Terni - Presidio contro l'abolizione del valore legale della laurea

30nov13:3015:00Terni - Presidio contro l'abolizione del valore legale della laurea#accettolasfida

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PRESIDIO CONTRO LA PROPOSTA SALVINI DI ABOLIZIONE DEL VALORE LEGALE DELLA LAUREA E PER UNA SCUOLA VERAMENTE LAICA.

Ci sono esodi che sembrano diversi ma che sono legati dallo stesso filo nero, quello dello sfruttamento e della mancanza di lavoro (che la borghesia chiama opportunità). Così come gli esodi di migranti avvengono nei paesi teatro di guerre, le cui risorse naturali sono tremendamente sfruttate dall’invasione imperialista (ENI in primis), anche molti dei nostri fratelli e sorelle fuggono in quei paesi dove gli è consentito trovare lavori adeguati alle loro professionalità e agli studi effettuati. E non è colpa del destino cinico e baro, è un fenomeno legato anche alla modifica della geografia economica europea voluta da una UE che sempre è stata l’Istituzione della borghesia e delle elites. Non dimentichiamocelo. Ed è per questo che non se ne parla e si preferisce dar spazio alla destra, che come vogliono i padroni ci fa vedere il dito ma non la luna. In questo modo, si preferisce dar voce all’odio verso gli immigrati, a cui è addossata anche la colpa di attaccare le nostre tradizioni e la nostra cultura religiosa. Evidente e pretestuoso risulta infatti l’attacco alla dirigente scolastica da parte dell’assessore alla scuola del Comune di Terni, sulla vicenda legata alla recita scolastica. Pretestuoso perché costruito intorno ad una notizia rivelatasi non vera ma che ha permesso alla maggioranza del governo cittadino di iniziare una polemica per la difesa dei valori tradizionali (guarda caso dopo la visita del vescovo a palazzo Spada, accolta molto positivamente anche dal consigliere della sinistra eletta in consiglio comunale) e che ha visto il lancio di accuse pesanti anche da parte del ministro degli Interni, impegnato in una campagna elettorale perenne.
Non importa se la giunta è in difficoltà sulla questione dei sec, se la questione scolastica vede la maggioranza di governo in affanno e se ormai si perde il conto delle sedute del consiglio senza numero legale. Come non importa, sempre parlando di educazione pubblica, se il ministro Salvini avanza una ipotesi vergognosa e cioè quella di togliere il valore legale del titolo di studio, ipotesi che porterebbe a laureati e diplomati di serie A e di serie B (a seconda del prestigio dell’ateneo o dell’istituto di media superiore) che comporterebbe una discriminazione su base classista per cui solo i laureati prestigiosi (i figli dei ricchi) diventeranno classe dirigente del paese.
Rispetto a tutto ciò, per noi l’unico riferimento è la Costituzione repubblicana, figlia delle Resistenza e della Guerra di Liberazione, che esplicita sia il carattere universale ed orizzontale di un sistema educativo pubblico e di qualità, come esplicita l’elemento fondamentale della libertà di culto e di religione come diritto individuale. Pertanto, la Costituzione deve essere la guida soprattutto per le amministrazioni, per i governi e anche per i dirigenti scolastici.
La sinistra e i comunisti devono invece tornare a difendere la laicità dei luoghi pubblici, innanzitutto partendo dalla scuola, anziché difendere tout court una dirigente scolastica, appunto perché la libertà di culto è diritto individuale. La scuola è il luogo della formazione critica dell’individuo e pertanto crediamo che sia giunta l’ora di una riflessione seria rispetto all’ingerenza fisica e didattica della religione nel percorso scolastico. Noi siamo coi professori e coi dirigenti che quotidianamente si battono affinché la scuola italiana sia il luogo di formazione dei cittadini di domani e non lo scontro tra culture diverse, fomentato dalla destra reazionaria al potere.

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(Venerdì) 13:30 - 15:00(GMT+00:00)

Luogo

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