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IL CNEL DI BRUNETTA HA VOTATO UFFICIALMENTE CONTRO IL #SALARIOMINIMO .

Dire oggi in Italia no al salario minimo è come dire che la terra non è rotonda. Nonostante ciò, in questo post abbiamo comunque provato a smontare le argomentazioni del CNEL.

Buona lettura

🔴Secondo il CNEL il salario minimo non serve, perché in Italia la copertura dei Contratti collettivi nazionali è totale. Brunetta lo vada a dire ai vigilantes (circa 5 euro l’ora), agli addetti alle pulizie (6,5 euro l’ora), ai camerieri e alle cameriere (poco più di 7 euro l’ora), che prendono da contratto regolare paghe da fame. Peraltro per Brunetta, se anche si dovesse applicare il salario minimo, sarebbe tra i 6,85 e i 7,10 euro l’ora…

🔴Secondo il CNEL il salario minimo non serve perché in Italia non esistono i contratti pirata. La quota dei contratti firmati dalle organizzazioni maggiormente rappresentative, ossia da Cgil Cisl e Uil, secondo i dati (falsati) proposti dal CNEL, è del 92%, contro lo 0,4% dei Contratti pirata. Peccato che il CNEL consideri organizzazioni rappresentative la CISAL o la CONFSAL. Lo vada a dire Brunetta agli addetti alla guardiania che col CCNL di Cgil, Cisl e Uil già guadagnano una miseria, ma che con quello CISAL perdono la quattordicesima, lo straordinario viene loro pagato meno e la paga base è ben più bassa.

🔴Per calcolare la copertura dei contratti nazionali il Cnel ha utilizzato dati FALSATI. I dati sono stati infatti presi del sistema Uniemens, ossia le informazioni che le aziende debbono comunicare all’Inps per pagare i contributi dei lavoratori. Nel comunicare questi dati, però, le aziende non dichiarano il contratto che applicano sul posto di lavoro, ma quello “di riferimento” del settore. Per capire come i dati sulle coperture dei CCNL del CNEL risultino falsati, prendiamo il caso di Stellantis (ex Fiat): dai tempi di Marchionne Stellantis nei suoi stabilimenti non applica il CCNL metalmeccanici, ma un contratto peggiorativo. Quando però comunica i contributi a Inps, Stellantis deve riferirsi al CCNL metalmeccanici firmato da Cgil Cisl e Uil. Risultato? Sui dati Uniemens gli 86mila dipendenti Stellantis risultano assunti con il CCNL metalmeccanici firmato da CGIL CISL e UIL, e non con il contratto aziendale di Stellantis, cui invece risultano aderenti zero lavoratori e lavoratrici. E questo vale anche per tanti contratti “pirata” che dunque non risultano esistere dai dati Inps-Uniemens utilizzati dal Cnel. Capite su quale base fattuale falsata la maggioranza di ultradestra pretende di decidere?

🔴 Il Cnel di Brunetta dice che il vero problema non sono i salari da fame. Se lavori e sei povero è perché lavori poche ore. Magari perché sei assunto part-time, o perché lavori in nero. Brunetta dice due cose vere e una falsa.
La falsa: i salari da fame sono un grosso problema. Perché se pure lavori 40 ore a settimana ma guadagni 5€ l’ora rimarrai povero.
Le vere: 1. precarietà e part-time, soprattutto quelli falsi, impediscono di arrivare a un salario dignitoso; 2. Il lavoro nero e irregolare è una piaga. Peccato che la destra, insieme al centrosinistra, negli ultimi 20 anni abbia contribuito a impedire controlli sui posti di lavoro e a diffondere le tipologie di contratti “atipici” e a tempo determinato, con leggi che vanno dal Pacchetto Treu e Biagi, al Jobs Act del PD. Di che parla Brunetta?

🔴Per il CNEL occorre detassare la parte variabile del salario (straordinari, premi produttività): quella che se le cose vanno male tu lavoratore non prendi, mentre il salario fisso si restringe sempre più. Noi invece diciamo che bisogna intervenire sulla parte fissa del salario: :

👉salario minimo di10€ l’ora agganciato all’inflazione pagato per intero dalle aziende

👉lotta alla precarietà lavorativa: abolizione del JobsAct, delle leggi Treu e Biagi e abolizione degli stage;

👉guerra al lavoro irregolare: assunzione di almeno 10mila ispettori del lavoro; controlli a tappeto per impedire il fenomeno delle false partite IVA e dei falsi autonomi; controlli a tappeto per trovare i falsi part-time.”

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