BOSCH ANNUNCIA OLTRE 700 LICENZIAMENTI A BARI!
È dello scorso dicembre la notizia apparsa sui giornali che Bosch avrebbe licenziato 620 lavoratori nello stabilimento di Bari. Dopo il clamore suscitato dagli articoli di stampa, arrivava immediato il dietro front da parte dell’azienda.
Ieri, invece, la Bosch ha confermato l’intenzione di licenziare oltre 700 lavoratori nell’arco di 5 anni. Ma a rischio potrebbe essere la sopravvivenza dell’intero stabilimento. L’annuncio al termine del tavolo regionale sul monitoraggio della situazione, quasi a certificare la debolezza delle istituzioni e l’arrendevolezza di certa politica di fronte agli interessi padronali.
Per Bosch Italia, che nel 2020 dichiarava un fatturato di 2 miliardi di euro, quello di Bari è il sito più grande del paese con circa 1700 dipendenti. Nello stabilimento si producono tecnologie e componenti per motorizzazione di veicoli. Si tratta di una delle realtà industriali maggiori in Puglia ed una delle più rilevanti nel settore automotive nel sud Italia. Il ridimensionamento e l’eventuale chiusura sarebbero un altro duro colpo per l’industria automobilistica del nostro paese, dopo Gkn, Gianetti, Timken, ecc. Non passa settimana, ormai, senza un nuovo annuncio di licenziamenti, delocalizzazioni, chiusure, maldestramente giustificate, ora dalla transizione ecologica, ora da altre necessità produttive. Quello che emerge, invece, è il silenzio totale dei governi e dei partiti chiusi nei palazzi romani. Ci chiediamo che fine abbia fatto la politica industriale in questo paese.
Il piano di esuberi presentato da Bosch, che rischia di gettare per strada almeno 700 famiglie, rappresenterebbe un importante impoverimento sociale in un territorio già provato, oltre ad accelerare il processo di desertificazione industriale di tutto il sud Italia, che già nel 2013, ben 9 anni fa, veniva messo in evidenza dal rapporto Svimez.
Potere al Popolo è al fianco delle lavoratrici e dei lavoratori che da tempo chiedevano incontri e tavoli sindacali per affrontare la necessità di un nuovo piano industriale, fermo al 2017. Richieste mai ascoltate da Bosch, che anzi, negli ultimi anni, ha imposto tanti sacrifici ai lavoratori, senza alcun reale piano di rilancio. Ci opponiamo, pertanto, a questa miope strategia aziendale, frutto della colpevole assenza di politica industriale da parte della multinazionale.
I licenziamenti sono inaccettabili. Quello che serve è invece un piano industriale serio che miri alla salvaguardia dello stabilimento e del tessuto produttivo e occupazionale del territorio.
Massimo sostegno alle lavoratrici e ai lavoratori Bosch e alle mobilitazioni che metteranno in campo.
Fermiamo i licenziamenti!
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