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ELEZIONI IN ECUADOR: RIMARRÀ BASTIONE DELLA REAZIONE O TORNERÀ SUL SENTIERO DELLA REVOLUCIÓN CIUDADANA, CON LA CANDIDATA LUISA GONZÁLEZ?

Dopo lo scioglimento anticipato delle camere lo scorso maggio 2023 e dopo appena due anni di governo di destra, in ecuador si ritorna a votare questo 20 agosto. Si vota in un clima di estrema tensione e in una campagna elettorale segnata da uccisioni, violenze, atti intimidatori e candidati presidenziali costretti a usare i giubotti anti-proiettili nelle loro uscite pubbliche. Anche per evitare di incorrere nella sorte toccata a uno di loro, villavicencio, ucciso a colpi di arma da fuoco.

L’ecuador oggi affronta una serie di crisi profonde e strutturali che non hanno precedenti dall’avvento della democrazia dal 1979. Una crisi politica e di rappresentanza da cui emerge una distanza sempre piu forte tra governanti e governati. Una crisi sociale che si palesa con l’incremento di bande criminali che hanno preso il controllo di una parte del territorio nazionale e una enorme disgregazione che vede giovani sempre piu costretti a emigrare o perdersi nella precarieta quotidiana. Una crisi economica con un preoccupante aumento di poverta soprattutto nelle zone costiere, incremento delle sperequazioni tra ricchi e poveri e disoccupazione diffusa ovunque.

Le cause di questa situazione allarmante vanno individuate e ricercate nelle pessime gestioni politiche, economiche e amministrative degli ultimi 2 presidenti della repubblica che hanno lasciato il palazzo presidenziale con altissime percentuali di rifiuto popolare. Dal 2017 ad oggi, lenin moreno prima e guillermo lasso hanno scientificamente smantellato lo stato sociale costruito nei 10 anni dei 2 governi dell’economista rafael correa. Nei 6 anni di neoliberismo selvaggio si sono applicate privatizzazioni nei settori delle telecomunicazioni, del settore bancario, nella salute, nei servizi e nel sistema produttivo. Si e ridimensionato l’intervento dello stato nell’educazione con aumento dell’evasione scolastica e nella salute pubblica con una crisi sanitaria che si e palesata soprattutto durante i due anni di pandemia. Inoltre, si sono realizzate riforme nel campo del lavoro che hanno calpestato sempre piu i diritti dei lavoratori, rafforzati invece durante i governi della revolucion ciudadana. Inoltre, dall’ecuador e soprattutto negli ultimi 3 anni sono riprese le emigrazioni di massa verso gli stati uniti e l’Europa.

Il paese che va alle urne questo 20 agosto e tra i paesi piu insicuri dell’intera regione latinoamericana secondo i dati dell’istituto cid gallup del gennaio 2023 che registra alti indici di omicidi in proporzione alla popolazione totale. Sette anni fa invece risultava essere il 2 piu sicuro del continente. Tra i candidati che si sfideranno questo fine settimana c’e luisa gonzalez, unica donna tra 7 uomini, che ripropone il ritorno a quella strada che nei 10 anni con correa ha dato stabilita economica al paese, ha migliorato il servizio sanitario pubblico, aumentato le risorse grazie a una riforma tributaria che ha fatto pagare le tasse a chi guadagnava di piu e ha inserito diritti dei lavoratori che prima non esistevano affatto. Un progressismo certamente da ridisegnare e ristrutturare ma pur sempre necessario contro la deriva fascistoide, reazionaria e retrograda delle destre del continente che con i bolsonaro in brasile, i pinera in cile, gli uribe e i santos in colombia e i macri in argentina hanno tentato di riportare lamerica latina al famoso periodo della decada perdida” degli anni 80. Per fortuna, lopposizione popolare e stata ampia e diffusa e, pur con enormi contraddizioni, il continente latinoamericano continua ancora oggi a cercare la propria strada, autonoma e indipendente dallimperialismo statunitense e dai cacicchi locali.

L’Ecuador puo aggiungersi a questo fronte o, al contrario, continuare a costituire un bastione della reazione. E questo in gioco nelle elezioni presidenziali del 20 agosto.

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