Firenze - Pullman da Firenze per la manifestazione No tav a Torino

08dic7:0023:30Firenze - Pullman da Firenze per la manifestazione No tav a Torino#indietrononsitorna

Mercafir Firenze

Dettagli evento

8 DICEMBRE_ BUS NO TAV DI POTERE AL POPOLO DA FIRENZE.
PER PRENOTAZIONI 3476094726

L’8 dicembre è la nona giornata di lotta internazionale contro le grandi opere inutili e imposte. Anche noi saremo in piazza, a Firenze, per dire No al sottoattraversamento Tav e al nuovo aeroporto, ma soprattutto saremo in piazza a Torino, dove si combatte da decenni una lotta tra la popolazione locale e le lobby del cemento e del tondino, sostenute da uno schieramento bipartisan che va dal PD a Forza Nuova e Casapound passando ovviamente per Forza Italia, Lega e Fdi. Il Movimento 5 stelle, che pure proprio in Valle di Susa aveva fatto incetta di voti promettendo di bloccare quest’opera tanto dannosa quanto inutle, evidentemente non ha intenzione di rompere il suo idillio con la Lega.

Nell’incertezza del momento si è infilata prepotentemente la manifestazione pro tav del 10 novembre, 15 mila persone trasformate in 40 mila da una ridicola propaganda, che pur di fare un favore a quattro speculatori ha cancellato la manifestazione di Roma contro il ddl sicurezza e il ddl Pillon, ben più partecipata.

E’ il caso dunque di ribadirlo per bene: la Valsusa e Torino sono e saranno sempre No Tav.

Perché NO TAV?

– Perche la TAV è uno spreco: la linea non serve, non c’è traffico. L’intero tratto transfrontaliero ha un costo di 8,6 miliardi di euro, il 40% cofinanziato dall’Ue, il 35% dall’Italia e il 25% dalla Francia sebbene al 60% incida sul territorio italiano.
Il Tav è una linea che c’è già, infatti già oggi se uno vuole andare fino a parigi può salire sul tgv che parte da Milano.

– Perché mo’ basta: le popolazione hanno diritto di dire no. Perché quei territori sono stati già sfruttati fino all’osso: due statali, una ferrovia internazionale, una mega autostrada.
Perché non si può imporre un’opera che sconvolge un territorio per sempre a una popolazione che non la vuole. È una dimensione etica, umana, civile.
Non si possono considerare i territori un capitale da cui estrarre valore e basta, se non invertiamo la tendenza continueremo ad assistere inermi alle continue catastrofi ambientali e non ci resterà contare i danni (e i morti).

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Da Wu Ming

Le linee AV europee sono quasi tutte in perdita, alcune già fallite, il modello è in crisi nera, la Germania ci ha rinunciato già anni fa. Il modello era sbagliato e noi lo abbiamo importato acriticamente nonostante stessimo già sperimentando una via alternativa all’AV molto più adatta alla conformazione del nostro territorio. Avevamo il Pendolino, esempio di come si possa raggiungere alte velocità sulla linea ferroviaria tradizionale, investendo in ricerca e innovando il materiale rotabile, senza posare nuovi binari né fare trafori e senza tagliare fuori i medi centri, senza attentare alla capillarità e universalità del servizio. Quel modello, molto più avanzato e di zero impatto, fu accantonato perché non faceva lavorare le lobby delle infrastrutture, del cemento-e-tondino, dell’asfalto, e del movimento terra. Non era una mangiatoia per il capitalismo italiano, che senza mattone e asfalto non sa cosa inventarsi. Così si svendette il brevetto del Pendolino, si accantonò la via italiana all’AV e si importò il modello “francese”, cioè posare migliaia di km di nuovi binari, linee diritte, che in un paese di piccoli e medi centri dove l’82% del territorio è montuoso e collinare significava trafori a non finire, devastazioni, sperperi, compensazioni, debito pubblico alle stelle. Questo si è fatto. L’ingentissimo costo di un modello del genere ha comportato il trasferimento di risorse dalla rete tradizionale all’AV, con tagli continui alle linee, alle corse, ai servizi, alla manutenzione. Col risultato che i Frecciarossa di oggi vanno poco più veloci del Pendolino di trent’anni fa, e offrono un servizio costoso a una minoranza di viaggiatori. In Italia circa il 5% dei viaggi in treno avvengono su treni AV. L’80% dei viaggi non supera i confini provinciali (si spiega col pendolarismo), la distanza media percorsa è 24 km. A questa stragrande maggioranza di utenti viene offerto un servizio scadentissimo, mentre si mette in mostra l’AV come presunto fiore all’occhiello. Una schifezza classista, e si persevera su questa via. Ecco cos’è stata e cos’è l’AV in Italia.

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Ora

(Sabato) 7:00 - 23:30(GMT+00:00)

Luogo

Mercafir Firenze

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