post voto

Noi vogliamo essere Potere al Popolo

Questo testo è un elaborato discusso da un gruppo di compagni e compagne liguri e della Val di Susa sul futuro di Potere al Popolo. E’ un testo che mettiamo a disposizione di chiunque per il dibattito sui compiti che ci aspettano

Quando abbiamo accettato la sfida di Potere al Popolo siamo partiti da una serie di considerazioni politiche:

  1. La ricomposizione del mondo dei lavoratori e degli sfruttati, in questa fase, doveva per forza passare attraverso una ricomposizione politica e organizzativa delle lotte sociali diffuse nei territori e nei luoghi di lavoro.
  2. La sinistra, per come si è definita e per come l’abbiamo conosciuta in questi anni non era in grado di farlo e qualsiasi coalizione tipo Leu, Brancaccio etc…sarebbe stata isolata dalla società.

Questi due concetti si condensavano nell’idea che la sinistra poteva considerarsi all’anno zero, che l’ipotesi di Potere al Popolo poteva essere considerata come una pazzia ma che non avevamo nulla da perdere.

Fin dalle prime assemblee e riunioni ci è sembrato evidente come questi due concetti fossero chiari a tutti quegli attivisti e a quei militanti (sia quelli già organizzati in partiti, associazioni e movimenti, sia quelli nuovi o riattivati per l’occasione) che hanno affollato le nostre assemblee e che hanno lavorato per la campagna elettorale.

I risultati possono essere interpretati, ma il fatto che, secondo noi, emerge con chiarezza è che oggi abbiamo in potenza una organizzazione diffusa dalla Sicilia al Nord Italia che ha voglia di ricostruire ciò che avevamo perduto.

Dopo il voto, in maniera evidente nell’assemblea del 18 marzo, questo è stato espresso nello slogan “indietro non si torna”. Ci sta bene e siamo contenti ma bisogna chiedersi come.

Noi crediamo che occorra lavorare per trasformare Potere al Popolo in un vero e proprio soggetto politico e non in una somma di organizzazioni che usano il simbolo come un franchising da utilizzare quando conviene.

Occorre che Potere al Popolo possa crescere lavorando nei territori in modo organizzato (come già sta facendo in molti casi) dotandosi di strutture organizzative che mettano in atto la democratizzazione dal basso che abbiamo detto essere il nostro obiettivo.

Questi strumenti devono essere in grado di agire nelle lotte e nella loro traduzione politica avendo però ben chiaro che si lavora per una costruzione di una organizzazione politica popolare, anticapitalista e antiliberista.

La discussione di cui abbiamo bisogno deve vertere su alcuni paletti fondamentali.

  1. Occorre lavorare per mettere insieme politicamente le aspirazioni degli sfruttati contro gli sfruttatori scegliendo decisamente una linea di classe invalicabile
  2. Occorre smettere definitivamente con l’idea che si possa ricostruire stabilendo alleanze con una sinistra inesistente che, in questi anni, ha fatto solo danni. E lavorare per una netta autonomia e indipendenza di Potere al Popolo cominciando con i passaggi politici e amministrativi che ci attendono.
  3. Discutere ed elaborare politiche che mettano ben in chiaro che l’Europa e l’Unione Europea sono cose assolutamente diverse e che, senza mettere in discussione tutti i trattati non ci può essere nessuna politica a favore dei meno abbienti e di chi lavora. E lavorare per l’unità con quelle forze (a cominciare da France Insoumise) che hanno questa linea politica.

Queste discussioni devono essere affrontate al più presto smettendo con l’idea che basti semplicemente mettere veti. La discussione deve avere ambiti per potersi svolgere. E crediamo che sia necessario avviare una fase di discussione congressuale che faccia tesoro dell’entusiasmo che, ancora oggi, ci circonda.

Non chiediamo a nessun soggetto di sciogliersi o di diluire la propria specificità. Ma crediamo che Potere al Popolo debba diventare il cuore della discussione politica e del processo di ricomposizione. E non si perda in giochini politici e organizzativi che, alla lunga, rischiano di trasformare tutto in un film già visto.

 

Firme:

Andrea Amante, Arianna Ramone, Viola Ramone, Renato Donati, Lilli Alampi. Massimo Puglisi. Marco Puglisi. Mary Albanese, Pasquale Indulgenza (attivisti Potere al Popolo Imperia).

Roberto Pardini, Milena Rebecchi, Marcello Sordo, Luca Recla, Carla Bianchi, Alessio Cazzola, Luca Recla (attivisti Potere al Popolo Genova).

Andrea Remagnino, Loris Mammoliti, Denise Baldi, Andrea Dore, Nicola Rollando (attivisti Potere al Popolo Tigullio e Golfo Paradiso).

Antonio Scarlatelli, Sara Busoli, Davide Durando, Roberto Mairone, Nicoletta Dosio (attivisti Potere al Popolo Valsusa e Bussoleno).

 

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