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AMA: BASTA ATTTACCARE I LAVORATORI, IL PROBLEMA SONO LA PRIVATIZZAZIONE E GLI IMPIANTI MOSTRO

È di questi giorni la notizia che, nel verbale di intesa tra AMA e sindacati, spuntano dei “bonus” per chi garantirà efficienza e puntualità nella pulizia straordinaria e per chi vedrà calare il proprio tasso di assenteismo per malattia di almeno il 10% rispetto ai mesi di settembre e ottobre.

Sembra quindi essere questa la risposta della giunta Gualtieri all’emergenza rifiuti che affligge ormai da anni Roma: dopo aver annunciato che si sarebbe ripulita Roma in campagna elettorale, si torna ad indicare i lavoratori come unici responsabili dei disservizi! Proprio quei lavoratori che, tra mille difficoltà, portano avanti la raccolta dei rifiuti con mezzi insufficienti e turni massacranti, ammalandosi e subendo infortuni. Ricordiamo ancora come, nelle fasi più dure della pandemia, decine di operatori AMA hanno contratto il Covid durante la raccolta. Viene da domandarsi come può un lavoratore ammalato usufruire di questo bonus, se non rinunciando non solo a ferie e permessi ma anche a recandosi a lavoro nonostante la compresenza di problematiche legate alla salute. Tantissimi sono gli operatori che, nel corso degli anni, hanno subito infortuni, anche gravi, e contratto patologie croniche.

Questo approccio, che vuole “premiare” i lavoratori virtuosi rispetto agli “assenteisti seriali”, non è altro che la trasposizione nel contesto romano dell’approccio del governo Draghi, che svende la gestione dei servizi pubblici al mercato concorrenziale, aprendo alla privatizzazione e in totale spregio di quella che è l’esigenza di un servizio pubblico adeguato per i cittadini.

Non è mai stato messo in discussione, invece, il sistema di appalti e concessioni ai privati che speculano sul ciclo dei rifiuti di tutta la regione; mai si è sollevato il tema della carenza di mezzi e personale adeguato alla mole di lavoro prevista in una città popolosa e vasta come Roma; mai si è premiata la parte del sistema funzionante quale fu la raccolta Porta a Porta e la raccolta commerciale, ad oggi neutralizzate in nome dell’abbattimento dei costi. Ad oggi, per risolvere il problema dei rifiuti a Roma, ci si limita ad accusare i lavoratori “fannulloni” e si invocano nuovi impianti mostro, come i famosi biodigestori promessi da Gualtieri e previsti dal PNRR. Saranno ovviamente le periferie di Roma, come succede con il TMB di Rocca Cencia e le discariche di Malagrotta nella Valle Galeria, e le città della provincia, come sta accadendo in queste settimane con la discarica di Albano, ad accogliere le tonnellate di rifiuti della capitale.

Come Potere al Popolo abbiamo sempre sostenuto un ciclo dei rifiuti completamente pubblico, per sottrarre la materia alla speculazione privata che non fa altro che creare corruzione, come nel caso dell’imprenditore Walter Lozza e la dirigente regionale Flaminia Tosini, arrestati lo scorso marzo. Siamo convinti che, invece di continuare a criminalizzare i lavoratori e tacciarli diffusamente di assenteismo ingiustificato, bisogna cercare ed indicare responsabilità e soluzioni reali. In AMA occorre un reale investimento pubblico finalizzato ad incrementare assunzioni e mezzi di servizio, nonché un intervento serio per garantire la sicurezza degli operatori, sottoposti a lavoro pericoloso ed usurante (spesso al di fuori delle mansioni previste). Sosteniamo, inoltre, da tempo la necessità di puntare sulla raccolta porta a porta, sui piccoli impianti per il riciclo, anziché perseverare nell’utilizzo di discariche ed inceneritori che avvelenano il territorio e mettono a rischio la salute degli abitanti.

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