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[CAMPANIA] PaP giovani: buona la prima!

Comunicato della prima assemblea pubblica
Napoli, 3 maggio 2019

In tutto il mondo nascono movimenti che, dalla Francia all’Algeria, portano in strada migliaia di persone. Una generazione nuova, fatta soprattutto di donne e giovanissimi, gli stessi che le politiche di guerra, austerità, precarizzazione realizzate dai potenti del mondo volevano mettere in ginocchio, ora, si battono contro le disuguaglianze, per la giustizia ambientale e contro ogni forma di discriminazione. Nuovi orizzonti e nuove pratiche si vanno dispiegando e sperimentando, niente a che vedere con la retorica dei partiti tradizionali, neppure con quelli della cosiddetta “sinistra”.

In Italia, nonostante una situazione economica e sociale esplosiva – le previsioni di crescita sono pari a zero, nessuna politica redistributiva è alle porte, povertà e marginalità crescono a dismisura – il disagio sociale e, soprattutto, quello generazionale è ancora latente e silenzioso.
Proprio i più giovani, fatte salvo le mobilitazioni sporadiche contro il cambiamento climatico e la questione di genere, nonostante siano quelli su cui ricada più pesantemente la precarizzazione del lavoro, l’assenza di prospettive future, l’emigrazione, l’impoverimento delle famiglie, non trovano davanti a sé meccanismi di identificazione, azione e presa di parola collettivi.

I giovani italiani non si mobilitano, ma non solo: a occhi e orecchie distratti sembrano spugne capaci di assorbire ogni colpo. In tanti hanno riposto illusioni nel Movimento 5 Stelle che ha saputo vendersi, in un primo momento, come forza di “rottura”, del “cambiamento”. Ma l’alleanza con la Lega, e soprattutto l’assoluta continuità nelle politiche sociali ed economiche (al di là dei buoni proclami) con gli apparati economici e politici che governano da sempre il paese, hanno rotto l’incantesimo. E così alla delega in bianco del 4 marzo è subentrato lo scoramento, la sfiducia tour court in qualsiasi cambiamento possibile.
Il senso comune, paurosamente reazionario col suo imperativo del “si salvi chi può”, e le difficili condizioni materiali (il poco tempo a disposizione, la disgregazione di legami di solidarietà, d’incontro, la flessibilità e mobilità estreme a cui siamo obbligati) fanno il resto, rendendo nei fatti neppure immaginabile, per tante e tanti, la possibilità di riscoprirsi come collettività con comuni intenti e interessi di emancipazione.

La rappresentanza politica è percepita come estranea, i giovani sono ostili alla politica che non appare più – a ragione! – come uno strumento per migliorare le loro vite, ma come un fardello, il recinto che protegge la riproduzione e la prosperità dei veri responsabili della crisi.

Potere al Popolo può irrompere in questo quadro. Non è un partito tradizionale ma un movimento nuovo, orizzontale, che si sviluppa dal basso e si radica nel tessuto sociale. Non solo elezioni nella nostra agenda, ma molto di più: un processo di emancipazione che passa per la costruzione di una prospettiva comune, per la comprensione del mondo e per l’azione diretta per la riappropriazione di quanto ci appartiene, a partire dalla nostra specificità che è diversa, per tanti aspetti, da quella degli altri strati sociali colpiti dalla crisi. Lungi dal fomentare una guerra tra generazioni, vogliamo interpretare e mettere a valore questa diversità, le nostre intelligenze, le nostre capacità, il nostro sguardo sulla realtà, e poterci saldare con le generazioni che prima di noi hanno combattuto, e vinto tante volte.

Siamo istintivamente solidali tra di noi ma disorganizzati, individualizziamo i nostri problemi, non abbiamo una prospettiva di lotta comune. Siamo nomadi in un mondo globale. E’ proprio questo che dobbiamo rovesciare, cercando insieme innanzitutto pratiche di azione collettiva, di solidarietà, di reciproco mutualismo, di contestazione, di costruzione di un’alternativa che sono tutte da inventare.

E’ questa discussione che ha affrontato la prima assemblea del gruppo giovani di Potere al Popolo Napoli. Proprio perché la nostra vuole essere un’occasione di incontro, un laboratorio di sperimentazione politica rispondente ai bisogni di chi oggi si sente tagliato fuori dalla società, non possiamo prescindere dall’analisi di quello che ci circonda, dall’individuare la radice dei problemi e dal ragionare insieme sul loro superamento.
L’esigenza di formarci è forte, come pure quella di agire, a partire dalle sensibilità a noi più vicine e diffuse tra i nostri.

Lo faremo a partire dai prossimi appuntamenti in cantiere:

– la due giorni nazionale di Potere al Popolo! in cui porteremo, nei tanti tavoli di lavoro avviati, il nostro contributo, approfittando dell’occasione di formazione e dibattito di sabato pomeriggio: come si configura la strategia dei movimenti che, oggi, a partire dai nodi di classe, ambiente e genere, si pongono l’obiettivo di trasformare radicalmente la società?

– il corteo del 24 maggio, giornata nazionale contro il cambiamento climatico e per la riconversione ecologica, in vista del quale ci proponiamo di aprire momenti di discussione e agitazione. L’intreccio tra lavoro e salvaguardia del pianeta, tra giustizia sociale e giustizia climatica, è un tema imprescindibile!

Invitiamo chiunque fosse interessato a diffondere queste righe, a contattarci e unirsi a noi… Non è che l’inizio!

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