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Lettera a Lorenzo Orso “Tekoser”

“Non rattristatevi più di tanto, mi sta bene così; non ho rimpianti, sono morto facendo quello che ritenevo più giusto, difendendo i più deboli, e rimanendo fedele ai miei ideali di giustizia, eguaglianza e libertà. Quindi, nonostante questa prematura dipartita, la mia vita resta comunque un successo

Caro Lorenzo, caro Orso,
questo passaggio della tua lettera ci ha particolarmente colpito. Potevi non scriverla, e invece hai usato proprio quella parola: successo. Sarà che ci hanno insegnato fin da bambin* che il successo è legato al denaro, alla merce e alla posizione che sapremo guadagnarci con il nostro sudore, ma usando quelle precise lettere, sei riuscito a scatenare un cortocircuito dentro ognun@ di noi.
Il successo ce lo hanno promesso fin dalla culla e ce lo continuano a promettere ogni giorno, salvo poi dirci che la nostra vita è stata un fallimento se non riusciamo a trovarle un senso in un lavoro di merda, nella mancanza di prospettive, nella disoccupazione.
Tu no.
Tu ci hai dimostrato con semplicità che il successo può essere anche una vita messa a disposizione della comunità e di una causa giusta, “perché solo così si cambia il mondo”. Non lo hai solo detto o scritto in un post, ma lo hai prima di tutto fatto. Sei partito dal tuo quartiere, Rifredi, per difendere un esperimento democratico tra i più avanzati nel mondo, la confederazione democratica del Rojava, dalle armi dell’esercito turco e dell’Isis: un progetto fondato sulla giustizia sociale, sulla parità totale tra uomini e donne di tutte le etnie e religioni, e su una vera democrazia. Sei morto poco prima della vittoria sull’Isis, come il partigiano Johnny, come il Che, come chi porta le proprie scelte fino in fondo.

Caro Lorenzo, caro Orso,
quello che ci hai lasciato è prima di tutto un esempio di umanità, di come si possa e si debba fare un buon uso delle nostre vite. Non vogliamo che il tuo esempio cada, per questo il 23 il nostro cuore sarà a Firenze, alla Società di Mutuo Soccorso di Rifredi, insieme ad Annalisa, Alessandro e Chiara – la tua splendida famiglia –, al Cruco, ai tuoi amici e alle tue amiche, ai compagni di Tikko con i quali avevi scelto di combattere, alla comunità kurda, e a tutt* coloro che saranno presenti per commemorarti. Pensiamo che la raccolta fondi per la pubblicazione di un libro con le tue lettere, la dedica di case del popolo, strade, spazi pubblici in tuo nome, la memoria e il racconto vivo di quello per cui hai combattuto, siano tutte iniziative da raccogliere e sostenere. Crediamo in particolare che vada tenuta viva la solidarietà alla rivoluzione del Rojava, e la campagna contro l’applicazione della sorveglianza speciale per coloro che, come te, hanno fatto la scelta di partire, e ora vengono perseguitati senza nessun capo d’accusa, se non quello di essere tornat* viv*.
Siamo felici che proprio in questi giorni per Davide e Jack sia stato escluso l’utilizzo della sorveglianza speciale! A Eddi, Paolo, Jacopo e Luisi, su cui ancora pende la spada di Damocle di questa assurda misura di controllo, va tutto il nostro affetto e la nostra solidarietà.

Caro Lorenzo, Caro Orso,
il 23 giugno alcuni di noi non ci saranno lì a Rifredi. Non perché non vorremmo esserci, ma proprio perché ci siamo riconosciuti appieno nelle tue parole. Il nostro progetto, Potere al Popolo!, che si avvia oggi alla sua sesta Assemblea nazionale, nasce proprio come una sfida: che tant* singol* partigian* e diverse “bande”, che quotidianamente resistono, possano mettersi insieme, trasformare le singole gocce che oggi si perdono o vengono assorbite, in una tempesta che lavi via lo sporco del nostro paese e di questo mondo.
Come te, noi vogliamo essere quella goccia, quella tempesta, per cambiare davvero le cose, per portare pace, libertà, uguaglianza sociale, un modo di vivere insieme, di cooperare fra noi e con l’ambiente in modo sano e felice. È di tutto questo che le nostre vite hanno un dannato bisogno.
E solo se lotteremo per tutto questo potremo dire che saranno state un “successo”, proprio come tu ci hai insegnato.

Caro Lorenzo, Caro Orso,
te lo promettiamo: Saremo tempesta!
Buon viaggio compagno!

 

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