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FARE RUMORE SULLA SILENZIOSA CRISI DELL’ANALFABETISMO NEL MONDO

Nell’ottobre del 2021, la Commissione Economica delle Nazioni Unite per l’America Latina e i Caraibi (ECLAC) ha tenuto un seminario sulla pandemia e i sistemi educativi. Sorprendentemente, il 99% degli studenti della regione ha trascorso un intero anno accademico con l’interruzione totale o parziale delle lezioni frontali, mentre più di 600.000 bambini hanno perso i loro assistenti a causa della pandemia. Si stima inoltre che la crisi potrebbe spingere 3,1 milioni di bambini e giovani ad abbandonare la scuola, circostanza che costringerebbe oltre 300.000 di loro a lavorare. Durante il seminario, il segretario esecutivo dell’ECLAC, Alicia Bárcena, ha detto che la combinazione di pandemia, turbolenza economica nella regione e le battute d’arresto nell’istruzione hanno causato “una crisi silenziosa”.

La situazione nel mondo è altrettanto terribile, e la nozione “crisi silenziosa” ha forse bisogno di un’applicazione più globale. Le Nazioni Unite scrivono che “più di 1,5 miliardi di studenti e giovani in tutto il mondo sono stati colpiti dalla chiusura di scuole e università a causa della pandemia del COVID-19”. Almeno 1 miliardo di bambini in età scolare rischiano di rimanere indietro negli studi. L’ONU spiega: “I bambini delle famiglie più povere a casa non hanno accesso a internet, computer, televisione o radio; questo aumenta gli effetti delle disuguaglianze educative già esistenti”. Quasi un terzo di tutti i bambini – almeno 463 milioni – non hanno accesso alle tecnologie per la didattica a distanza; tre su quattro di questi bambini provengono da zone rurali, la maggior parte di loro da famiglie più povere. A causa della chiusura delle scuole durante i lockdown e la mancanza di infrastrutture per l’apprendimento online, molti bambini “affrontano il rischio di non tornare più a scuola, annullando anni di progressi fatti nell’istruzione in tutto il mondo”.

La crisi delle competenze minime

Nel 2015, i 193 stati membri delle Nazioni Unite si sono messi d’accordo sull’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, stabilendo diciassette Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDGs) da raggiungere entro quindici anni. L’intero processo degli SDG, iniziato con gli Obiettivi di Sviluppo del Millennio per ridurre la povertà nel 2000, ha avuto un ampio consenso. Il quarto obiettivo è quello di “fornire un’educazione di qualità, equa ed inclusiva, e opportunità di apprendimento per tutti”.

Come parte del processo per portare avanti questo obiettivo, l’ONU e la Banca Mondiale hanno sviluppato congiuntamente un concetto chiamato “povertà educativa”, definito come “non essere in grado di leggere e comprendere un testo semplice a 10 anni”. La misura della “povertà educativa” si applica al 53% dei bambini nei paesi a basso e medio reddito e fino all’80% dei bambini nei paesi poveri. Prima della pandemia, era chiaro che entro il 2030 le aspirazioni degli SDG non sarebbero state soddisfatte per il 43% dei bambini del mondo. Le Nazioni Unite riferiscono che ora, nel 2020, altri 101 milioni o il 9% dei bambini nelle classi da 1 a 8 “sono scesi al di sotto dei livelli minimi di competenza di lettura” e che la pandemia ha “spazzato via i progressi nell’istruzione ottenuti negli ultimi 20 anni”. È ormai universalmente riconosciuto che questo quarto obiettivo rimarrà irrealizzabile ancora per molto tempo.

Il capitalismo digitale approfondisce le disuguaglianze

L’ONU e la Banca Mondiale hanno lanciato l’allarme: questa “crisi silenziosa” avrà un impatto devastante sul futuro economico degli studenti. Stimano che “a causa delle chiusure delle scuole e degli shock economici legati alla pandemia del COVID-19, l’attuale generazione di bambini rischia una perdita di 17 trilioni di dollari (al valore attuale) sugli stipendi nel corso della vita; oggi, ciò corrisponde al 14% del PIL globale”. Non solo gli studenti perderanno trilioni di dollari in guadagni nel corso della loro vita, ma saranno anche privati di saperi e competenze sociali, culturali e intellettuali fondamentali per il progresso dell’umanità.

Le istituzioni educative – dalla scuola primaria alle università – enfatizzano la commercializzazione dell’istruzione. Il declino della formazione di base nelle scienze umane è diventato un problema globale; oggi la popolazione mondiale è privata di conoscenze di base in storia, sociologia, letteratura e arti, conoscenze che garantiscono una comprensione più ricca di ciò che significa vivere in una società ed essere un cittadino del mondo. Questo tipo di educazione è un antidoto alle forme tossiche di sciovinismo e xenofobia che ci fanno andare, a passo d’oca, verso l’annientamento e l’estinzione.

Le istituzioni culturali sono maggiormente colpite dalla “crisi silenziosa”. Uno studio dell’UNESCO sull’impatto della pandemia su 104.000 musei di tutto il mondo ha svelato che quasi la metà di queste istituzioni ha subito una riduzione significativa dei finanziamenti pubblici nel 2020 e entrate minori nel 2021. In parte a causa dei lockdown, in parte a causa dei problemi di finanziamento, le visite dei musei d’arte più popolari del mondo sono diminuite del 77% nel 2020. Oltre alla pandemia, l’ascesa del platform capitalism – l’attività economica che è radicata negli spazi digitali su Internet – ha accelerato la privatizzazione del consumo culturale, con forme pubbliche di esposizione culturale attraverso l’istruzione pubblica, musei e gallerie pubbliche e i concerti pubblici incapaci di tenere il passo con Netflix e Spotify. Il fatto che solo il 29% della popolazione dell’Africa sub-sahariana abbia accesso a internet rende le disuguaglianze legate alla vita culturale una preoccupazione ancora più pressante.

Un piano per salvare il mondo

Il modo in cui gli insegnanti sono stati trattati durante la pandemia illustra il basso livello di importanza dato a questo lavoro cruciale e all’istruzione più in generale. Solo in 19 paesi gli insegnanti sono stati trattati con priorità nella somministrazione del vaccino contro il COVID-19.

Nel corso delle ultime settimane, questa newsletter ha presentato A Plan to Save the Planet, un documento sviluppato insieme a 26 istituti di ricerca di tutto il mondo sotto la guida dell’Alleanza Bolivariana per i Popoli della Nostra America – Trattato commerciale dei popoli (ALBA-TCP). Continueremo a parlarne perché si tratta di un documento che prova a dare nuovi elementi su come procedere nelle nostre comuni lotte globali. Nel punto sull’istruzione, parliamo della necessità di costruire un mondo migliore sulla base dei bisogni di studenti ed insegnanti e non del PIL o della valorizzazione del denaro. Le undici rivendicazioni fondamentali – lungi dall’essere esaustive – le potete leggerle qui.

Vi preghiamo di leggere attentamente A Plan to Save the Planet. Attendiamo i vostri commenti che ci potete mandare a plan@thetricontinental.org. Vi preghiamo inoltre di far girare il documento. Il piano propone anche degli spunti sul come finanziare questa inversione di tendenza (a tal proposito: attualmente ci sono almeno 37 trilioni di dollari nascosti negli illeciti paradisi fiscali).

Sognando la liberazione del mio popolo

In Honduras si stanno facendo passi in questa direzione. Il 27 gennaio, Xiomara Castro ha preso le redini, diventando il primo capo di governo donna nella storia del paese. Si è subito impegnata a garantire gratuitamente l’accesso all’elettricità a più di un milione di persone (su circa dieci milioni di abitanti) in Honduras. Questo aumenterà la capacità degli honduregni più poveri di espandere i loro orizzonti culturali e aumenterà le possibilità che i bambini possano partecipare alla didattica online durante la pandemia.

Il giorno dell’insediamento del presidente Castro, ho letto le belle parole della poetessa nicaraguense-salvadoregna Claribel Alegría, il cui impegno per il progresso dei popoli dell’America centrale traspare dalle sue brillanti poesie. Nel 1978, poco prima della rivoluzione nicaraguense, Alegría vinse il Premio Casa de las Américas per la sua raccolta Sobrevivo. Con D. J. Flakoll ha scritto la storia della rivoluzione sandinista Nicaragua, la revolución sandinista: una crónica política 1855-1979, pubblicata nel 1982. Il frammento della sua poesia Contabilizando nel suo libro Fugues (1993) ci insegna l’importanza della poesia, dell’epifania, dei sogni e della speranza per il progresso umano.

Non so quanti anni
sognando la liberazione del mio popolo
certe morti immortali
gli occhi di quel bambino affamato
i tuoi occhi che mi bagnano d’amore
un pomeriggio di non-ti-scordar-di-me
e in quest’ora afosa
la voglia di plasmarmi
in un verso
un grido
una macchia di schiuma.

Un affettuoso saluto dalla redazione di Tricontinental: Institute for Social Research,
Vijay

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