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22 MARZO GIORNATA INTERNAZIONALE DELL’ACQUA

Secondo il Rapporto dell’UNICEF e dell’Organizzazione Mondiale della Sanità del 2019, circa
2,2 miliardi di esseri umani non hanno accesso all’acqua potabile, ben 4,2 miliardi non possiedono servizi igienici, per 3 miliardi è difficile lavarsi le mani con acqua e sapone e, oggi, in piena Pandemia, tantissimi non riescono a fare neanche questo.

Nonostante alcuni progressi relativi all’accesso universale ai servizi idrici e igienico-sanitari, ogni anno, nel mondo, 297.000 bambini sotto i 5 anni muoiono a causa di diarrea legata a carenze idriche e igieniche. Oxfam Italia sostiene che l’acqua sporca e contaminata causa ogni anno la morte di oltre 840 mila persone.
L’eccessivo sfruttamento economico del suolo, la distruzione delle foreste, l’agricoltura intensiva provocano squilibri nel ciclo dell’acqua: diminuiscono le precipitazioni ma aumentano la richiesta di acqua per l’irrigazione e per le città.
Vandana Shiva nel libro “Water wars” ci racconta che il controllo delle fonti idriche è una delle maggiori cause di tensione a livello geopolitico del pianeta. Pensiamo al latente conflitto tra India e Pakistan, alla guerra siriana o alle tensioni tra Egitto, Sudan ed Etiopia, nonché alla pluridecennale occupazione cinese del Tibet, finalizzata al controllo delle risorse idriche dell’Himalaya.
In questi giorni Coldiretti, Enel, Eni e Cassa Depositi e Prestiti hanno proposto al governo di investire 1,8 miliardi di euro del Piano nazionale di Ripresa e Resilienza, regimentando le acque di montagna e raccogliendole in 1000 laghi artificiali, ai fini di garantire disponibilità̀ idrica per l’agricoltura e per la produzione di energia green. L’energia idroelettrica è importante ma la realizzazione di 1000 invasi stravolgerebbe seriamente il volto dei paesaggi umani e naturali dell’Italia e conoscendo gli artefici della proposta è facile pensare ad una ondata “estrattivista” del bene comune acqua.
La presenza di centinaia di inquinanti chimici nelle acque, è un problema grave che resta insoluto anche nella nuova programmazione PAC, ancorato al sistema dell’agro industria tradizionale. Dal Rapporto Nazionali Pesticidi nelle Acque pubblicato da ISPRA 2020 emerge infatti un dato di assoluta gravità per la salute umana, la vita animale e vegetale.
Il Next Generation Italia elenca gli interventi che il nostro paese avrebbe dovuto realizzare negli anni. Si parla di cronici problemi per la collettività che non hanno mai trovato adeguata attenzione dai decisori politici. Primo fra tutti, un grande investimento pubblico sull’ammodernamento della rete di distribuzione idrica, oramai un colabrodo, che registra perdite degli acquedotti anche tra il 20% e 60%.
Urgentissimo sarebbe l’impegno infrastrutturale per rispondere alla cronica emergenza depurativa. Circa l’11% dei cittadini italiani non è ancora raggiunto dal servizio di depurazione, e nel corso degli anni l’Ue ha attivato 4 procedure d’Infrazione contro il nostro paese che valgono la cifra di 60 milioni di euro l’anno, 165.000 euro al giorno.
La ricerca scientifica dà oggi la possibilità di una maggiore diffusione di tecniche per il riutilizzo delle acque reflue, piovane e industriali. A tale proposito diventa strategica la conservazione degli habitat fluviali in quanto rappresentano ambiti naturali di fitodepurazione e garantiscono la sopravvivenza di gruppi animali fortemente minacciati come anfibi e pesci d’acqua dolce.
L’acqua non è un bene infinito, anzi, in buona parte del mondo è drammaticamente scarso, e se per noi la parola scarsità suscita apprensione, per il sistema capitalistico un bene scarso è occasione di nuovi profitti economici. Le visioni apocalittiche degli scenari dei cambiamenti climatici aumentano il nostro disagio e le nostre paure. La sete dell’umanità però accresce l’avidità del profitto, che vede nella sofferenza di molti maggiori opportunità di ricatto.
Contro la speculazione sull’acqua nel 2006 nasce il Forum Italiano per l’acqua pubblica. Nel 2011 per la proprietà pubblica di un bene comune come l’acqua, sfilarono in corteo a Roma circa 300 mila persone, e nel giugno dello stesso anno un referendum fu vinto col 95% dei voti. Il referendum portò 27 milioni di persone a sancire questo diritto inalienabile.
La ripublicizzazione però non c’è stata e il diritto all’acqua bene comune è di nuovo sotto attacco.
Il 7 dicembre 2020 il CME group in collaborazione con il Nasdaq ha lanciato in California il Prime Future, collegato ai prezzi dei diritti sull’acqua. Una operazione che rende l’acqua, “La madre della vita”, come scrive Alex Zanotelli, soggetta alla speculazione finanziaria, al pari del petrolio. Contro questo ennesimo attacco il Forum ha lanciato la campagna “Quotazione in Borsa dell’acqua: NO grazie” , che ha visto l’adesione di 50 mila cittadini.
L’obiettivo principale resta la ripubblicizzazione dell’ acqua, secondo l’esito del referendum del 2011. Il Forum ha rilanciato il tema con una lettera aperta a Draghi per far ripartire la legge di iniziativa popolare “Disposizioni in materia della gestione pubblica e partecipativa del ciclo integrale delle acque “(A.C. n.52). Una proposta che ebbe l’avallo di tutti i movimenti e raccolse migliaia di firme in tutta Italia e che giace da anni nei cassetti del parlamento, con le forze politiche che rimbalzano le proprie responsabilità in relazione a una gestione privata, completamente supina agli interessi del capitale internazionale.
Porre la necessità di una gestione pubblica dell’acqua non solo in Italia, ma in tutto il mondo, è un impegno di Potere al Popolo. L’acqua è di tutti, l’acqua è un diritto per tutti e solo con una pianificazione collettiva mondiale potremo evitare guerre, siccità e profitti smisurati di pochi a scapito sempre dei più poveri. Nella Giornata Mondiale dell’acqua saremo a fianco di tutto coloro che lottano per affermare questo diritto.

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