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In Europa il muro del debito deve cadere

Vi proponiamo la traduzione dell’articolo pubblicato sul quotidiano francese Les Échos il 6 maggio 2020.

La pandemia di Covid-19 ha portato a una situazione straordinaria. Più della metà della popolazione mondiale si è trovata confinata. L’attività globale è stata ridotta in proporzioni mai viste prima. La recessione sembra destinata ad essere incomparabile con tutto ciò che abbiamo vissuto nell’ultimo mezzo secolo. Per farvi fronte, i governi sono già costretti ad effettuare spese molto elevate. Questo ha persino portato la Commissione Europea ad abbandonare temporaneamente la regola del 3% di deficit, il che indica quanto sia grave la situazione! Nei prossimi mesi, il debito pubblico in Europa esploderà inevitabilmente.

Cosa possiamo fare? Ripagare il debito non può diventare l’unico orizzonte dei popoli d’Europa. I governi useranno questa presunta spada di Damocle per imporre nuove cure di austerità ai popoli d’Europa. Il Medef (la Confindustria francese, ndr) sta già usando questo argomento per chiedere che si lavori di più. È un vicolo cieco. La crisi sanitaria non deve trasformarsi in un’ondata di miseria sociale per i nostri popoli: non spetta a loro pagare per la crisi!

Tante spese da sostenere

Osserviamo negli Stati membri che ampi settori dell’opinione pubblica e tanti dirigenti ritengono legittimo disobbedire alle istruzioni della Commissione Europea quando essa ordina misure che portano allo smantellamento del servizio pubblico e alla negazione della volontà popolare espressa nella democrazia delle istituzioni.
Ci sono così tante spese utili da sostenere! Dobbiamo ricostruire i nostri sistemi sanitari pubblici, di cui stiamo pagando lo smantellamento con anni di assurda austerità. Per non parlare degli investimenti necessari per ripristinare la nostra sovranità industriale e amplificare la conversione ecologica delle nostre economie.

Debiti a lunghissimo termine

Affrontiamo la verità: i debiti sovrani accumulati non saranno mai ripagati. Dobbiamo trovare il modo di cancellarli in modo razionale, pacifico e civile. C’è un modo per cancellare il debito. La Banca Centrale Europea ha già un quinto dei debiti degli Stati europei nelle sue casse. Può trasformarli in “debito perpetuo”.

Oppure, se l’eternità è spaventosa, in debiti a lunghissimo termine: 50 anni, 70 anni o 100 anni. Visto il loro tasso d’interesse zero e con l’inflazione, si scioglierebbero gradualmente e in modo indolore. In primo luogo, possiamo quindi cancellare questi debiti fino a quanto gli Stati hanno dovuto spendere per affrontare le crisi sanitarie e sociali, e per avviare il rilancio e la biforcazione dei loro sistemi produttivi.

In secondo luogo, la Banca Centrale dovrebbe continuare a riacquistare i debiti sovrani dai creditori privati, come fa dal 2015. Pertanto, potrebbe ripetere la stessa operazione con questi debiti, quando necessario, e per esempio per finanziare investimenti sostenibili. Sempre più economisti difendono questa soluzione come l’unica praticabile in questo momento.

Riscrivere integralmente i trattati

Tuttavia, resteremmo dipendenti dai mercati finanziari, poiché il debito pubblico continuerebbe ad essere riacquistato principalmente su questi mercati. In futuro, la BCE deve essere in grado di finanziare direttamente i governi, come stanno già facendo le sue controparti britanniche e americane. A tal fine, è necessario riscrivere completamente i trattati e uscire dall’attuale quadro dannoso. Lo statuto della Banca Centrale dovrà essere modificato per consentire che il suo denaro sia destinato direttamente a progetti pubblici di interesse generale, senza alimentare la bolla finanziaria speculativa.

L’Europa è alle prese con una crisi sanitaria, economica e sociale. Le regole di condotta del liberalismo economico ci hanno portato a questo disastro. Le nostre società devono fare affidamento sull’aiuto reciproco, sulla cooperazione e sui loro Stati per superare le difficoltà piuttosto che sull’egoismo sociale e sulla concorrenza. Ma c’è una condizione a priori: dobbiamo liberarci dal peso del debito.

I firmatari: Jean-Luc Mélenchon, presidente del gruppo La France Insoumise all’Assemblea nazionale francese; Manon Aubry, copresidente del gruppo della Sinistra unitaria ed europea al Parlamento europeo, LFI (Francia); Martin Schiderwan, copresidente del gruppo della Sinistra unitaria ed europea al Parlamento europeo, Die Linke (Germania); José Gusmao, eurodeputato del Gruppo della Sinistra unitaria ed europea al Parlamento europeo, Bloco de Esquerda (Portogallo); Idoia Villanueva, eurodeputata del Gruppo della Sinistra unitaria ed europea al Parlamento europeo, Podemos, (Spagna); Manuel Bompard, presidente della delegazione francese al Parlamento europeo e gli eurodeputati “insoumis”.

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