Padova - Contro la guerra, Erdogan e l'isis. Difendiamo il Rojava!

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Padova, Via VIII febbraio, 8 (Davanti al Comune)

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CONTRO LA GUERRA, ERDOGAN E L’ISIS. DIFENDIAMO LA RIVOLUZIONE DEL ROJAVA!
Mercoledì 9 ottobre alle 17.30 | Presidio sul Listòn, Via VIII Febbraio 8 | Davanti a Palazzo Moroni (Comune di Padova).

* Per adesioni scrivere alla pagina FB del Catai o all’indirizzo mail spaziocatai@gmail.com *

Tutta la #Padova solidale scenda in piazza per la pace, la giustizia, la vera democrazia! Dal #Rojava arriva una richiesta di solidarietà internazionale: Rispondiamo!
Facciamo appello alle istituzioni e in particolare al Comune perché prendano posizione e si schierino al fianco del Rojava..

È di oggi la notizia del fatto che il presidente USA Donald Trump ha ordinato il ritiro delle truppe statunitensi dalla Siria del Nord. Potrebbe essere la buona notizia di un insperato “yankees go back home”. Invece non lo è.
Trump ha semplicemente lasciato campo libero alle mire espansionistiche del presidente turco Erdogan che ha annunciato un attacco imminente alla zona controllata dalla Federazione Democratica della Siria del Nord. Trump spera così di consolidare l’alleanza con la Turchia, allontanandola da un possibile accordo con la Russia di Putin, mantenendo il ruolo di potenza egemone sul Medio Oriente.

Le truppe di Ankara potranno così varcare indisturbate il confine siriano, per demolire l’esperienza del confederalismo democratico nata dalla rivoluzione del 2012. Non che già non lo facessero, ma ora avranno anche il benestare formale degli USA e, a ben vedere, di tutti i paesi occidentali. Le politiche migratorie attuate dall’UE e dalla cancelliera tedesca Merkel in particolare hanno esternalizzato il controllo dei confini europei proprio allo stato turco, affidandogli il compito di respingere le/i profugh* sirian* e le/i migranti provenienti dal sud-est asiatico. Senza contare che i combattimenti in Siria che costringono molte persone a lasciare le proprie case sono causati in questo momento soprattutto dalle continue incursioni militari di Ankara. L’ipocrisia occidentale è aggravata dall’enorme export di armamenti che coinvolge diverse aziende europee. Fra queste, svolge un ruolo di primo piano l’italiana Leonardo (ex Finmeccanica), partecipata del nostro governo, che vende all’esercito turco gli elicotteri d’assalto con cui bombardare la popolazione siriana. La vergogna italiana è duplice. Non solo infatti un’azienda sotto il controllo dello stato foraggia l’esercito di un regime antidemocratico, ma i nostri tribunali si accaniscono ferocemente contro quelle persone che hanno avuto il coraggio di recarsi in Siria e combattere contro l’Isis nelle fila di YPJ e YPG.

Così, le potenze occidentali stanno esplicitamente avallando il progetto coloniale di Erdogan dettato dalla paura della crescita interna delle opposizioni e dal timore per il consolidamento dell’esperienza politica della Siria del Nord, che vede una massiccia presenza curda. Un’esperienza che sta dimostrando giorno dopo giorno la possibilità concreta di una coesistenza pacifica fra popolazioni diverse e la necessità dell’auto-organizzazione delle donne per lottare contro l’oppressione di genere. Il Rojava resiste, nonostante l’embargo economico iracheno, la guerra militare ed energetica con la Turchia (da tempo Ankara blocca i fiumi per impedire il rifornimento di energia elettrica) e la totale assenza di riconoscimento istituzionale. In tutte queste difficoltà, la rivoluzione della Siria del Nord continua a essere l’esempio più marcato che la storia può assumere un altro volto da quello che ha preso nei paesi occidentali. Contro il ritornello del “non c’è alternativa al capitale”, le donne e gli uomini delle Forze Siriane Democratiche oppongono un modello di autogoverno popolare dal basso che si basa sull’assenza della proprietà privata dei mezzi di sussistenza, l’assenza di discriminazione di genere e di razza, così come sul rispetto dell’ambiente e dei territori. Chi si oppone a questo, chi – come gli USA e la UE – avalla la distruzione di questa realtà porterà su di sé il marchio della complicità ad un nuovo genocidio.

L’unica possibilità che abbiamo per non essere complici della vergognosa azione dei paesi di cui facciamo parte è portare tutta la nostra solidarietà, dare tutto il nostro appoggio a chi dovrà, ancora una volta, prendere in mano un fucile per difendere contro profitto e colonialismo la possibilità di una vita migliore perché più giusta.

Che il governo italiano proceda all’immediata sospensione della vendita di armi alla Turchia e all’intervento in sede di Unione Europea per l’immediato congelamento dei fondi che in maniera colpevole l’UE regala dal 2016 alla Turchia per bloccare i migranti.
Il tempo di agire è ora, in nome della pace, della giustizia e del rispetto dei diritti fondamentali dei popoli, in primis quello alla vita.

Aderiscono (lista in aggiornamento):
Potere al Popolo Padova, Coalizione Civica per Padova, Coordinamento per la democrazia costituzionale Padova, Anpi Padova, Asu Padova, Prc Padova, Sinistra Italiana – Padova, Non Una di Meno – Padova, Fiom Cgil Padova, Cobas Scuola Padova.

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Ora

(Mercoledì) 17:30 - 20:00(GMT+00:00)

Luogo

Padova, Via VIII febbraio, 8 (Davanti al Comune)

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