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[TORINO] UCCIDE LA MOGLIE E UNO DEI FIGLI, POI SI SPARA. LEI VOLEVA SEPARARSI: È VIOLENZA DI GENERE!

Questa la tragica storia che arriva stamattina dalla provincia torinese di Carignano, l’ ennesima da questa terra che negli ultimi mesi ha visto tantissimi casi di donne uccise per mano dei loro “compagni”.
Lo diciamo subito e con chiarezza: Questa è violenza di genere!

Molti giornali hanno subito motivato l’azione dell’uomo con il raptus di rabbia o frustrazione.
Ancora peggio di tutti fa Repubblica che addirittura ci fa spiegare da uno psichiatra che l’uomo “era distrutto .. Aveva perso peso e non riusciva più a dormire da quando Barbara –, sua moglie da cinque anni..gli aveva detto di andarsene. Gli effetti del suo malessere erano sotto gli occhi di tutti.”
“Più che una vendetta per la separazione, la strage è segno di una disperazione totale”. Continua il giornale e l’intervistato.

Noi crediamo che questo tipo di narrazioni non facciano altro che giustificare e alimentare quella violenta mentalità patriarcale che vuole la donna come proprietà da eliminare quando si ribella, quando non vuole più stare, quando vuole separarsi.

Rifiutiamo la narrazione mainstream che vuole trovare l’ origine di questa violenza in disordini individuali .
Lo diciamo apertamente e con forza finché non sia chiaro: si chiama Violenza di Genere, la violenza che sistematicamente e quotidianamente posiziona la donna in una posizione subordinata e che alimenta la cultura del possesso.

Fanno parte del sistema di dominazione che chiamiamo patriarcato tante forme di violenza, di oppressione e di discriminazione che riguardano le donne ma non solo, riguardano anche altre soggettività oppresse in base a sesso, razza e classe sociale. E riguardano i bambini, e quel mondo infantile al quale la società fa fatica a riconoscere valore e che è spesso sacrificato in nome degli interessi e dei desideri della “classe dominante” degli adulti soprattutto se questi adulti sono soggetti dominanti.

È necessario portare con forza le riflessioni sulle questioni di genere in sempre più ambiti possibili, è necessario utilizzare le parole giuste e chiamare le cose con il proprio nome, è necessario rifiutare narrazioni che incolpano la donna soprattutto quando vuole terminare una relazione perché non è un oggetto non è di proprietà di nessuno..

È necessario promuovere momenti collettivi per riconoscere nel nostro quotidiano gli atti di dominazione che ci opprimono, sforzarci sempre – ciascuno e ciascuna di noi – a liberarci dal “maschio dominante dentro sé.

È necessario sostituire le caratteristiche della dominazione – maschile, padronale, bianca – con valori di solidarietà, libertà ed emancipazione.

È necessaria l’autodifesa femminista, come viene definita nel Piano elaborato da Non Una Di Meno: “una pratica collettiva che pone al centro l’autodeterminazione delle donne, creando legami di solidarietà e sorellanza (…). Le forme di autodifesa possono essere fisiche, verbali e psicologiche” e mirano a mettere “in attoi processi che modificano la percezione di sé, della propria forza/debolezza, del proprio ruolo in relazione alle altre persone” .

È necessario fare tutto questo per le donne, per le altre soggettività oppresse e anche per gli uomini sui quali pure il patriarcato agisce attraverso la virilità imposta, l’ esclusione dell’emotività e la performatività muscolare.
È necessario fare tutto questo ognuno nei suoi spazi, anche nel proprio piccolo, nella propria quotidianità.

È sempre più necessario creare comunità.
Ciao Barbara, ciao Alessandro!
Forza Aurora!

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