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[Torino] PARTE LA CACCIA ALL’OCCUPANTE: LA NUOVA GIUNTA CONTINUA AD ALIMENTARE LA GUERRA TRA POVERI

basta sfratti

Poco più di una settimana dopo l’ultimo sblocco degli sfratti, riguardante i provvedimenti adottati durante la pandemia, che andrà ad aggravare la già strutturale crisi abitativa buttando altre migliaia di piemontesi in mezzo a una strada, la “nuova” giunta rispolvera le vecchie ricette condite dalla vecchia retorica securitaria.

Negli ultimi giorni si è tenuta infatti una riunione del Cosp- Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica – dedicata al tema delle occupazioni abusive, dove si è stabilito di riattivare l’operatività del tavolo interistituzionale tra Regione Piemonte, Città di Torino, Atc e prefettura per iniziare a calendarizzare gli sgomberi da individuare in modo mirato.

A livello istituzionale viene dunque portata avanti la stessa posizione adottata dai diversi partiti in campagna elettorale, i quali riducevano la questione abitativa al fenomeno delle 190 occupazioni abitative torinesi.

Ma la crisi abitativa è raccontata da ben altri numeri: i 1000 alloggi Atc vuoti e carenti di manutenzione, le 16000 famiglie che hanno diritto ad una casa popolare ma delle quali la maggior parte sono ferme in lista d’attesa da anni, dato che in media vengono soddisfatte solo 500 richieste all’anno. Questi dati, a quali bisogna aggiungere l’elevatissima media annuale di sfratti, evidenziano la totale inadeguatezza del patrimonio residenziale pubblico di far fronte alla domanda popolare, in una città in cui vi sono decine di migliaia di alloggi privati sfitti.

È evidente come il puntare il dito contro le occupazioni torinesi, contro le famiglie, i lavoratori e le lavoratrici che sono costretti a occupare una casa popolare per mancanza di alternative, rappresenta l’ennesimo tentativo di alimentare la guerra tra poveri per nascondere le vere cause della crisi abitativa e le colpe di un modello sociale antipopolare. Infatti, si preferisce spendere 800000 in sistemi di sicurezza per prevenire le occupazioni, anziché investirli nella manutenzione di uno dei tanti alloggi Atc vuoti, di modo che qualche famiglia in emergenza abitativa possa avere un tetto sulla testa.
Un modus operandi che, con buona pace delle “sinistre” e dei Rosatelli di turno, unisce politicamente la nuova giunta coi 5 stelle e le destre, ovvero le forze politiche che mostrano la loro antipopolare comunione d’intenti nel sostegno al governo Draghi. Per i “migliori”, si sa, non è certo conveniente puntare il dito contro i palazzinari, le fondazioni bancarie e gli speculatori, che tengono criminalmente vuoti migliaia di alloggi. Di contro, un alloggio popolare lasciato in stato di abbandono per anni, stranamente solo una volta occupato diventa un inestimabile bene di valore pubblico sul quale allocare risorse, con l’occupante che si trasforma nel nemico pubblico numero uno.

Di fronte ai tentativi di alimentare la guerra tra poveri e alla guerra senza quartiere portata a livello nazionale e locale contro le classi popolari, è necessario rimettere al centro i bisogni della collettività, tramite politiche strutturali di sostegno all’edilizia residenziale pubblica, che possano restituire alla collettività il diritto all’abitare.

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