi avanzare le nostre rimostranze e conoscere i diretti responsabili del disservizio, che speculano su passeggeri e lavoratori per portare a compimento i loro profitti. Non ci salverà un privato, ma solo un piano di investimenti pubblici sul trasporto pubblico locale, per renderlo efficiente ed ecologico, ed un vero rinnovamento della flotta di autobus e tram ormai vecchi e pericolosi.

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