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In presidio alla Regione Toscana per il diritto alla cura: vaccino bene comune!

Nella settimana in cui si celebra la giornata mondiale per la salute ci mobilitiamo in tutta Europa contro la commercializzazione della sanità, rilanciando la lotta per l’accesso e il diritto alla prevenzione primaria, alle diverse forme di cura compreso il vaccino anti-Covid-19, senza distinzioni geografiche, di etnia, di appartenenza sociale e/o lavorativa.

L’attuale produzione non basta. Questi rimedi, a partire dai vaccini, sono coperti da brevetto, e dunque possono essere prodotti in via esclusiva solo in pochi stabilimenti. Rimangono esclusi dalla produzione la maggior parte dei laboratori del mondo, Italia compresa.

‍L’11 marzo l’Organizzazione Mondiale del Commercio ha respinto la richiesta di India e Sudafrica di sospendere i trattati sulla proprietà intellettuale per poter riprodurre il vaccino ovunque. Hanno raccolto il consenso di un centinaio di Paesi ma quelli a più alto reddito si sono opposti, tra cui l’Unione Europea, che avrebbe un peso decisivo ma continua a tenere una posizione vergognosa.

Nei fatti il vaccino lo abbiamo pagato tre volte: finanziando la ricerca; stipulando contratti capestro con le multinazionali; accettando di pagare eventuali malfunzionamenti. E con i ritardi che ci saranno nelle somministrazioni in tutto il mondo, lo stiamo pagando una quarta volta, in termini di vite umane. In Italia a questa velocità saremo tutte e tutti vaccinati nel 2023. Nel 2021 Moderna, Pfizer/BioNTech e AstraZeneca, produrranno vaccini per appena l’1,5% della popolazione mondiale. Nei Paesi più poveri la vaccinazione potrebbe essere completata solo tra 7 anni. Situazione che oltre ad essere inaccettabile perché la salute è un diritto fondamentale, ci riguarda perché il virus non conosce frontiere.
Dobbiamo sconfiggere il virus nello stesso momento e ovunque. Per questo occorre aumentare la capacità produttiva dei farmaci e dei vaccini, E FARLO SUBITO.

In questo quadro, denunciamo la situazione delle vaccinazioni Covid-19 della Toscana, agli ultimi posti tra le Regioni italiane per vaccinazione delle persone anziane e di quelle fragili, avendo la Giunta dato priorità ad alcune corporazioni rispetto ai soggetti più a rischio. Denunciamo inoltre, ormai per l’ennesima volta, l’impreparazione con cui stiamo affrontando la terza ondata: ospedali con posti letto saturi e uno screening insufficiente a gestire il contagio, che, in particolare nei posti di lavoro e nel tragitto casa lavoro, rimane totalmente fuori controllo. Paghiamo decenni di tagli al Fondo Sanitario Nazionale (37 miliardi persi in 10 anni) in termini di posti letto, di mancate assunzioni nel SSN, di chiusure dei presidi territoriali e dei consultori, di progressiva esternalizzazione e privatizzazione dei servizi, a cominciare dalle RSA, gestite per fare business che ha interessato anche la Regione Toscana.

Ogni giorno di ritardo nelle vaccinazioni comporta l’aumento delle vittime, la chiusura ripetuta delle scuole, la mancata educazione dei giovani, molti sacrifici per le famiglie, la chiusura delle attività, la crisi economica fino alla povertà di sempre più cittadini. È ora di cambiare per il bene di tutti e tutte.
Le nostre a vite devono contare più dei profitti delle aziende e dei bilanci delle Aziende sanitarie. Siamo per il diritto e l’accesso universale alla prevenzione e alle cure, contro tutte le forme di privatizzazione e di esternalizzazione.
Firma anche tu l’iniziativa dei cittadini europei (ICE) per sbloccare i brevetti sui vaccini e sui farmaci, collegandoti a questo link oppure direttamente in piazza il 10 aprile al nostro banchino.

LA SALUTE VIENE PRIMA DEI PROFITTI!


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