Un nuovo immaginario, oltre il teatrino dei potenti!

Il 30 ottobre saremo in piazza al fianco dei lavoratorә della GKN e di tuttә i lavoratori e lavoratrici precarə e vessatə, di coloro che sono sfruttatә, defraudatә dei diritti e della possibilità di una vita dignitosa.
Stare al fianco deglә ultimә, reclamando eguaglianza sociale, redistribuzione della ricchezza e concrete azioni per affrontare la crisi climatica è la nostra risposta al vertice conclusivo dei capi di stato e di governo dei paesi del G20.

Il G20, che rappresenta gli Stati con le economie più ricche a livello planetario, è l’emblema di una governance basata sulla ricerca di profitto per pochi attraverso lo sfruttamento delle risorse umane e ambientali, del moltiplicarsi dei conflitti per l’accaparramento di risorse, delle guerre tra poveri e delle crescenti diseguaglianze.
La ristrutturazione del sistema capitalistico a fronte della complessa situazione storica in atto, caratterizzata dall’esplosione delle contraddizioni socio-economiche e della crisi sanitaria globale, è ben sintetizzata dal modus operandi alla base della carovana capitalista del G20. La settorializzazione degli ambiti di intervento (economia, sanità, ambiente, esteri, ecc.) dimostra la tendenza del sistema vigente allo sradicamento delle contraddizioni e della crisi dalla loro dimensione globale, in funzione di un approccio maggiormente mirato alla supposta risoluzione tecnico-specialistica delle problematiche.

Al frammentato e settorializzato quadro mondiale e italiano rispondiamo con una lettura del presente attenta alla trasversalità delle contraddizioni e alla necessità di una “giustizia” che possa essere realmente globale.

Rivendichiamo l’autodeterminazione dei popoli, una nuova dimensione di governance globale contruita con la partecipazione di tutti i paesi del mondo, a partire dai più poveri, in cui torni a essere centrale il ruolo dell’ONU. È ora di finirla con i club ristretti!

Siamo contro ogni pratica colonialista e imperialista, politiche di sfruttamento e forme di cooperazione che camuffano assoggettamento culturale o economico.
Alcune questioni sono per noi imprescindibili per costruire un futuro migliore: la rimozione dei brevetti ai vaccini, la cancellazione del debito dei paesi poveri, il rifiuto della guerra e delle ingerenze armate, il taglio delle spese militari ma anche il salario minimo e un reddito di base dignitosi.

Per questo motivo saremo in piazza per gridare ancora una volta che non c’è giustizia ambientale senza giustizia sociale, che alla precarizzazione delle nostre esistenze opponiamo la lotta per i nostri diritti, per una sanità pubblica, per un’istruzione gratuita e per una vita dignitosa, che alle disuguaglianze rispondiamo con la costruzione di un mondo inclusivo e trans-femminista.

La lotta per un nuovo immaginario continua, oltre il servilismo dei potenti e per l’autodeterminazione dei popoli e delle nostre comunità.

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