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Let Cuba Live!

Il 23 luglio 2021, su iniziativa di The People’s Forum e dell’Assemblea Internazionale dei Popoli, una lettera aperta al presidente statunitense Joe Biden è stata pubblicata sul rinomato quotidiano The New York Times.

La lettera chiede il ritiro delle “misure coercitive” imposte da Trump contro Cuba e l’avvio di un processo di normalizzazione dei rapporti tra gli Stati Uniti e Cuba, cosa che include la fine del blocco economico contro l’isola caraibica.

La lettere è stata firmata da oltre 400 intellettuali, politici e artisti di tutto il mondo, tra cui David Harvey, Noam Chomsky, Judith Butler, Luiz Inácio Lula da Silva, Vijay Prashad, Jeremy Corbyn, Marc Botenga (PTB Belgio), Jean-Luc Mélenchon (La France Insoumise), Gino Strada e tanti altri.

Sul sito Let Cuba Live! la campagna in solidarietà con la rivoluzione cubana continua a raccogliere firme!

Pubblichiamo qui la traduzione italiana della lettera aperta a Joe Biden per renderla accessibile alle lettrici, ai lettori italofoni.


23 luglio 2021

Gentile Presidente Biden,

è giunto il momento di seguire un nuovo corso nelle relazioni tragli Stati Uniti e Cuba. Noi, sottoscritti, facciamo questa richiesta pubblica urgente perché respingiamo le crudeli politiche attuate dalla Casa Bianca di Trump che hanno causato così tante sofferenze al popolo cubano.

Cuba – un paese di undici milioni di abitanti – sta attraversando una difficile crisi a causa della crescente carenza di cibo e di medicine. Le recenti proteste hanno attirato l’attenzione del mondo su questo. Nonostante la pandemia di Covid-19 sia stata una grande sfida per tutti i Paesi, per una piccola isola su cui ricade l’enorme impatto di un embargo economico, questa sfida è molto più grande.

Riteniamo che la politica di negare deliberatamente cibo e medicine al popolo cubano, in particolare durante una pandemia globale, sia un atto totalmente privo di scrupoli.

Con la pandemia, la popolazione dell’isola – e il suo governo – hanno perso miliardi di entrate dal turismo internazionale che, in tempi normali, sarebbero stati investiti nel loro sistema sanitario pubblico, nella distribuzione del cibo e nell’economia.

Durante la pandemia, il governo di Donald Trump ha inasprito l’embargo, ribaltando l’apertura dell’amministrazione Obama e ha stabilito 243 misure coercitive che hanno deliberatamente strangolato la vita sull’isola e creato maggiori disagi.

Il divieto delle rimesse e la sospensione dei voli commerciali diretti tra gli Stati Uniti e Cuba ostacolano il benessere della maggioranza delle famiglie cubane.

Il 12 luglio Lei ha scritto: “Sosteniamo il popolo di Cuba”. Se questo è vero, Le chiediamo di firmare immediatamente un ordine esecutivo che annulli le 243 “misure coercitive” attuate da Trump.

Non c’è motivo di mantenere la politica della Guerra Fredda che imponeva agli Stati Uniti di trattare Cuba come un nemico esistenziale e non come un paese vicino. Piuttosto che mantenere la linea di Trump nel suo tentativo di invertire l’apertura di Obama verso Cuba, la esortiamo a continuarla, a riprendere l’apertura e a iniziare il processo di revoca dell’embargo. Porre fine alla carenza di cibo e di medicine deve essere la priorità assoluta.

Il 23 giugno, la maggior parte degli Stati Membri delle Nazioni Unite ha votato per chiedere agli Stati Uniti di porre fine all’embargo. Questa è stata la posizione mantenuta nel tempo della maggior parte degli Stati Membri negli ultimi 30 anni. Inoltre, sette Relatori Speciali delle Nazioni Unite hanno scritto una lettera al governo degli Stati Uniti nell’aprile 2020 in merito alle sanzioni contro Cuba. “Nell’emergenza sanitaria rappresentata dalla pandemia, la mancanza di volontà da parte del governo degli Stati Uniti di sospendere le sanzioni può portare a un maggior rischio di disagio a Cuba”, hanno scritto nella loro lettera.

Quindi, Le chiediamo di revocare le “misure coercitive” imposte da Trump e di riprendere l’apertura di Obama o, meglio ancora, di avviare il processo per porre fine al blocco economico e normalizzare completamente i rapporti tra gli Stati Uniti e Cuba.

Cordiali saluti

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