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Si torna a parlare di Gronda. Un commento alle ultime dichiarazioni di Toninelli

L’iter autorizzativo per la Gronda di Genova, che deve essere realizzata da Autostrade per l’Italia, “e’ sospeso perche’ è in corso di avanzamento il procedimento amministrativo che potrebbe portare alla revoca della concessione”, ha detto giovedì il Ministro delle infrastrutture Toninelli.

Commentare le dichiarazioni del Ministro Toninelli richiede, come al solito, una buona dose di cautela. Molto probabilmente si tratta dell’ennesima puntata di un battibecco tra Lega e 5 stelle buono per la propaganda ma con scarse, se non nulle, conseguenze reali. Ribadiamo comunque che la Gronda di Genova, quella che il Ministro vorrebbe stoppare in attesa della revoca della concessione ad ASPI sull’intera rete autostradale, rimane comunque un’opera totalmente inutile per la città di Genova, un enorme spreco di denaro pubblico con un impatto ambientale e territoriale devastante.

Non siamo contrari alla creazione di infrastrutture in generale ma questa, esattamente come il terzo valico ferroviario, è totalmente insostenibile da tutti i punti di vista.
Ovviamente, la dichiarazione di Toninelli ha scatenato il solito coro di coloro che la Gronda la vogliono fare. Da un lato il Presidente della Regione Toti, dall’altro i sindacati confederali degli edili sempre pronti ad allinearsi ai grandi costruttori con la scusa del lavoro e degli investimenti. Peccato che invece di spendere soldi in questo modo si potrebbero finanziare altre opere urgenti quali il riassetto del territorio o la ristrutturazione di un immenso patrimonio pubblico immobiliare da affittare a prezzo calmierato. Il tutto, in una città dove l’affitto reale dei pochi immobili resi disponibili si mangia più di un terzo dello stipendio mensile di chi è così fortunato da avere un lavoro.

Ma per comprendere queste cose serve una politica molto più seria dei giochini di ruolo tra ministri e amministratori locali. Giochini buoni per la propaganda mentre ASPI continua a gestire la rete autostradale e a dettare la linea sulle infrastrutture, la città di Genova rischia ulteriori disastri ambientali inutili e i costruttori continuano a ricattare i lavoratori con la scusa del lavoro che (secondo loro…) si può creare solo così. Il solito capolavoro per pochi, il solito disastro per una città ferita ma non stupida.

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