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La cooperazione allo sviluppo diventa promozione del Made in Italy!

Nella “Nota di aggiornamento del Documento di Economia e Finanza” (NaDef), sull’aiuto pubblico ai paesi in via di sviluppo (Aps) non si trova quasi nulla. Rispetto agli anni passati, non c’è, infatti, alcun riferimento alle previsioni di crescita dei fondi dedicati alla cooperazione internazionale che nel 2018 erano già stati tagliati di circa 1 miliardo di euro dal governo giallo-verde dell'”aiutiamoli a casa loro”.

Se questa assenza inquieta le reti di rappresentanza delle organizzazioni della cooperazione internazionale italiana, a terrorizzare è invece la presenza di una sola e generica frase riguardante la cooperazione allo sviluppo all’interno di un capitolo intitolato significativamente: “Internazionalizzazione e competività” e totalmente dedicato alla diffusione del Made in Italy nel mondo. Nella Nota si afferma: “L’attività di internazionalizzazione è strettamente legata a quella di cooperazione allo sviluppo (CPS) e, in tal senso, il Governo considera essenziale assicurare il percorso virtuoso di riallineamento della CPS italiana agli standard internazionali in materia (…)“. Tradotto per i non addetti ai lavori, tutto ciò significa due cose.

  • La prima: Non si ha alcuna intenzione di prendere un preciso impegno per aumentare l’Aiuto pubblico allo sviluppo;
  • La seconda: dopo aver utilizzato impropriamente gli scarsi fondi della cooperazione internazionale per esternalizzare le frontiere, del poco che resta un’altra parte verrà utilizzata per aprire i mercati esteri alle imprese italiane.

La cooperazione allo sviluppo per combattere la povertà, ridurre le disuguaglianze e saldare, aggiungiamo, anche un debito storico, è evidentemente un’altra cosa e pare non interessare nessuno.

Fonti: Nota di aggiornamento del documento di economia e finanza 2019, Ministero dell’Economia e delle Finanze; Comunicato stampa Cini, Aoi, Link 2007.

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