Umbria

[Perugia] Il comune approva l’apertura dell’Ikea. Ma a quale prezzo?

Apertura ikea a perugia

In questi giorni si sta ufficializzando l’apertura di un nuovo centro Ikea a Ponte San Giovanni, Perugia, nella zona vicino all’Ipercoop. Una località dove la concentrazione di traffico è ai massimi livelli, recando problemi alla salute delle persone del posto ed alla viabilitá.

Il comune di Perugia rilancia con il suo ok all’Ikea, mettendo il commento che produrrà mille posti di lavoro. La giunta comunale non si preoccupa però di dare maggiori informazioni. Per mille posti in più quanti ne avremo in meno? Quanti artigiani dovranno chiudere? Quali tipologie di contratti di lavoro e quindi che qualità di lavoro verrà portato sul nostro territorio nessuno lo sa, nessuno analizza minimamente gli effetti per l’economia locale del settore.

Delle domande che il comune non si può non porre, visti oltretutto i casi eclatanti che già ci sono stati in Italia di contesa tra dei lavoratori e l’Ikea, ma soprattutto i già numerosi problemi causati dalle Multinazionali a Perugia, seppur in settori diversi, come ad esempio la Nestlè con la Perugina.

L’Ikea rappresenta un modello di societá al ribasso, dove la grande multinazionale risponde alle esigenze dei precari e degli impoveriti con prezzi vantaggiosi precarizzando peró l’intero settore. Un circuito perverso che delinea un modello di societá in cui a perdere sono sempre i lavoratori mentre i ricchi aumentano i profitti.

Si tratta di dire chiaramente da che parte si sta, se da quella di un lavoro equamente remunerato che tutela i lavoratori e le lavoratrici, come sancito dalla nostra Costituzione, o si prosegue verso la continua precarizzazione del mondo del lavoro schierandosi con le multinazionali. Per questo pensiamo che Perugia non possa ridursi a città di centri commerciali, ma vada rilanciato un modello di sviluppo differente, dove il lavoro e la salute siano tutelate ed i cittadini possano partecipare nel delineare il modello di cittá in cui vogliono vivere.

Il minimo che possa fare la Giunta comunale è concedere un consiglio comunale aperto, per ascoltare i cittadini e le cittadine, le forze sociali e politiche, i lavoratori e le lavoratrici del settore.

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