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La crisi ha prodotto un nuovo governo dell’austerità, armato di manganello

Il teatrino degli ultimi cinque giorni alla fine ha prodotto un governo la cui sintesi è espressa dalla flat tax e dalle politiche di repressione. lo spread, i diktat europei e il Quirinale hanno smontato le velleità “eurocritiche” dell’alleanza Lega/M5S, mentre viene lasciato campo libero alla visione autoritaria e razzista di Salvini nella gestione dell’ordine pubblico. Nessuna obiezione ha fatto il presidente della Repubblica sul ministero degli interni al leader leghista, mentre le critiche alla Ue erano considerate incompatibili con il governo.

Questo perchè la Ue è la principale macchina produttrice di antidemocrazia e autoritarismo e prima o poi deve servirsi dei suoi prodotti.

Adesso assisteremo alla manfrina di una trattativa nelle sedi europee per spuntare qualcosa sui capitoli meno strategici del contratto di governo, mentre – a costo zero – l’esecutivo cercherà di mantenere il consenso accanendosi sui settori sociali più deboli come gli immigrati, i poveri, gli occupanti di case.

Le difficoltà nella formazione del governo hanno confermato la crisi di egemonia delle classi dirigenti nel nostro e negli altri paesi e la crescente ribellione popolare, come  mostrano la sacrosanta fine del governo Rajoy in Spagna o la grande lotta sociale contro Macron in Francia. Per questo è necessario costruire un grande movimento e unità in Europa tra tutti coloro che lottano contro le politiche di austerità e i trattati europei.

In italia ci hanno messo una toppa. Spetta ad una opposizione sociale e politica coerente denunciare la natura reazionaria di questo governo, senza in alcun modo  unirsi o confondersi con chi ha approvato il jobsact la legge Fornero, la “buona scuola”, la messa in costituzione del Fiscal Vompact, leggi che vogliamo abolire e sulle quali subito misureremo il nuovo governo.

Cominceremo a dirlo nelle piazze a partire dalla manifestazione del 16 giugno in cui le emergenze sociali (lavoro, reddito, casa, difesa del territorio) verranno poste in primo piano come il vero elemento discriminante tra cambiamento e conservazione.

CI VEDIAMO A ROMA IL 16 GIUGNO

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