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DI RITORNO DAL VENEZUELA: COMUNICATO FINALE DELLA BRIGATA FEMMINISTA INTERNAZIONALE

Una delegazione di Potere al Popolo ha preso parte alla prima brigata femminista “Alexandra Kollontai”, tenutasi presso la “Scuola Robinsoniana” gestita dal “Frente Francisco de Miranda” a Caracas. La brigata ha avuto anche la possibilità di visitare la Comuna “El Maizal”, nonché varie Comunas negli stati di Anzoategui e Aragua. Di seguito pubblichiamo la traduzione italiana del comunicato finale.


La lotta femminista è internazionalista. Pertanto, in linea con le idee e i principi socialisti, dichiariamo che siamo tutte lavoratrici. Le donne di tutti i Paesi devono unirsi e devono opporsi attivamente alle oppressioni che affrontiamo: patriarcato, colonialismo, razzismo, imperialismo, capitalismo, neoliberismo, tra gli altri.

Tutti questi mali della società si esprimono attraverso la devastante femminilizzazione della povertà, l’aumento della violenza patriarcale e di genere, la crisi del lavoro di cura, la messa in discussione dei nostri diritti sessuali e riproduttivi, l’aggressione contro i popoli sotto forma di embargo, sanzioni, guerra convenzionale e guerra ibrida, oltre ad altre piaghe che colpiscono noi donne in modi diversi.

Tuttavia, la storia dell’umanità e delle lotte popolari è attraversata dalla mobilitazione organizzata di donne determinate a lottare per i diritti e i sogni di libertà di tutti i popoli del mondo. Donne che, con una maggiore consapevolezza, hanno sentito la necessità di contribuire alle cause della giustizia. Donne che, in contesti di guerra, hanno lottato come combattenti, strateghe, organizzatrici, lavoratrici della cura, sempre ispirate dalla solidarietà, dal volontariato e dalla necessità di un orizzonte politico guidato dallo spirito dell’internazionalismo.

In questo spirito e nello spirito di solidarietà, l’Istituto Simon Bolivar per la Pace e la Solidarietà (ISB) insieme all’Assemblea Internazionale dei Popoli (AIP) hanno deciso di organizzare una brigata femminista internazionale per visitare il Venezuela rivoluzionario.

L’ISB e l’AIP hanno un’articolazione strategica che prevede una serie di azioni congiunte, tra cui l’organizzazione di brigate con l’intento di diffondere la realtà della rivoluzione bolivariana e le sue lotte, al fine di rafforzare le reti di solidarietà nei Paesi in cui l’AIP è presente.

Tutte queste brigate o delegazioni sono organizzate sulla base di progetti, che richiedono mesi di lavoro per essere sviluppati e organizzati. La brigata femminista internazionale è stata concordata in una riunione di pianificazione tenutasi durante il Congresso del Bicentenario dei Popoli del Mondo nel giugno 2021. Da questo accordo è iniziato il processo di preparazione, reclutamento delle partecipanti, organizzazione dei fondi per il viaggio in Venezuela e tutti le altre operazioni necessarie per realizzare questa prima edizione della brigata femminista internazionale “Alexandra Kollontai”, che si è svolta in Venezuela dal 17 al 27 giugno.

La brigata prende il nome dalla leader rivoluzionaria femminista e internazionalista Alexandra Kollontai, che ha aperto nuove strade per riconoscere le donne come forza trasformatrice. Per Kollontai, il femminismo non poteva essere separato da un’analisi di classe e criticò il femminismo borghese per la sua individualizzazione della lotta delle donne. Kollontai incoraggiò la partecipazione delle donne nei settori della produzione, nei sindacati, nel partito, essendo una lotta complessa in un’epoca di molti pregiudizi e moralismi. Kollontai è stata una pioniera nell’esercizio della leadership politica come prima donna ministro e prima donna ambasciatrice. Ha dedicato la sua militanza e la sua produzione intellettuale a costruire proposte avanzate per la liberazione delle donne, come il raggiungimento dei diritti civili, le politiche per la socializzazione delle faccende domestiche, la teorizzazione dell’amore e della sessualità, tra le altre cose; pertanto, la mistica della brigata è stata quella di commemorare i 150 anni della nascita di questa leader e la validità del suo lavoro e del suo pensiero.

L’Assemblea Internazionale dei Popoli, un processo internazionalista che ha riunito più di 200 organizzazioni di 6 regioni del mondo, ha nominato compagne di tutte le regioni e di diversi Paesi e organizzazioni per partecipare a questa prima brigata. Le donne sono leader nei loro partiti e organizzazioni, con diverse esperienze di lotta e con un grande desiderio di apprendere dal processo bolivariano e da altre esperienze rappresentate in questa brigata.

Le 28 donne della brigata provengono da 20 Paesi, tra cui Nepal, Iraq, Palestina, Tunisia, Marocco, Romania, Italia, Turchia, Paesi Baschi, Ghana, Swaziland, Zambia, Kenya, Lesotho, Sudafrica, Stati Uniti, Cuba, Argentina, Cile e Venezuela.

Durante l’agenda della brigata, queste donne di tutto il mondo hanno potuto scambiare esperienze di lotta con le donne venezuelane, conoscere la loro resistenza e le loro vittorie, le loro lotte nelle comunas, i loro ruoli nei consigli comunali, nei consigli di approvvigionamento e di produzione locali, nelle missioni sociali, nelle unità di battaglia Bolívar e Chávez del Partito Socialista Unito del Venezuela (PSUV), e hanno anche incontrato donne leader storiche della rivoluzione, accademiche, leader culturali e donne nell’esercizio del potere politico, che ricoprono incarichi elettivi o di nomina. Sono tutte espressioni del femminismo popolare in Venezuela e sono il risultato concreto di una rivoluzione in cui la classe operaia prende il potere.

Inoltre, la brigata ha favorito lo scambio concreto tra le lotte femministe dei diversi popoli rappresentati dalle partecipanti, al fine di contribuire all’articolazione del femminismo rivoluzionario e antimperialista nel nostro attuale momento di escalation di attacchi alla classe lavoratrice e oppressa del mondo.

“Il capitalismo ha posto un fardello schiacciante sulle spalle della donna: l’ha resa una lavoratrice salariata senza aver ridotto le sue cure di governante o madre”. – Alexandra Kollontai

Il mondo di oggi, colpito dalla pandemia, vede le donne di tutti i continenti in prima linea nella lotta e nella resistenza. Le risposte e le soluzioni a questa crisi capitalista-imperialista-patriarcale che viene dal femminismo popolare e rivoluzionario sono la scommessa collettiva, la mobilitazione e l’organizzazione permanente, per costruire una società giusta, senza oppressione di classe, etnia, età, genere o orientamento sessuale. Questo è impossibile da realizzare nel quadro dell’egemonia capitalista.

Ci rendiamo conto che il femminismo è in pericolo. Le correnti liberali e conservatrici, attaccate alle loro idee di libertà individuale, diritti umani e uguaglianza, fingono che l’oppressione imperialista, lo sfruttamento e le politiche colonizzatrici non esistano.

Oggi, questo settore ha intenzionalmente utilizzato tutto il suo apparato mediatico, politico, legale e finanziario per costruire una narrativa contro i governi rivoluzionari e legittimi dell’America Latina, come Cuba, Nicaragua e Venezuela. Le loro azioni sono utilitaristiche, poiché la semplice visibilità delle questioni femminili non ha mai risolto i problemi strutturali che le causano. L’interesse risiede nell’uso di queste narrazioni per giustificare un livello superiore di escalation di politiche aggressive contro questi governi e i processi che rappresentano.  Non c’è dubbio che questi processi guidino la lotta rivoluzionaria e socialista; pertanto, è nostro dovere militante proteggerli e difenderli.

Come prima Brigata Femminista Internazionale “Alexandra Kollontai”, siamo convinte che in Venezuela ci sia una rivoluzione. Riconoscendo tutte le contraddizioni e le sfide che esistono, abbiamo visto e vissuto una rivoluzione in Venezuela che è concreta, che è in corso e che ha il volto delle donne.

Il processo bolivariano ha una leadership rivoluzionaria guidata dal Presidente Nicolas Maduro Moros, un Presidente fedele al popolo, eletto e ratificato dal popolo, che non si arrenderà mai alle vessazioni imperialiste.

Usciamo da questa esperienza convinte che questa brigata sia solo l’inizio di un progetto di solidarietà, collaborazione, cooperazione e organizzazione tra le donne rivoluzionarie di tutto il mondo. Torniamo nei nostri Paesi e nelle nostre lotte con un livello di unità più alto e più forte di prima, e nell’unità, come militanti, ci impegniamo a realizzare quanto segue:

  1. Continuare il processo avviato dalla brigata: la costruzione e il rafforzamento delle relazioni tra le donne rivoluzionarie di tutto il mondo. In questo modo, rafforzeremo ulteriormente il coordinamento, l’organizzazione e l’impatto delle nostre azioni contro il patriarcato capitalista e imperialista.
  1. Sintetizzare la documentazione delle attività di questa brigata, i contributi e gli interventi delle partecipanti molto diverse tra loro e i dibattiti politici, e raccogliere questi documenti in un libro da stampare, tradurre e condividere come risorsa che possa portare l’esperienza della brigata a più donne e militanti in lotta.
  1. Diffondere la realtà del Venezuela a coloro che sono in lotta nei nostri contesti, per combattere la propaganda dei media imperialisti, ma anche per condividere le molte lezioni politiche che il processo rivoluzionario e femminista venezuelano offre ai popoli in lotta in tutto il mondo. Intendiamo realizzare corsi politici, scambi internazionali e creare documenti e materiale audiovisivo, e utilizzare i nostri centri di formazione politica, le scuole di formazione, i progetti mediatici e tutte le altre piattaforme disponibili per raggiungere questo obiettivo.
  1. Ci impegniamo a continuare a internazionalizzare il femminismo popolare di cui siamo state testimoni e che abbiamo vissuto nel Venezuela rivoluzionario. Ciò significa che incorporeremo anche i principi del femminismo popolare nelle nostre attività internazionaliste e che accompagneremo le nostre sorelle e compagne venezuelane nella costruzione di un mondo dove i popoli siano protagonisti. Ci impegniamo a far sì che le nostre sorelle non si sentano sole mentre continuano a lottare contro l’Impero per il diritto di costruire il proprio futuro, e a mostrare al mondo che siamo con loro, e che difendiamo pienamente e fermamente la rivoluzione venezuelana contro ogni aggressione imperialista.

Siamo convinte che il capitalismo, l’imperialismo e il patriarcato cadranno, e non cadranno accidentalmente: li disfaremo con le nostre mani.

Senza femminismo non c’è socialismo! Una bella donna è una donna che lotta! Costruiamo, organizziamo, il femminismo popolare! Viva il femminista Chavez!

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