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LIVORNO: CONTROLLO POPOLARE SULLA DARSENA EUROPA!

Controllo popolare sulla costruzione della Darsena Europa: siamo sicuri di voler affidare il progetto a una ditta che in passato ha visto moltissime indagini intorno ai lavori svolti?

Questa la domanda che come Potere al Popolo Livorno ci poniamo. Ma andiamo con ordine.
Prima di tutto vogliamo chiarire che questo nostro intervento è sorto perché riteniamo la Darsena Europa un’opera fondamentale per lo sviluppo economico della città di Livorno. La chiusura di moltissime fabbriche, la crisi, l’aumento della disoccupazione, stanno mettendo in ginocchio la città. L’ultimo polo industriale rilevante e intorno al quale ruota tutta l’economia cittadina, è quello portuale, ma c’è bisogno di più spazi, maggiori banchine, e un dragaggio dei fondali. E tutto ciò deve essere fatto in fretta e bene.
Ciò premesso, facciamo un breve riassunto: il 7 ottobre 2021 finalmente viene pubblicato il bando per la costruzione della Darsena Europa, un bando di circa 400 milioni di euro che porterà nuova linfa per le attività portuali. A tal proposito il 7 febbraio 2022 il bando viene vinto da un Consorzio formato da 4 società:
Fincantieri Infrastructure Opere Marittime S.p.A.
Sales S.p.A.
Società Italiana Dragaggi S.p.A.
Fincosit S.r.l.

Il 23 Marzo il Commissario nonchè Presidente dell’Autorità Portuale, Luciano Guerrieri, dovrebbe firmare il definitivo contratto con il Consorzio, per la realizzazione dell’opera che dovrebbe avere una durata di 4 anni e mezzo circa come dichiarato il 9 Marzo in Terza Commissione consiliare dall’ingegner Pribaz.
Proprio perché ci sta a cuore che l’opera sia realizzata presto e bene, siamo andati a fare una semplice ricerca su internet delle società che si sono aggiudicate l’appalto, cosa che siamo certi abbiano fatto anche gli enti preposti oltre a richiedere anche le varie certificazioni dovute. Se per Fincantieri Infrastructure e la Sales non si trovano episodi dubbi o discutibili nel loro pregresso, se non un solo episodio, un po’ più di precedenti risultano per Sidra (Società Italiana Dragaggi) e soprattutto su Fincosit che analizzeremo più nel dettaglio.

SIDRA

La Sidra è incappata in un caso di indagini per illecito nel 2013 poi sgonfiatosi, nella costruzione del porto commerciale di Molfetta dove vennero tutti assolti e la Sidra pagò 52 mila euro per un illecito amministrativo, anche se i costi dei lavori aumentarono molto rispetto a quanto preventivato. Da segnalare anche quanto accaduto rispetto ai lavori per il dragaggio del porto di Pescara che andò molto per le lunghe.

FINCOSIT E GRANDI LAVORI FINCOSIT

Ma ovviamente parliamo di singoli piccoli episodi che in grandi aziende possono capitare. Quello che invece a noi preoccupa un po’ di più, sono i precedenti della Fincosit. E non tanto di questa azienda che ha un rating di legalità di 2 stelle su 3, ma della società che la possiede al 100% e cioè la Grandi Lavori Fincosit spa. Le due società hanno lo stesso presidente (Salvatore Sarpero) e lo stesso Vice presidente del CDA (Claudio Calabi) così come coincidono quasi del tutto gli organi di controllo e la società di revisione (KPMG).
Ma quello su cui vogliamo concentrarci, sono appunto i precedenti della società Fincosit “madre”.

Concordato

Poco più di 3 anni fa l’agenzia di stampa AGI inseriva la Grandi Lavori Fincosit tra le aziende in crisi e in “concordato bianco”, parlava inoltre di 1.079 addetti, probabilmente si riferiva anche agli addetti delle controllate poiché da una visura camerale, al 30 settembre scorso, risultano solo 28 addetti nella società (qui e qui due link utili).
Il 5 luglio 2018 è stata presentata domanda per il Concordato preventivo n° 48/18. Il 12 Dicembre è stato registrato il piano concordatario presso il Tribunale di Roma. Il piano prevederebbe il risarcimento totale dei creditori privilegiati e il 20% per i creditori chirografari. E’ prevista anche la cessione Seli Overseas e GLF USA a Salini Impregilo, oltre alla costituzione della newco, Fincosit srl. Il 20 Novembre 2020 è stato depositato il decreto di omologa e il Tribunale di Roma ha nominato liquidatori giudiziali l’avvocato D’Attorre e il dottor Tiscini
A Giugno 2021 sembra ancora in essere la presenza dei liquidatori come riporta questo articolo de Il Sole 24 ore dove si parla della decisione di vendere una controllata della Grandi Lavori Fincosit .

Colle di Tenda

Il primo episodio non rassicurante è quello relativo ai lavori al Colle di Tenda dove secondo delle indagini della Procura i lavori non vennero realizzati in modo corretto.
“Ci sono intercettazioni che parlano di un muro “tenuto su con lo sputo” e della paura “che ci scappi il morto”. […] Le indagini delle Fiamme gialle sono iniziate dopo aver scoperto che molto del metallo che arrivava al cantiere e che avrebbero dovuto impiegare per la realizzazione dell’opera, era rivenduto e portato via su camion come fosse un rifiuto, falsificando le bolle di accompagnamento. Poi è venuto tutto il resto: si è scoperto che parte del muro di contenimento della montagna non era armato, che anche le pareti del nuovo tunnel non sono costruite in modo adeguato.” Questo si riporta nell’articolo di Repubblica nel 2017.
Nel 2018 si chiusero le indagini sul mega cantiere del Tenda bis. Riportiamo le parole del sito Cuneodice a fine 2020, con questa ricostruzione: “Il processo vede imputate 16 persone, accusate a vario titolo di furto, truffa aggravata, frode nelle pubbliche forniture e falso ideologico relativo ai documenti di cantiere. A rispondere dei reati contestati sono perlopiù dipendenti della Grandi Lavori Fincosit spa che si era aggiudicata i lavori, insieme agli incaricati dell’Anas e a vari professionisti responsabili di supervisioni e consulenze.” Non sappiamo come si stia svolgendo il processo e quali esiti siano sopraggiunti.
Due mesi fa, a gennaio di quest’anno, il processo di primo grado si è concluso con cinque condanne tra i 3 e i 4 anni.

Terzo Valico e Tramvia

Negli anni scorsi l’azienda si è aggiudicata anche l’appalto dell’Alta Velocità per il Terzo Valico e quello per la tramvia a Firenze i cui lavori vennero però terminati dalla CMB per le precarie situazioni economiche di Fincosit che non riusciva a pagare le ditte subappaltatrici (qui e qui due link per approfondire).

MOSE

Ma la vicenda che ha avuto più risalto a livello nazionale fu quella relativa alla costruzione del Mose di Venezia e le relative indagini che portarono all’arresto dell’allora presidente Alessandro Mazzi. Mazzi presidente della società dal 2003, venne arrestato nel 2014 dove rivestiva il doppio ruolo di presidente della Grandi Lavori Fincosit e di vice presidente del Consorzio Venezia Nuova. Al centro dello scandalo tangenti e finanziamento ai partiti. La Procura accusava Mazzi di corruzione in concorso, finanziamento illecito dei partiti e false fatturazioni quelle che servivano per creare fondi neri da dirottare alla politica.
Mazzi patteggiò 2 anni e la somma di 4 milioni di euro, ammettendo di aver dato oltre 300 mila euro tra il 2003 e il 2006 per finanziare le campagne elettorali.

La Franca

Nell’aprile 2015 partì un’altra indagine a seguito di un servizio della trasmissione Report dove un operaio dichiarò: “Nella galleria La Franca abbiamo messo meno cemento, e il rischio è che in quel tratto crolli” e molte altre dichiarazioni allarmanti su come vennero svolti i lavori per risparmiare cemento e soldi. Sul sito Umbria24, il 20 marzo 2019 si legge: “Il sostituto procuratore Michela Petrini ha chiesto il rinvio a giudizio di dieci persone, compreso Carlo Ferroni presidente del Cda di Grandi lavori Fincosit, per frode in fornitura pubblica e attentato alla sicurezza dei trasporti pubblici […]Davanti al gup si difendono anche Giorgio Mazzi e Vito Alfonso Gamberale, che si sono succeduti alla Grandi lavori Fincosit come rappresentanti legali: per loro la pubblica accusa chiede il processo per gestione di rifiuti non autorizzata, reato di cui devono rispondere anche Ferroni e Petrucci. Durante le indagini condotte dall’Arma, anche col Ros, sono stati trovati 200 metri cubi di rifiuti speciali non pericolosi rinvenuti nell’area di cantiere di Sostino (Foligno) e pure fanghi prodotti da trattamenti delle acque reflue industriali rinvenuti all’interno della vasca di decantazione. Che non avrebbero dovuto trovarsi lì..”

Università di Pisa


Nel 2020 c’è stata anche una causa tra l’Azienda Regionale per il Diritto allo Studio Universitario di Pisa e la Grandi Lavori Fincosit che con la sentenza di primo grado 834 del 2020 pare abbia condannato la Fincosit a risarcire per 20 mila euro più le spese processuali, l’azienda universitaria pisana.
Danimarca
Un ultimo episodio significativo della Grandi Lavori Fincosit è l’appalto vinto nel 2017 in Danimarca per la costruzione del ponte Storstrømsbroen che collega le isole della Zelanda e l’isola Falster. Un’opera da diverse centinaia di milioni di euro. Il consorzio vincitore è composto da tre società italiane: Itinera, Condotte e Grandi Lavori Fincosit. Un ponte di 4 chilometri per auto, bici e treni che sostituirà quello attuale costruito nel 1937.
Ma come si legge su Irpimedia alcune inchieste giornalistiche segnalarono che tutte e tre le aziende che componevano il consorzio erano coinvolte, direttamente o a causa delle indagini sui loro manager o ex manager, in importanti casi di corruzione in Italia. In seguito a questa inchiesta e a interrogazioni parlamentari, scoppiò lo scandalo della destinazione di uso di soldi pubblici per aziende non completamente trasparenti soprattutto con informazioni taciute al momento della stipula del contratto poiché aziende estere. In seguito a tutto ciò, apprendiamo dalla stampa danese che Condotte e Grandi Lavori Fincosit, vennero estromesse dalla gara per casi di corruzione e pregresse difficoltà economiche e rimase soltanto Itinera del Consorzio iniziale e le altre 2 aziende con solo lo 0,01%. Questo stratagemma venne usato per non escludere l’intero consorzio con il rischio di dover pagare un risarcimento da parte della Danimarca per la perdita dell’appalto.
Anche il giornale Fagbladet3F ha riportato allarmato tale notizia riguardo la famiglia Mazzi.

SITUAZIONE SOCIETARIA

Nel 2015 è stato nominato presidente di Grandi Lavori Fincosit, Vito Gamberale, manager con varie indagini alle spalle e finito anche nella lista dei sospettati per il crollo del Ponte Morandi nell’ottobre 2018 in quanto in passato presidente di Autostrade per l’Italia, ma non è stato rinviato a giudizio .
L’attuale presidente di Fincosit srl e Grandi Lavori Fincosit, è Salvatore Sarpero, anche lui faceva parte del direttivo del Consorzio Venezia Nuova. La Grandi Lavori Fincosit è posseduta all’80% dalla società DONA srl la cui presidente nel 2018 risultava essere Donatella Rocco, moglie di Alessandro Mazzi. Il restante 20% appartiene alla Italholding srl in liquidazione il cui presidente in passato è stato Giorgio Mazzi, fratello di Alessandro.
Il vice presidente del CDA è invece Claudio Roberto Calabi, un nome molto noto all’interno delle grandi imprese, da sempre focalizzato sulla ristrutturazione e la crescita di aziende. E’ stato Amministratore Delegato di grandi aziende italiane, purtroppo non sempre in modo fortunato, tra cui RCS Editori, Camuzzi, I Viaggi del Ventaglio, Il Sole 24 ORE e Risanamento S.p.A. E’ stato membro del Consiglio di Amministrazione e Presidente del Comitato esecutivo di Banca Carige e membro del Consiglio di Amministrazione del San Raffaele. Lo troviamo anche nelle aziende della famiglia Ligresti: Imco e Sinergia.
Diversi “errori” sono stati commessi alla guida tra il 2005 e il 2009 de Il Sole 24 Ore, e così scrive Il Fatto Quotidiano il 10 ottobre 2016:
“Il Sole 24 Ore è stato gestito peggio della peggiore municipalizzata. Il presidente della Confindustria Montezemolo affida la società per la quotazione a un manager formidabile, Claudio Calabi, che ha già guidato la Rcs-Corriere della Sera, dunque ha la giusta esperienza editoriale. Anche troppa: nel 2000, mentre con Rcs comprava in Francia la casa editrice Flammarion, Calabi fece un insider trading da manuale, comprando azioni Flammarion a 37-42 euro e rivendendole a 78 euro venti giorni dopo. Un guadagnuccio da 365 mila euro per arrotondare, forse lo pagavano poco. Fatto sta che la Cob (la Consob francese) lo beccò subito, e il presidente della Rcs Cesare Romiti lo mise alla porta in 48 ore. Nessun giornale scrisse una riga.”

SOCIETA’ DI REVISIONE

La società di revisione delle aziende Fincosit e Grandi Lavori Fincosit è la KPMG, purtroppo anche nel campo di tali società, con una superficiale ricerca su Google, non è che ci siano notizie confortanti.

CONCLUSIONI


Dopo questa parte di “inchiesta” con fonti trovate in rete, adesso spetta a noi, come Potere al Popolo Livorno, una valutazione politica su tutte queste notizie.
Quel che possiamo dire è, come ribadito inizialmente, l’urgenza e la necessità della Darsena Europa, ma proprio per tali condizioni, non ci possiamo permettere di finire in un vortice di allungamento di tempi, di mancati pagamenti, di lavori fatti non in sicurezza e a regola d’arte, o in un aumento di costi. Non è sicuramente compito nostro mettere la firma sul contratto che sancirà i lavori e l’accordo tra Autorità Portuale e Consorzio di queste aziende, quelle sono responsabilità tecniche e politiche che spettano al Commissario Luciano Guerrieri, ma ci sentiamo in dovere di chiedere che vengano esaminati questi casi pregressi, sia quello danese che nelle altre parti d’Italia, per prendere la decisione migliore per la nostra città. Noi restiamo allarmati da questi casi avvenuti in modo così frequente e a livello politico crediamo che debbano essere fatte tutte le valutazioni del caso per non trovarsi con un porto bloccato o con lavori non a norma. E sicuramente non vorremmo dover dire tra qualche anno, che avevamo segnalato alcune problematicità rimaste inascoltate. Probabilmente non è neanche compito della politica cercare tutte queste informazioni, ma il nostro metodo del “controllo popolare” si basa esattamente su questo, nel vigilare per la tutela dei cittadini le decisioni che le istituzioni prendono, questo è quanto crediamo, come Potere al Popolo, di dover fare. Auspichiamo dunque che ognuno si assuma le proprie responsabilità, ma noi sicuramente non ci sentiamo rassicurati dall’esito del bando di gara con questo Consorzio.


Potere al Popolo Livorno

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