“Per noi c’è uno scopo, distruggere Gaza, questo male assoluto”. Sono le parole pubbliche di Dror Eydar, ex ambasciatore Israeliano.
Eppure, mentre gli ambasciatori dichiarano intenti di sterminio e il loro Paese compie crimini di guerra, noi passeggiamo per le strade della nostra città in fermento, tra le locandine del celebre e imminente festival del fumetto, con in bella vista il simbolo di uno dei suoi tanti patrocinanti: l’ambasciata di Israele. Una scritta colorata e fantasiosa che a tutto fa pensare tranne che al sangue di cui – da anni, ma soprattutto adesso – è macchiata.
Qualcuno dice che tante ambasciate patrocinano l’evento, e senza nessuna differenza con le altre quella israeliana è lì a garantire protezione e diritti agli artisti connazionali invitati alla manifestazione. Ma non è solo questo, non oggi. Il patrocinio di Israele oggi significa accettare, senza problematizzazione e condanna, la partecipazione simbolica al festival di un ente politico criminale. Se questo boccone amaro poteva a fatica essere mandato giù nei mesi precedenti alla degenerazione dell’occupazione di Gaza, è intollerabile la mancata presa di distanze pubblica e dichiarata da parte dell’organizzazione adesso, alla luce degli ultimi eventi e delle migliaia di morti civili palestinesi, agita dai vertici israeliani in totale effrazione del diritto internazionale.
Se, conoscendo bene come di anno in anno Lucca Crea abbia fatto del nostro festival una macchina spregiudicata votata al guardagno di pochi e come la nostra amministrazione strizzi l’occhio all’estrema destra, non potevamo aspettarci grandi alzate di testa in difesa dei diritti degli oppressi, finalmente è arrivata almeno qualche voce autorevole degli ospiti, alcune delle quali siamo abituati a sentire alleate. L’organizzazione, tirata a questo punto in ballo, sotto la minaccia del boicottaggio, ha prodotto un comunicato mite, caricato di belle speranze tra cui rispetto, comunità, inclusione e partecipazione, tutte cose che in questo momento stanno morendo a Gaza.
Davanti a un genocidio, o si prende parte o si è parte del problema.
Davanti a un genocidio, ci resta il potere del dissenso. Il potere e il dovere di schierarci, anche simbolicamente.
Con silenzio e giustificazioni invece “Lucca Comics & Games 2023” – i suoi organizzatori, i suoi promotori, i suoi ospiti, il sindaco (ex presidente di Lucca Crea) e tutta l’amministrazione – che si sappia, non l’ha fatto.
Potere al Popolo Lucca 28/10/2023