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IL GOVERNO REPRIME VIOLENTEMENTE LE PROTESTE PRO PALESTINA. SE DENUNCIARE UN GENOCIDIO È UN CRIMINE, ARRESTATECI TUTTƏ!

“Rafforzamento delle misure di prevenzione” – così è stato definito lo scopo dell’incontro avvenuto il 15 aprile tra Piantedosi e vertici delle forze dell’ordine e intelligence. In altre parole: repressione violenta e antidemocratica verso tutti coloro che esprimono dissenso verso le politiche governative di appoggio incondizionato ad Israele.

I risultati li abbiamo visti due giorni fa alla Sapienza dove studenti e studentesse sono stati caricati almeno 5 volte dalla polizia in tenuta antisommossa. Uno studente e una studentessa sono stati arrestati e ieri hanno subito un processo per direttissima, venendo rilasciati solo in attesa dell’udienza.

Alle manganellate è immediatamente seguita una campagna mediatica di criminalizzazione dei manifestanti, che avrebbero ferito 27 poliziotti. Fa sorridere pensare che degli studenti totalmente disarmati possano avere un simile impatto su professionisti con tanto di caschi, scudi e manganelli.

Non ci si è fermati qui. Alla repressione poliziesca si è aggiunto il piano mediatico, in particolare contro l’Udap (Unione democratica arabo-palestinese) al fine di farla passare come organizzazione terroristica legata ad Hamas.

L’Udap è una delle più importanti organizzazioni palestinesi in Italia, storicamente di orientamento laico e di sinistra. Raccoglie persone palestinesi rifugiate in Italia, organizzando da anni importanti manifestazioni culturali e d’informazione. É questo forse terrorismo?

Le illazioni non si limitano all’organizzazione in generale ma vengono presi di mira anche singoli membri, citando nomi e cognomi. Fa specie leggere nomi come Khaled El Qaisi, studente Italo palestinese di orientamento laico e di sinisrra, da qualche mese rientrato in Italia dopo un’ingiustificata detenzione di 32 giorni nelle carceri israeliane e per la cui scarcerazione l’Italia non ha mosso un dito, che secondo i giornalisti sarebbe un affiliato di Hamas. O Jehad Othman il cui profilo di pericolosità attuale deriverebbe dal suo presunto ruolo criminale risalente al lontano e remoto 1984 (cioè quando ancora Sandro Pertini era presidente della repubblica!).

In tutto questo si inserisce anche il processo per organizzazione terroristica internazionale che si sta portando avanti al tribunale dell’Aquila nei confronti di Anan Yaeesh e i suoi due coinquilini. Le accuse si baserebbero sull’affiliazione di Anan alla Brigata Tulkarem, un’organizzazione popolare di

Resistenza armata nata nel campo profughi di Tulkarem in Cisgiordania. Peccato che lo stesso diritto internazionale garantisce il diritto alla resistenza, anche armata, in contesti di occupazione quale è quello del popolo palestinese da parte di Israele.

L’intento del governo é quindi chiaro: dimostrare la lealtà al regime sionista e genocida di Israele con ogni mezzo necessario. Creare un clima di terrore, iniziare una persecuzione mirata dei cittadini palestinesi in Italia, reprimere brutalmente chiunque tenti di esprimere un dissenso verso l’appoggio incondizionato di Israele da parte del nostro governo e delle istituzioni.

Il tutto spesso con l’appoggio e la garanzia servile non solo della destra, ma anche del progressismo mediatico italiano, Repubblica in testa.

É questa la democrazia?

A tutti i compagni e le compagne palestinesi ingiustamente perseguitati e agli studenti e studentesse arrestati in Sapienza va tutta la nostra solidarietà. La mobilitazione al fianco del popolo e della resistenza palestinese non si fermerà.

Se chiedere la fine del supporto politico, materiale e accademico dell’Italia a Israele, il cessate il fuoco e lo stop di un genocidio sono crimini, allora dovrete arrestarci tuttə.

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