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Ambiente, genere e classe. Incontro-dibattito internazionale!

Ambiente, genere e classe. Come i nuovi movimenti sociali possono lottare contro il capitalismo globalizzato?

Con:

Viola Carofalo, portavoce Potere al Popolo!
Giuseppe Antonio Di Marco, filosofo marxista
Gáspár Miklós Tamás, filosofo ungherese e dirigente ecosocialista
Sarah Raymundo, filosofa e dirigente della Nuova Sinistra filippina
Rita Bruguera, attivista femminista catalana

Sabato 11 Maggio – ore 17.30 – Ex OPG Occupato – Je so’ pazzo (Napoli)

Nell’ambito della due giorni di dibattiti, arte e socialità di
Inventare l’Avvenire! Incontro nazionale di Potere al Popolo!
QUI TUTTE LE INFO!


Crollo dei salari, innalzamento dell’età pensionabile, distruzione del welfare state per come l’abbiamo conosciuto, trasporto pubblico allo sbando, ospedali che chiudono, sfratti che aumentano, violenza di genere, nuovi muri in costruzione, caccia al migrante, sottrazione costante di diritti conquistati nei decenni passati.

È questa la fotografia che spesso ci sbattono sotto il naso, come se non sapessimo come stanno le cose. Le viviamo ogni giorno, conosciamo le difficoltà, i veri e propri drammi che riempiono le nostre città. Ma com’è stato possibile arrivare fin qui? Perché nessuno ce lo spiega, facendoci sembrare che questa distruzione del mondo che avevamo conosciuto sia frutto di forze quasi divine, imponderabili e onnipotenti? Una sorta di “fine della storia”, edizione aggiornata di quella di cui scriveva Fukuyama.

Se ci fermassimo a quella fotografia, ci sarebbe ben poco da fare. Dovremmo rassegnarci alla disperazione o, nella migliore delle ipotesi, all’indignazione. All’accettazione del presente per come ce lo hanno confezionato. Provando, al massimo, a trovare strategie di adattamento individuale. Ma noi non vogliamo rassegnarci, abbassare lo sguardo e camminare sommessamente. Vogliamo comprendere. E, soprattutto, cambiare il mondo che ci hanno regalato.

Quella fotografia immortala uno spicchio della realtà, non la totalità. Se allarghiamo il panorama scopriremo che c’è anche tanto altro. Contro-tendenze che pian piano si fanno strada, che possono aprire squarci di luce. Una fotografia completa mostrerebbe ad esempio le centinaia di migliaia di persone che da mesi occupano puntualmente le piazze e le strade della Francia, dell’Algeria, del Sudan. E che non fanno solo “opinione”, ma raggiungono anche risultati tangibili, che si possono toccare con mano: la cacciata di Omar al-Bashir o la rinuncia a ricandidarsi di Bouteflika, ma anche la sospensione di alcuni dei provvedimenti più controversi del presidente Macron. O le oceaniche manifestazioni che dall’Argentina all’Italia, passando per tutto lo stato spagnolo, hanno visto per protagoniste le stesse donne che Salvini, Orban o Abiscal vorrebbero tornassero a casa, “madri e angeli del focolare”. O, ancora, l’ingresso in scena di una nuova generazione di giovani e giovanissimi, che si sta mobilitando in mezzo mondo per dire che siamo stanchi dell’era dei proclami e delle promesse e che serve la concretezza di misure coraggiose per farla finita col sistema inquinante in cui viviamo, se non vogliamo farla finita col pianeta e la sopravvivenza della nostra stessa specie. E che inevitabilmente stanno dallo stesso lato della barricata dei contadini della Minga Indigena in Colombia, massacrati dal governo Duque-Uribe, degli indigeni del COPINH di Berta Caceres in Hounduras, trucidata perché voleva impedire la devastazione della sua terra, delle contadine che nelle Filippine si oppongono alla costruzione di mega-dighe.

Se la barbarie avanza è perché manca un progetto alternativo di trasformazione della realtà. A noi il compito di ricostruire il mosaico, ricongiungere i pezzi, rafforzare i “germi di socialismo” che pur esistono e che nascono, per quanto fragili. Se le classi dirigenti si possono permettere quasi impunemente di distruggere le nostre vite – cosa che nemmeno il fascismo storico avrebbe osato fare – è perché non si sentono minacciate nella loro permanenza al potere. E scaricano su di noi tutto il peso della loro arroganza.

L’11 maggio a Napoli, presso l’Ex Opg Je so’ Pazzo, daremo vita a un momento in cui “in un mondo entrino tanti mondi”. Costruiremo un tavolo di discussione in cui si confronteranno con la nostra Viola Carofalo, oltre al filosofo marxista Giuseppe Di Marco, anche Gáspár Miklós Tamás, filosofo ungherese e dirigente ecosocialista, da sempre dedito all’immaginazione e alla pratica di nuovi sentieri in cui lotta di classe e lotta ambientale non si guardino in cagnesco; Sarah Raymundo, anch’ella filosofa nonché dirigente della Nuova Sinistra filippina, impegnata nel sostegno alle lotte contadine, le cui protagoniste sono soprattutto donne, così come ai lavoratori del settore pubblico, in un’importante lavoro di tessitura di un’alleanza sociale e politica che possa costituire il nerbo di un processo di riscatto popolare; infine con Rita Bruguera, attivista femminista catalana, protagonista del recente sciopero dell’8 marzo e di un movimento che nello Stato spagnolo (come anche qui in Italia) è un potente antidoto all’avanzata delle destre, nonché spazio di sperimentazione di nuove pratiche di organizzazione e di lotta.

Per invertire la rotta, fermare la barbarie, serve mettere a dialogare tra di loro le esperienze di tutti quei mondi che portano in sé la speranza di un futuro di giustizia ed eguaglianza. Nessuno si salverà da solo, per questo dobbiamo conoscerci e organizzarci. E farlo il prima possibile.

Ci vediamo a Napoli, Ex Opg Je so’ Pazzo, sabato 11 maggio, ore 17:30!

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