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[FIRENZE] Che succede in GKN? Solidarietà ai lavoratori. Lo Stato Deve intervenire

Che succede in #Gkn?

Può capitare che passando davanti ai Gigli, dall’altra parte dello stradone, si possano vedere strani movimenti di tute bianche. Sono le “vecchie” tute blu, ossia gli operai Gkn in sciopero articolato ormai da tre giorni pieni.

L’antefatto

Dall’inizio del 2018 la GKN, multinazionale di componentistica auto, è stata acquistata da un fondo di investimento finanziario, la Melrose Industries. A dispetto del nome, la Melrose non si occupa di industrie, bensì di titoli finanziari. I suoi dirigenti non hanno nessuna competenza né alcuna volontà di occuparsi di come si produce un semiasse e come si piazza sul mercato. Il loro unico scopo è far guadagnare gli investitori che hanno comprato quote rilevanti dei titoli GKN. Per far incrementare il rendimento di un titolo bisogna abbattere i costi reali di produzione, e da che mondo è mondo c’è un solo modo per farlo in tempi rapidi: tagliare il costo del lavoro.

La spia si è accesa

I lavoratori hanno iniziato a capire che qualcosa non andava in aprile quando l’azienda – disdicendo gli accordi sindacali – ha iniziato a lasciare a casa dei pezzi, licenziando 20 lavoratori. Ma come, non c’era il blocco dei licenziamenti? Certo, ma con le leggi che ci ritroviamo, si può licenziare senza farlo ufficialmente. Una parte delle lavorazioni in Gkn era infatti svolta da lavoratori assunti in staff leasing, ossia assunti a tempo indeterminato da una agenzia interinale e “prestati” tramite contratto all’azienda. Lo staff-leasing è il simbolo della servitù del quadro istituzionale nei confronti dei padroni (pardon, datori di lavoro): introdotto dal centro-destra (#ForzaItalia, #Fdi e #Lega), liberalizzato dal #Pd e “raccomandato” alle aziende da una circolare del Governo #DiMaio – #Salvini per aggirare le limitazioni imposte dal “decreto dignità”, lo staff leasing consente all’azienda di licenziare semplicemente rescindendo un contratto privatistico con l’agenzia interinale. Magie della precarietà.

Birmingham

Ma il fatto più grave, che ha fatto rizzare le antenne agli operai di Campi Bisenzio, è avvenuto a Birmingham (UK), dove l’azienda ha deciso di licenziare, con la scusa della pandemia, 185 lavoratori su 600. Diciamo non a caso con la scusa della pandemia: c’è sicuramente stato un rallentamento della produzione – esagerato non a caso dall’azienda –, ma se Melrose Industries avesse voluto evitare i licenziamenti, avrebbe potuto accedere agli ammortizzatori sociali previsti dallo Stato britannico. Non lo ha fatto per un semplice motivo: per far salire il rendimento del titolo finanziario occorre licenziare una quota di operai prima di rivendere il titolo. E’ la logica ferrea del mercato finanziario, figlio sano del capitalismo avanzato dei nostri tempi, che se ne frega della produzione, e che incombe sul suo stesso creatore, schiacciandolo.

La lotta

I lavoratori della GKN di Campi, naturalmente, non vogliono essere i prossimi, e, insospettiti dal comportamento aziendale, hanno iniziato lo sciopero per stanare l’azienda. La risposta della fabbrica, in un momento in cui per diverso tempo non si è lavorato causa Covid, è stata incredibilmente compatta. Lo sciopero articolato, che prevede l’arresto dei lavoratori a turni alterni, in settori della produzione tra loro interdipendenti, richiede infatti grande organizzazione e disciplina. Per evitare che l’azienda licenzi i lavoratori ricorrendo alla pausa estiva, l’Rsu ha così deciso di giocare d’anticipo, dopo il licenziamento avvenuto a Birmingham, costringendo l’azienda ad esporsi. Le richieste dell’Rsu sono semplici:

  • Esclusione di qualsiasi licenziamento coercitivo
  • Definizione di un punto di equilibrio tra costi fissi e forza lavoro, la mancanza di lavoratori metterebbe infatti a rischio la stessa funzionalità dell’impianto, per cui è importante determinare tale “punto di equilibrio”
  • Conferma in toto dell’accordo firmato in regione il 14 febbraio 2020 (che prevede la tenuta occupazionale e un percorso di stabilizzazione per ringiovanire lo stabilimento), qui più info.
  • Impegno a non licenziare e ad adottare gli ammortizzatori previsti dallo Stato – le cui forme potranno variare a seconda del contesto e delle decisioni governative – per dar vita a una riduzione d’orario solidale tra i lavoratori, con criteri chiari di rotazione e di definizione del fabbisogno lavorativo e che sia generalizzato anche alle ditte esterne.

Esprimiamo piena solidarietà ai lavoratori GKN. Occorre cambiare alla radice questo sistema che ormai ha perso qualunque tipo di razionalità. Deve essere lo Stato a riprendere in mano quote dei mezzi di produzione, finanziandosi attraverso una patrimoniale sui milionari, per attivare una conversione ecologica dell’economia e sottrarre al caos dell’attuale capitalismo finanziarizzato il nostro patrimonio naturale e industriale.”

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