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L’inverno sta arrivando! Comunicato del Coordinamento Nazionale di PaP

Si è riunito domenica 6 ottobre a Roma il Coordinamento Nazionale di Potere al Popolo!. Decine di coordinatori provenienti da tutte le parti d’Italia hanno discusso della situazione politica ed economica del paese, della risposta offerta dai movimenti sociali, della campagna di Potere al Popolo! sulla redistribuzione della ricchezza e dell’organizzazione di una giornata di mobilitazione contro la finanziaria del Governo per sabato 16 novembre, e infine della costruzione e dell’allargamento del nostro movimento, fra apertura di nuove Case del Popolo e partecipazione alle prossime elezioni regionali in Umbria a ottobre, in Emilia Romagna e gennaio e poi a maggio/giugno 2020 in Campania, Liguria, Marche, Puglia, Toscana e Veneto.
Andiamo per punti.

1. FARE OPPOSIZIONE A QUESTO GOVERNO, COSTRUIRE QUALCOSA DI NUOVO

Sin dall’inizio eravamo stati critici rispetto alla formazione di questo Governo, che non vedevamo certo come “amico”, per persone, partiti, programma. A due mesi dal suo insediamento, però, ci sembra sia davanti agli occhi di tutti come non si sia prodotto alcuno scarto significativo rispetto al primo Conte. L’unica differenza è lo spazio mediatico ora occupato da Salvini ma, a parte questo, la domanda di cambiamento sociale che attraversa il paese da anni resta inevasa. Il Governo si tiene in piedi grazie alla “grande paura” del ritorno di Salvini, ma non è in grado di compiere nulla a favore delle classi popolari.
Dal punto di vista sociale, alle belle parole spese al momento dell’insediamento non hanno fatto seguito i fatti. Anzi, ci vediamo riproporre una politica dei due tempi: prima il rispetto dei vincoli di bilancio, le privatizzazioni, i risparmi alla spesa sociale, i sacrifici per noi, poi, forse, un giorno, se i margini lo consentiranno, qualche briciola… La connotazione di classe del governo resta orientata a favore dei ceti più abbienti. Quando si è parlato, per avere un po’ di margini di spesa, di alzare l’IVA per i prodotti di lusso, Di Maio e Renzi si sono subito schierati contro, giusto per far capire chi è che in Italia non si può mai toccare. E infatti anche quando il Governo – spinto dal bisogno di trovare soldi – parla di recuperare un po’ di evasione fiscale, non sembra intenzionato a partire dai grandi evasori, dalle multinazionali, dai fondi che migrano in Svizzera, dai grandi beni nascosti al fisco, quanto a colpire i piccoli, o perseguire colf e badanti. Rispetto a un’altra misura agitata come “progressista”, il taglio del cuneo fiscale, è già stato rinviato alla metà prossimo anno, inoltre si configurerà sempre più leggero, e giocato più a favore degli imprenditori che dei lavoratori. E questo nonostante sia salito il costo di gas e luce: da luglio 2018 a ottobre 2019 c’è stato un rincaro complessivo del 19% delle tariffe…
Insomma, l’impressione complessiva è di un Governo che promette a destra e a manca (emblematica in questo senso la vicenda Alitalia/Atlantia con l’accettazione del ricatto dell’azienda Benetton sulla concessione di Autostrade), che si barcamena senza troppe idee in attesa di tempi migliori. Un governo fermo, mentre la domanda delle classi popolari, i loro bisogni dentro una nuova fase di recessione economica, crescono sempre di più.
Ma questo governo si è rivelato al di sotto delle aspettative anche in tema di sensibilità democratica e discontinuità con le politiche di Salvini. Sui migranti, ad esempio, il Governo non solo non cancella il Decreto Sicurezza e apre i porti, ma tiene i porti chiusi, si accorda con paesi autoritari per i rimpatri dei richiedenti asilo, i quali si vedono addirittura ridotto il tempo di considerazione delle domande. Sul piano della rappresentanza democratica, assistiamo al taglio dei parlamentari – che riteniamo vergognoso perché non solo il taglio è pura demagogia e non incide davvero sulla spesa pubblica o sui privilegi della “casta” politica, ma riduce la parte di società rappresentata in Parlamento – e al ritorno di pulsioni maggioritarie che porteranno a una legge elettorale ancora più escludente. Infine, dal punto di vista della politica estera, Conte conferma l’acquisto degli F35, che peserà per 389 milioni solo quest’anno – l’equivalente dei tagli dei parlamentari! – e la collocazione italiana filo-atlantica.
Questi dati e lo scenario che ci profila ci spinge a ribadire la nostra opposizione al Conte bis, e soprattutto a organizzarci per non lasciare l’opposizione alle politiche neoliberiste in mano alla destra di Salvini o della Meloni.

2. I MOVIMENTI E L’OPPOSIZIONE CHE RINASCE FRA I GIOVANI E NELLE STRADE

Se però volgiamo lo sguardo dal governo alla società reale, non c’è da essere pessimisti. Di fronte a partiti politici di governo e di opposizione che non hanno alcuna vera strategia per uscire dalla crisi e nessuna idea del paese da qui a venti anni, c’è una generazione che sta cominciando a battersi per il suo futuro. Lo fa nelle strade, lo fa in miriadi di attività volontaristiche, lo fa informandosi individualmente, sottraendosi al bombardamento mediatico delle maggiori forze politiche.
Da questo punto di vista, la mobilitazione di Fridays for Future che abbiamo sostenuto con tutte le nostre energie, è emblematica. Non solo è stata impressionante in termini numerici, ma spesso ha mostrato preparazione sul tema e qualità nei contenuti e in alcune proposte, contrariamente a quanto hanno detto e scritto molti reazionari preoccupati dal fatto che una nuova generazione si politicizzi. Di certo un milione di ragazze e ragazzi si stanno affacciando ai problemi decisivi del nostro tempo e potrebbero voler scegliere una strada di trasformazione radicale, in un’ottica internazionale.
Allo stesso tempo non sono sopiti i conflitti sul mondo del lavoro, a partire dalla vicenda Whirlpool, che dimostra la dignità e la capacità di resistenza della classe operaia, che non accetta di farsi ingannare, come troppe volte accaduto in questi anni. Così come continua la mobilitazione sulle questioni di genere con Non Una Di Meno e il protagonismo delle donne che non accettano più le discriminazioni, il sessismo nella società e sui posti di lavoro, il gender gap, il patriarcato ancora dominante.
Come Potere al Popolo! crediamo che questi movimenti e questi conflitti esprimano una ricchezza e un’opportunità enorme, e che quindi non solo vadano sostenuti, ma attivamente promossi. Bisogna partecipare a questi movimenti, portare il proprio contributo di braccia, cuore e mente, impedire che vengano strumentalizzati da partiti politici che nulla hanno a che vedere con le esigenze che esprimono, evitare che siano recuperati da logiche capitalistiche (come ad esempio il greenwashing) o che vengano banalizzati a generica opinione che non fa male a nessuno. Dobbiamo sostenere questi movimenti anche per promuovere una maggiore accentuazione del loro carattere di lotta e, soprattutto, per costruire consapevolezza nell’individuare i veri nemici – la ditta che inquina, il meccanismo di produzione che rende inevitabili e incontrollate emissioni nocive, la struttura istituzionale e mediatica che permette e legittima discriminazioni…
Come ci ricordano ragazze e ragazze di 14 anni, in gioco in questo momento ci sono le nostre vite e il nostro futuro, il paese e il mondo in cui vorremmo vivere, per questo non possiamo rimanere inerti!
L’autunno che abbiamo davanti ci offre già molti momenti in cui fare sentire la nostra voce. Dal 25 ottobre con lo sciopero di una parte dei sindacati di base, alla piazza del 9 novembre a Roma dei movimenti che chiedono l’abrogazione del Decreto Sicurezza e la fine degli sgomberi delle case occupate e degli spazi sociali, dalla mobilitazione nazionale di Non Una Di Meno (che avrà prima la sua assemblea nazionale a Napoli il 19 e 20 ottobre), alla nuova data di Fridays For Future per venerdì 29 novembre.
Come Potere al Popolo! ci impegniamo a costruire e a partecipare a tutti questi momenti.

3. COSA VOGLIAMO FARE NOI: IL 16 NOVEMBRE NELLE PIAZZE D’ITALIA!

Oltre a sostenere le mobilitazioni già in essere, proponiamo a chiunque non voglia lasciare l’opposizione in mano ai leghisti o ai fascisti di scendere con noi nelle piazze d’Italia sabato 16 novembre. Crediamo che la nostra gente abbia bisogno di essere informata nel merito di quello che sta facendo il Governo, di far sentire la propria voce, di poter esprimere un proprio programma che metta al centro i suoi bisogni e non quelli dei soliti noti.

Per questo il 16 novembre ci mobiliteremo: per rimettere al centro dell’agenda politica le esigenze popolari. Una giornata in cui presenteremo le nostre proposte per risolvere i bisogni che i giovani, i disoccupati, i lavoratori, i pensionati di questo paese incontrano ogni giorno. Lanceremo una campagna per la redistribuzione della ricchezza e il suo uso a scopi sociali e ambientali, una finanziaria alternativa a quella del Governo e che rimetta al centro la priorità del lavoro, delle lavoratrici, dei lavoratori.

Vogliamo costruire questa data con chiunque sia disponibile a scendere in piazza su questi temi, vogliamo cercare di rompere il silenzio mediatico, e l’idea che bisogna sempre accettare il “meno peggio”.

Lavoro, ambiente e solidarietà: queste sono le tre questioni che devono essere messe al centro della prossima finanziaria, questi sono i tre assi su cui deve viaggiare il cambiamento, su cui Potere al Popolo! batte già in tutta Italia in decine di iniziative e su cui abbiamo delle misure concrete da avanzare.

Anche per questo parteciperemo, in Umbria e in Emilia Romagna, alle prossime regionali, che vedranno Potere al Popolo! scendere in campo con il suo simbolo e il suo programma con i candidati presidente Emiliano Camuzzi in Umbria il 27 ottobre e Marta Collot in Emilia Romagna il 26 gennaio 2020.

Ma ci stiamo organizzando per essere presenti anche a maggio/giugno 2020 in Campania, Liguria, Marche, Puglia, Toscana e Veneto. Crediamo infatti che anche la sfida dei governi regionali vada accettata, perché va fatta sentire una voce dal basso, perché ancora una volta la politica ufficiale ignora i nostri bisogni e quindi abbiamo bisogno di autorappresentarci, perché quello che Potere al Popolo! può portare nel dibattito politico è qualcosa di unico ed è una ventata di novità e perché dopo quasi due anni di duro lavoro sociale, di attività mutualistiche, di lotte vogliamo sfidare i politici sui contenuti e sui territori.

Non per questo si fermerà, ovviamente, la nostra attività di radicamento. Anzi salutiamo con gioia l’apertura della 24esima Casa del Popolo, quella di Monterotondo/Scalo, nel Lazio, e quella imminente di Macerata. Invitiamo tutte e tutti ad aprire Case del Popolo in cui far incontrare le persone, i bisogni e organizzare la resistenza, economica, sociale, culturale e politica al neoliberismo.

Insomma, mentre non smettiamo di lottare, studiare e fare opposizione, anche la costruzione di Potere al Popolo! come strumento al servizio degli oppressi va avanti, perché pensiamo che il nostro popolo abbia bisogno di luoghi e strutture per rendersi conto del suo potere ed esercitarlo. Anche per questo da fine ottobre riapriranno le adesioni a Potere al Popolo! anche per via telematica, e sarà possibile iscriversi da ogni parte d’Italia.

L’inverno sta arrivando, facciamoci trovare pronti!

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