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La sacra settimana di Sanremo: tutta l’Italia, per una settimana, si ferma.
Ma chi permette la realizzazione di questo show tanto atteso?
Sono 1.429 lavoratori dietro le quinte dell’indotto del palco dell’Ariston.
L’evento porta grandi profitti, con la Rai che incassa circa 67 milioni di euro, secondo Ernst&Young.
DIRIGE L’ORCHESTRA…PRECARIETÀ E BASSI SALARI
Circa il 40% dei 1429 lavoratori dell’indotto di Sanremo si occupano della produzione cinematografica, televisiva e musicale.
Nel settore alberghiero e della ristorazione, invece, sono occupati quasi il 13% degli addetti totali.
Nel 2021, il registro statistico dell’occupazione delle imprese (ASIA) mostra che il settore dell’attività di produzione cinematografica, di video e di programmi televisivi, di registrazioni musicali e sonore impiega solo il 73% di lavoratori con un rapporto di subordinazione, di questi solo il 50% è a tempo indeterminato.
Non va meglio per i servizi di alloggio, c’è il 93% dei dipendenti, ma solo il 36% è a tempo indeterminato.
La retribuzione oraria del 50% dei lavoratori a tempo indeterminato è inferiore ai 9€ per entrambi i settori.
THE SFRUTTAMENTO MUST GO ON
Nel febbraio 2021, quando l’Italia era ferma a causa della pandemia Covid-19, il Festival di Sanremo andò avanti. Tuttavia, da parte del governo fu repentino lo stop alle rivendicazioni contrattuali presentate sia dalle lavoratrici e dai lavoratori del settore delle produzioni cinematografiche, video e di programmi televisivi e musicali, e del settore alloggi e ristorazione.
Ad oggi, la situazione è ulteriormente peggiorata per entrambe le categorie:
– Il Decreto Legge 225/2024 ha limitato il meccanismo del tax credit, abbattendo le produzioni cinematografiche e audiovisive.
Si stima che nel mese di agosto 2024 il 65% dei lavoratori del settore fosse fermo.
– Il Ddl Lavoro 2024 estende e amplia la possibilità di accedere a forme di lavoro precarie, come contratti stagionali e contatti di somministrazione, per una buona parte dei lavori nei servizi, con una ricaduta maggiore per il settore degli alloggi e della ristorazione.
LAVORATORI IN BILICO
Non è solo la precarietà ad assillare i lavoratori dello spettacolo, ma anche la mancanza di lavoro continuativo.
Immaginate di dover passare mesi a studiare, provare e preparare uno spettacolo, una mostra o una performance, spesso senza alcuna retribuzione.
Eppure, questo periodo di preparazione è fondamentale per il progresso culturale e lo sviluppo della creatività.
IDIS: CRONACA DI UN FALLIMENTO
Nel tentativo di rispondere alle rivendicazioni che arrivano da questo settore, nel 2023 il governo ha introdotto l’Indennità di Discontinuità (IDIS), ma la misura si è rivelata un vero e proprio fallimento.
Le regole per accedere all’IDIS sono complicate e restrittive, mentre i tempi di erogazione sembrano infiniti.
Non sorprende, quindi, che solo una piccolissima parte della platea complessiva, meno del 2%, sia riuscita ad accedere al sostegno.
Nonostante l’evidente insuccesso, il governo ha rinnovato la misura nel 2025, prevendendo una notevole riduzione dei fondi, -60% della dotazione iniziale. Più in basso di cosi, c’è solo da scavare!
CALATO IL SIPARIO SUL FESTIVAL: GUARDIAMO OLTRE
Importanti kermesse, come il Festival di Sanremo, hanno l’obbligo e il dovere di essere megafono per le condizioni lavorative di chi, anche non se non appartiene all’indotto del festival, non vede ormai da anni la possibilità di un futuro stabile e di una paga giusta.
LOTTIAMO PER UNA VITA BELLA
Potere al Popolo è al fianco dei lavoratori dello spettacolo e del settore alloggi e ristorazione, chiediamo:
– l’istituzione di un salario minimo di almeno 10 € porterebbe la metà dei lavoratori di entrambi i settori a migliorare il proprio reddito
– l’abolizione di tutte le forme precarie di lavoro!
– la sostituzione l’indennità di discontinuità con un sostegno concreto che copra i periodi di inattività tipici del settore culturale