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[CALABRIA] ELEZIONI REGIONALI: POTERE AL POPOLO ATTACCA OCCHIUTO E IL CENTROSINISTRA. “SONO COME L’UROBORO”

Potere al Popolo Calabria, in vista delle elezioni regionali, ha diffuso una dura nota per fotografare quello che sta accadendo in Calabria.
Secondo il movimento, i cittadini calabresi sarebbero ostaggi di “una classe politica che, trasversalmente, da destra al cosiddetto campo largo, lucra sulle disgrazie della regione”.

Il caso Occhiuto: dimissioni e ricandidatura

L’attacco più diretto è stato rivolto al presidente della Regione, Roberto Occhiuto, che si è recentemente dimesso. Secondo Potere al Popolo, le sue dimissioni non rappresentano un atto di responsabilità politica, ma il frutto di un “gioco di mistificazione”, paragonato a un trucco da illusionista o “alla mossa del cavallo che spiazza l’avversario, dando però scacco matto ai calabresi”. Il movimento denuncia che Occhiuto, pur indagato dalla magistratura per incarichi conferiti all’interno del suo staff, abbia cercato di dipingersi come “vittima del sistema”, quando in realtà “ne è l’emblema e il vertice politico”. La decisione di lasciare la carica sarebbe stata dettata, secondo la nota, dalla lotta interna alla sua stessa coalizione: “Fratelli d’Italia lo stava logorando, ed ha avuto paura di restare solo”. Le dimissioni sarebbero quindi il risultato di un “regolamento di conti interno alla destra” e non della volontà di fare chiarezza.

La critica alla legge elettorale calabrese

Per Potere al Popolo, l’intera vicenda si traduce in “un attacco alla residua democrazia della Calabria” già messa a rischio da una legge elettorale definita “liberticida”, con la soglia di sbarramento fissata all’8%, giudicata sproporzionata e fortemente penalizzante.
Un centrosinistra senza alternative: “campo largo o campo santo”.
Severo anche il giudizio sul fronte progressista. Per Potere al Popolo, il centrosinistra e il cosiddetto campo largo oggi non sarebbero altro che “un campo santo”, cioè un simulacro politico senza idee, incapace di parlare ai ceti popolari e di proporre una vera alternativa.
Il riferimento è alla manifestazione sulla sanità del 10 maggio scorso a Catanzaro, dove, secondo la nota, né PD, né M5S né la CGIL sarebbero stati in grado di denunciare chiaramente le responsabilità bipartisan nello smantellamento della sanità pubblica calabrese, smantellata “per favorire i padroni delle cliniche private convenzionate”.

“Qui non si muore, si viene ammazzati di malasanità”

Il comunicato richiama casi simbolici, tra cui la morte dei giovanissimi Serafino Congi e Carlotta La Croce, definiti “ultime vittime di una strage che va avanti inesorabile”. Il movimento sottolinea che “nel 2025 in Calabria si muore perché le ambulanze non arrivano” e ricorda i nodi irrisolti: crisi idrica, trasporti pubblici carenti, dissesto idrogeologico, degrado ambientale, inquinamento di suolo e mare (con la Pertusola di Crotone come caso simbolo).
A questi problemi cronici si aggiungerebbero il declino demografico, la precarietà del lavoro e uno sviluppo economico basato sullo “sfruttamento e saccheggio del territorio”.

Il simbolo dell’Uroboro come rappresentazione del potere calabrese

Per illustrare la propria visione, Potere al Popolo utilizza la metafora dell’Uroboro, l’antico simbolo del serpente che si morde la coda in un ciclo infinito: “L’Uroboro rappresenta il potere che divora e rigenera sé stesso, fingendo cambiamento ma in realtà riproducendo lo stesso meccanismo”. Nel comunicato, il serpente assume le sembianze del potere politico calabrese, dove destra e sinistra appaiono come due facce della stessa entità: “Oggi la testa è il centrodestra, ieri era il centrosinistra, ma testa e coda restano parte dello stesso serpente che tiene i calabresi prigionieri”.

La candidatura di Tridico e il ruolo delle élite

Particolare attenzione viene riservata alla candidatura dell’eurodeputato Pasquale Tridico, sostenuta dal centrosinistra. Secondo Potere al Popolo, non rappresenta alcuna minaccia per la destra ma anzi “un modo pacchiano di accreditarsi presso il ceto padronale calabrese.
La critica si estende anche ai possibili candidati provenienti dal mondo delle cliniche private, la cui presenza confermerebbe – secondo il movimento – che il gioco politico, al di là delle etichette, serve unicamente a rafforzare gli stessi interessi economici”.

La proposta di Potere al Popolo: tagliare la testa del serpente

Il comunicato si chiude con un appello alla costruzione di un’alternativa reale e popolare: investimenti nella sanità pubblica e nei servizi essenziali; misure concrete per scuola, cultura e trasporti; tutela dell’ambiente e delle risorse comuni; sostegno alle classi popolari; politiche di ripopolamento e accoglienza, in grado sia di integrare i migranti sia di incentivare il ritorno dei giovani costretti a emigrare.
Secondo Potere al Popolo, solo “tagliando la testa e la coda del serpente” sarà possibile spezzare il ciclo eterno di rigenerazione del potere e costruire un futuro diverso.
Il messaggio finale è netto: “Chiunque non si ponga al di fuori di questo ciclo ne è complice. Per gli altri, non resta che unirsi per tagliare la testa del serpente”.

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