Il governo PD – M5S che si prospetta oggi è migliore di un governo di centrodestra a trazione salviniana? Forse lo è sul piano formale, almeno sul rispetto delle libertà civili e politiche, ma non c’è da esserne certi. Le controriforme costituzionali di questi decenni sono state partorite in casa PD, che è poi anche la casa di Minniti. Quel che è certo, è che dal punto di vista sociale non cambierebbe nulla, vista l’assoluta contiguità tra centrodestra e centrosinistra in tema di politiche fiscali e industriali parassitarie, di tutela del lavoro, di privatizzazioni, di tagli alla scuola e alla spesa sociale. C’è anche il rischio di amplificare ancor più il successo di Salvini, che giocherà a fare la voce grossa contro i provvedimenti di chi si farà carico della finanziaria lacrime e sangue, dell’aumento dell’IVA, della compatibilità coi parametri europei per rientrare nei “buchi di bilancio” lasciati dallo stesso Salvini…
E allora, che fare?
Non c’è da deprimersi o da lamentarsi, non c’è da farsi ricattare ancora una volta dalla logica del meno peggio. C’è da organizzarsi, da essere coraggiosi, senza paura. E fare tesoro di ciò che abbiamo imparato in questi mesi.
In primo luogo bisogna partire dalla consapevolezza che il compito cui ha assolto il Movimento 5 Stelle è stato catturare la speranza di una trasformazione, disinnescare possibili conflitti e spostare gran parte del “proprio” blocco sociale a destra, regalandolo alla Lega.
Si è rivelata in questi mesi la natura ideologicamente qualunquista e reazionaria del Movimento 5 Stelle, disposto a mediare su tutto pur di restare al governo.
La realtà è che dal 4 marzo i grillini sono stati completamente risucchiati dall’alleanza con chi aveva un progetto molto più forte, delineato, strutturato. Così in Parlamento è mancata qualsiasi forma di opposizione che raccogliesse le istanze delle lotte dei movimenti sociali, qualsiasi lettura che incalzasse “da sinistra” gli schieramenti in campo, e tutto si è ridotto alla finta opposizione liberista targata PD.
Quello che è mancato in questo anno e mezzo è quello che dobbiamo costruire come priorità assoluta..
La vera opposizione nascerà tra le strade, tra le forze vive del paese, e noi dedicheremo tutte le nostre energie a costruirla e rafforzarla, a diventarne strumento utile. Nel prossimo autunno ci dobbiamo impegnare ancor di più nel costruire una rappresentanza autonoma delle lotte e dei conflitti che si faccia sentire su tutto il resto del corpo politico, che si candidi a guidare il nostro paese in nome della giustizia sociale.
Cosa possiamo fare per la nostra regione? Incontriamoci domenica 8 settembre per deciderlo insieme…

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