post voto

Potere al Popolo Firenze: Prime riflessioni sul voto e sulle prospettive

Potere al popolo a Firenze ha fatto un buon risultato (3,24 nella parte settentrionale e 2,41 in quella meridionale, che comprende Scandicci), che può certamente migliorare. Abbiamo dimostrato attraverso i dati come l’attivazione per Potere al popolo si è data anche in zone in cui i risultati della sinistra alle ultime elezioni non sono stati fenomenali (Isolotto, Piagge) e che in centro città, nel quartiere Santa Croce, Via Pietrapiana e Via dei Pepi il risultato è stato il triplo (tra l’8 e il 9%) rispetto alla media. Il quartiere di Santa Croce è il quartiere dove abbiamo condotto e stiamo conducendo da tempo una battaglia contro la svendita delle case popolari e contro l’espropriazione della città ai suoi abitanti da parte dell’industria turistica e dei suoi passacarte politici.

Ciò vuol dire due cose: che Pap ha attivato nuove forze che prima non votavano, e che il radicamento territoriale ha funzionato. Si è registrata un’insufficienza quantitativa rispetto al voto, certamente spiegabile con il poco tempo a disposizione e l’oscuramento mediatico, ma anche perché a livello nazionale siamo disposti a macchia di leopardo: occorre lavorare anche dal centro perché si possa ottenere un risultato più uniforme e più alto, dai territori per qualificare ulteriormente la nostra capacità di intervento e il nostro radicamento.

Il dato positivo è quello della partecipazione: in tanti, giovani in particolare, si sono riconosciuti nel nostro messaggio, hanno voglia di attivarsi e in parte il funzionamento delle assemblee e del coordinamento territoriale già rispecchia questa nuova composizione.

 

Attività

L’attività può e deve svilupparsi lungo tre direttrici, che sono tra loro connesse:

1.     La solidarietà alle vertenze lavorative e alle lotte contro la svendita del patrimonio pubblico e la distruzione del servizio pubblico;

2.     Il recupero di presidi territoriali come le case del popolo;

3.     Un’attività di mutuo sostegno tra le classi popolari, il mutualismo, che non si traduca in mero assistenzialismo, ma che sia strettamente legato ai primi due punti e che crei forme effettive di autorganizzazione popolare (esempi doposcuola, ambulatorio, gruppi di acquisto popolare, attività di sostegno etc.).

Questa attività è importante perché costituisce: un argine al razzismo, un’occasione per costruire comunità e legami di solidarietà, una possibilità di acquisire consapevolezza, credibilità e forza.Questo lavoro va affiancato ad un buon lavoro di comunicazione, perché si possa valorizzare il contenuto politico di quello che facciamo. E’ stato fatto l’esempio della lotta per le case popolari, che è stata accompagnata da una serie di iniziative di analisi e denuncia del modo in cui l’industria turistica sta svuotando i centri storici e alzando il livello degli affitti. Questo ci ha permesso di arrivare a molte più persone rispetto a quelle effettivamente toccate dalla vertenza.  Ancora positiva l’esperienza fatta sull’emergenza freddo, in cui abbiamo raccolto un appello nazionale per risolvere un bisogno immediato e attivare altre forze.E’ stato ribadito il fatto che Pap deve dotarsi di un’analisi di lettura della realtà all’altezza del compito che si pone, ma che quest’analisi deve sempre partire dalla pratica e ad essa necessariamente ritornare.

Lascia un commento