Nel 2016 Domenico Lucano, sindaco di un piccolo comune in provincia di Reggio Calabria, è stato inserito tra i 50 personaggi più influenti della terra in relazione all’operato come primo cittadino di Riace. L’esperienza di Riace è divenuta, nel tempo, un modello di riferimento rispetto alla gestione dell’accoglienza ed esempio di umanità: il ripopolamento di Riace tramite la presenza di numerosi migranti, i progetti di accoglienza che hanno saputo integrare realmente e creare occupazione, la capacità di dare risposte concrete a chi diffonde parole d’odio per il diverso e razzismo.
In questi mesi il “modello Riace” è stato continuamente sotto attacco da parte delle istituzioni (i due ministri degli interni che si sono avvicendati: Marco Minniti del Partito Democratico prima e Matteo Salvini della Lega poi) e da numerose fazioni politiche. Quello criticato è un modello che funziona, che ha permesso di accogliere migliaia di migranti, di decine di nazionalità differenti, dando loro l’opportunità di formarsi e creando posti di lavoro per maestri e mediatori culturali.
Il modello Riace è sotto attacco, ma ad essere sotto attacco sono essenzialmente le nostre pratiche: Riace va affossata perché funziona, perché manda in corto circuito la guerra tra poveri, mette in crisi le azioni di chi si oppone alla solidarietà e alla cooperazione al di là di ogni etnia, razza e religione.
La notizia della disposizione di arresto da parte della guardia di finanza per Mimmo Lucano ci lascia sconcertati e fa rabbia. Per questo motivo saremo in presidio alle ore 19 presso piazza G. Amendola (davanti alla prefettura) per difendere un modello che funziona, un uomo onesto che sfida la deriva fascista e razzista nel e del paese.
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