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“Io so fascista e con la feccia non mi ci sporco”: imprenditore condannato a risarcire i lavoratori!

LEGGI: DISCRIMINATI PERCHE’ ISCRITTI AL SINDACATO: PAP LI DIFENDE NEL PROCESSO!
– parte 1
– parte 2


Oggi si è concluso il processo per la discriminazione sul posto di lavoro di quattro lavoratori di un importante panificio laziale, che fornisce il pane a mezza Italia.

Ve lo ricordate? Eravamo intervenuti nel processo, in supporto alla causa dei lavoratori, perché riteniamo che la discriminazione sul posto di lavoro, nei confronti di chi si organizza e lotta per migliorare le proprie condizioni – in questo caso iscrivendosi ad un sindacato – sia tutt’altro che rara, ma un fenomeno diffuso e gravissimo. I quattro dipendenti avevano, agli occhi del padrone che si definisce fieramente fascista, la “colpa” di aver preso la tessera della CGIL. Roba del secolo scorso? No, roba di questi giorni.

Abbiamo scelto di tentare questo intervento, come soggetto politico in una causa “sindacale”, nonostante non fosse quasi mai stato tentato prima. Perchè?

Ci trovavamo davanti ad un caso gravissimo di sfruttamento sul lavoro e davvero molto odioso di discriminazione non solo sindacale, ma anche razziale e politica (i lavoratori sono pachistani e il padrone li accusava di essere comunisti).

Abbiamo potuto parlare non solo della questione della discriminazione politica, ma anche di quella dello sfruttamento di questi lavoratori, che hanno lavorato anche 18 ore di fila dentro al forno, che hanno rischiato di essere cacciati per aver tentato di far valere i loro diritti e che sono rimasti sul posto di lavoro grazie al loro coraggio e al supporto sindacale che hanno avuto.

Ma soprattutto, abbiamo potuto leggere la gioia sui volti di quei lavoratori, perché HANNO VINTO!

Hanno vinto e il padrone dovrà tenerseli nel suo panificio, stare attento ad ogni singola parola, risarcire i danni. Hanno vinto grazie al loro coraggio e alla determinazione in un processo senza precedenti in Italia.  E’ per questo che oggi siamo felicissimi e orgogliosi di aver provato a dare il nostro contributo, perché sono questi episodi che restituiscono il senso di ciò che facciamo ogni giorno.

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