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[PALERMO] NAVI-QUARANTENA: CONTINUANO LE VIOLENZE DEL GOVERNO ITALIANO SUI POPOLI OPPRESSI

Dal 12 Aprile 2020 sulle nostre coste si sta presentando una delle più grandi manovre razziste e violente degli ultimi anni.
Da quel 12 Aprile sono circa 10.000 le persone che sono state portate sulle navi quarantena, con la sola colpa di essere rifugiati. Nello stesso periodo abbiamo assistito ad una riapertura dei confini nazionali, non ci risulta però che i turisti provenienti da paesi europei siano stati costretti a passare la quarantena in mezzo al mare, per un tempo indefinito.
Quella di istituire le navi-quarantena è una scelta politica. Sopra queste navi vengono selezionate le persone da rimpatriare, tenendo conto soltanto degli accordi stipulati dal governo italiano e non dando la possibilità ai rifugiati di mettersi in contatto con avvocati o associazioni del territorio. Questo rappresenta una violazione ai diritti dell’uomo, ma anche ai diritti della discriminazione. A causa del rinnovo degli accordi tra Italia e Tunisia, contiamo un aumento dei rimpatri con partenze regolari fino a tre volte la settimana. Solo il 3 Novembre, sono 40 i migranti tunisini trasferiti al CPR di Gradisca senza alcun accesso alla tutela legale. A conferma di tutto ciò, è ormai nota la prassi di prelevare persone straniere dai centri di accoglienza per portarle sulle navi-quarantena.
Sono pochissime le notizie che riescono a trapelare dalle navi, dal momento che le uniche persone che possono salire sulle navi fanno parte della Croce Rossa e delle Forze dell’ordine. Nessun giornalista può salire per raccogliere testimonianze, il che rappresenta un’altra violazione dei diritti umani.
Non si hanno numeri precisi dei suicidi, raccontiamo però la storia di Bilel Ben Masoud, ventiduenne, che il 20 Maggio si è tolto la vita buttandosi in mare.
Solo ad Ottobre, sulla nave Rhapsody al porto di Palermo, 9 persone hanno mangiato lamette e pezzi di vetro in segno di proteta, tentando il suicidio.
Questi sono numeri che devono far riflettere, quali devono essere le condizioni su quelle navi?
Come riportato dal Garante Nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale, il 20/11/2020 le persone distribuite nelle 5 navi quarantena erano 2448, tra queste 197 erano positive al tampone.
Tra negativi e positivi non viene fatta alcuna distinzione, alimentando così il contagio sulle navi.
Questa confusione, voluta, porta ad una reclusione che nella maggior parte dei casi dura molto più di 15 giorni.
Il 2 Ottobre abbiamo scoperto della morte di Abou, 15enne ivoriano, che in un primo momento venne recuperato dall’Open Arms. Il 18 Settembre venne trasferito sulla nave quaratena “Allegra”, al porto di Palermo.  Era denutrito e portava sul corpo segni di tortura. Solo il 28 Settembre un medico a bordo si accorse delle sue condizioni. L’1 Ottobre venne trasferito all’ospedale Cervello di Palermo, dove non riusciva ancora a parlare. Il giorno dopo Abou entrò in coma e venne trasferito all’ospedale Ingrassia, reparto Rianimazione. Tutto questo fu inutile, Abou morì alle 15:30, a 15 anni, con la sola colpa di scappare da una condizione di disagio e povertà.
Sul piano economico, ci sembra inutile dirlo, il governo italiano sta spendendo decine di milioni di euro per finanziare le compagnie navali private.
Per due unità navali, e per coprire la permanenza di 460 persone per un periodo di 40 giorni, vengono spesi 4.000.000€. Accogliere 250 persone per 95 giorni a terra,  non costerebbe più di 1.000.000€.
Firmiamo il documento sulle navi-quarantena scritto dal Forum Antirazzista di Palermo, affinché il nostro sdegno possa arrivare nei banchi di governo. Non possiamo permettere che questa manovra violenta e razzista venga portata avanti.
Fate scendere tutt*!
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