CalabriaNewsRegioniTerritori

[CATANZARO] DAL GOVERNO FASCISTA PIÙ GUERRA E PIÙ REPRESSIONE!

Il Consiglio dei ministri ha approvato il decreto-legge indebitamente intitolato alla Sicurezza.

Con questo atto il governo Meloni esautora il Parlamento, perché “troppo lento”, e trasforma il disegno di legge che si stava discutendo al Senato, utilizzando lo strumento della decretazione d’urgenza, in decreto-legge.

Siamo difronte ad un cambio di paradigma, ad una ulteriore stretta securitaria. Uno atto che calpesta la Costituzione e la democrazia. Un vero colpo di Stato. In tal modo le destre vogliono dotarsi di più efficace strumentazione repressiva per fronteggiare le crescenti mobilitazioni contro il riarmo e la guerra.

Chiediamo al Presidente Mattarella, in virtù della sua funzione istituzionale, dove stanno i requisiti di “straordinaria necessità ed urgenza” e i “contenuti omogenei” richiesti, per i decreti, dalla Costituzione? Il Parlamento viene trattato, ancora una volta, come un inutile ornamento se un decreto sostitutivo di una legge già in discussione (giunta alle ultime battute per l’approvazione) sottrae al Parlamento stesso la funzione legislativa conferita dall’articolo 70 della Costituzione. Entro il mese di aprile il Parlamento avrebbe sicuramente varato la legge. Di conseguenza il requisito della “urgenza” richiesto dalla Costituzione non esiste. L’unica motivazione sta nella volontà di questo governo di imporre lo Stato di polizia.

Il decreto legge assorbe il ddl Sicurezza. Dei 38 articoli in discussione solo 6 sono stati “limati” perché a rischio incostituzionalità, ma l’impianto rimane sostanzialmente invariato.

Il testo dopo la pubblicazione entrerà subito in vigore, e passerà al Parlamento, che avrà sessanta giorni di tempo per convertirlo in legge e senza che i parlamentari lo possano cambiare se non per aspetti molto marginali (la differenza tra un disegno di legge e un decreto-legge sta qui, tra le altre cose).

Nel decreto-legge sono previste nuove norme che aumentano le possibili pene per chi manifesta e potenziano le forze di polizia e i servizi segreti. Ma ci sono anche provvedimenti contro la cannabis light.

Cosa prevede il decreto-legge:

  • La norma che obbligava gli enti pubblici (incluse le università e la Rai) a collaborare con i servizi segreti e fornire loro informazioni, anche ignorando le norme sulla privacy e sulla riservatezza, è diventata facoltativa;
  • La resistenza passiva, in carcere, non è più considerata pari al reato di rivolta. In questo caso, il (leggero) cambiamento è che potrà essere condannato solo chi non obbedisce a degli ordini impartiti per “il mantenimento dell’ordine e della sicurezza” nel carcere. Resta comunque possibile condannare chi non segue gli ordini, anche se non fa alcun danno materiale a persone o cose. La stessa regola si applica per le rivolte nei Cpr, mentre nei centri di accoglienza non può esistere il reato di rivolta;
  • Il punto del disegno di legge che puniva chi protesta contro la realizzazione di opere pubbliche, un passaggio che sembrava scritto appositamente per le contestazioni no Tav e le manifestazioni contro il ponte sullo Stretto di Messina, sostanzialmente non cambia. Viene riscritto e il reato non si applica per tutte le opere pubbliche, ma solo a quelle che servono per il trasporto, le telecomunicazioni, l’energia o altri servizi pubblici;
  • C’era poi la controversa norma sulle schede sim vendute ai migranti: il ddl Sicurezza vietava di farlo a chi non avesse un permesso di soggiorno. La novità emersa nel decreto, anche in questo caso per andare incontro al Quirinale, è che ‘basterà’ un passaporto o un documento di riconoscimento come la carta d’identità;
  • Il decreto punta a rafforzare il contrasto al terrorismo, introducendo il reato di possesso di materiali utili alla preparazione di attentati. Chi viene trovato in possesso di manuali, istruzioni o strumenti utilizzabili per atti terroristici rischia da 2 a 6 anni di carcere, mentre la diffusione di tali contenuti, anche online, comporterà una condanna fino a 4 anni;
  • Per contrastare le occupazioni abusive, il decreto introduce una pena da 2 a 7 anni di carcere per chi occupa un’abitazione privata con violenza o minaccia, e la polizia potrà intervenire immediatamente per sgomberare gli occupanti. Inoltre, il decreto prevede pene più severe per chi commette reati nelle stazioni ferroviarie e sui mezzi pubblici, come furti e aggressioni;
  • Per i reati di aggressione o resistenza a pubblico ufficiale, prima, la legge prevedeva che nelle sentenze su questi illeciti non si dovessero più considerare le attenuanti generiche. L’idea è stata eliminata, perché non rispettava il principio che il diritto penale si deve applicare a tutti allo stesso modo;
  • Una novità riguarda la tutela legale per le forze dell’ordine: il decreto aumenta le pene per chi aggredisce poliziotti, carabinieri e vigili del fuoco, con sanzioni da 2 a 5 anni per lesioni semplici, da 4 a 10 per lesioni gravi e da 8 a 16 per lesioni gravissime. Viene introdotto anche un finanziamento di 10 milioni di euro per l’uso delle bodycam da parte degli agenti e un rimborso fino a 10.000 euro per le spese legali degli agenti indagati per fatti di servizio. Se l’agente sarà riconosciuto colpevole con dolo, dovrà restituire l’importo ricevuto;
  • Infine, le donne incinte e con figli di meno di un anno: il ddl prevedeva che per loro non fosse più facoltativa la detenzione in carcere, ma obbligatoria. Il decreto mantiene questo obbligo, ma sposta la detenzione dal carcere agli Istituti di custodia attenuata per le madri incinte;
  • Tra le misure più discusse, spicca il divieto di vendita della cannabis light: il decreto vieta la commercializzazione di infiorescenze di canapa e derivati come oli e resine, chiudendo il dibattito sulla legalità di questi prodotti. Infine, il provvedimento introduce un inasprimento delle sanzioni per chi non si ferma all’alt della polizia: oltre alla multa, si rischia ora la sospensione della patente fino a un anno;

Dopo la criminale decisione della Commissione von der Leyen di lanciare un faraonico piano di riarmo da 800 miliardi di euro, c’era da aspettarsi questa accelerazione della stretta repressiva. E non è una coincidenza che il boia Netanyahu venga accolto in Europa con tutti gli onori: la sua ferocia genocida contro i palestinesi piace ai governanti europei che programmano la loro guerra interna contro quanti/e intendono battersi, e si batteranno, contro la corsa ad un nuovo apocalittico conflitto militare globale inter-imperialista.

Rispondiamo a questo colpo di mano da stato di guerra che “CONTRO LA VOSTRA IN-SICUREZZA AI NOSTRI POSTI CI TROVERETE!

Related posts
NewsPrincipale

INVITO PER UN INCONTRO NAZIONALE CONTRO IL RIARMO EUROPEO, PER I DIRITTI SOCIALI E LA DIFESA DEI SALARI.

NewsPiemonteRegioniTerritori

[TORINO] PACIFINTI E GUERRE. CONTRO IL RIARMO EUROPEO BOICOTTIAMO LA GUERRA!

News

I MISTICI DELL’OCCIDENTE. NUOVE INDICAZIONI NAZIONALI E CULTURA (NON SOLO) DI DESTRA.

NewsPiemonteRegioniTerritori

[TORINO] PROCESSO "SOVRANO": NO ALLA REPRESSIONE, SI' AL CONFLITTO SOCIALE!

Lascia un commento