Toscana

[Firenze] Cosa succede alla Bekaert e cosa ha a che fare con noi?

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Siamo nel pieno della lotta contro la delocalizzazione di Bekaert: i lavoratori, sostenuti dalla grande solidarietà del territorio e di altri lavoratori come loro, hanno montato un presidio fisso davanti ai cancelli della fabbrica, proprio per evitare che Bekaert porti via i macchinari. Può capitare che in una situazione del genere, in cui entusiasmo, speranza e disperazione si mischiano continuamente, si perda di vista il quadro generale, si dia credito a promesse che sono invece delle trappole.

E invece tutti noi, dai lavoratori e dalle lavoratrici a chi solidarizza, dobbiamo saper tenere la barra dritta: abbiamo scritto questo breve contributo per capire insieme a che punto siamo, come gli eventi politici generali si leghino a quelli particolari che viviamo a Figline in questi giorni, e soprattutto cosa possiamo fare per aiutare i lavoratori.

IL CONTRIBUTO A QUESTO LINK: >>https://bit.ly/2M3DpDE

Qui nel post ci limitiamo a sottolineare due cose:

1) Il JOBS ACT, abolendo qualsiasi forma di sostegno collettivo al reddito dei lavoratori, è stato un atto di sabotaggio della lotta contro le delocalizzazioni. Chi ha votato quella legge ed oggi si presenta ai presidi non ha e non può offrire nessuna speranza ai lavoratori;

2) Di conseguenza il primo atto che il governo può e deve fare subito è quello di abolire con un decreto urgente quella legge nella parte in cui cancella la cassa integrazione straordinaria e introduce la Naspi. Ciò implicherebbe la sospensione della procedura di licenziamento collettivo per un periodo di almeno un anno, dando respiro ai lavoratori nella lotta. Qualsiasi promessa che non si traduca immediatamente in questo primo provvedimento sarà solo parole al vento;

3) La Cassa integrazione non basta: bisogna impedire che Bekaert vada via a sfruttare la concorrenza salariale tra i lavoratori. Per questo servono norme ben più stringenti di quelle facilmente aggirabili contenute nel decreto dignità. Ma serve anche e soprattutto la solidarietà di tutti noi, perché lo stabilimento con i suoi macchinari rimanga dov’è, perché altri lavoratori si uniscano alla lotta. Solo così gli operai Bekaert avranno buoni margini di contrattazione con l’azienda.
Invitiamo tutta la popolazione del fiorentino ad unirsi alla solidarietà ai lavoratori Bekaert, così come invitiamo tutti i lavoratori italiani a solidarizzare con questa lotta e a sentirla come propria.

Mai come oggi è vero che I lavoratori Bekaert sono io!

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