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ERDOGAN IN CRISI ROVESCIA CON LA FORZA L’ESITO DELLE AMMINISTRATIVE IN TURCHIA: SOLIDARIETA’ AL PARTITO FILOCURDO DEM!

Raccogliamo e rilanciamo l’appello dei co-presidenti del partito DEM,Tülay Hatimoğulları e Tuncer Bakırhan, a denunciare pubblicamente il vero e proprio “colpo di stato politico” che sta avvenendo in Turchia. Da ieri sono in corso rivolte e manifestazioni represse in maniera durissima in grandi aree del sud-est del paese in seguito alle decisioni allucinanti del governo di Erdogan che, nei fatti, prova a cancellare di forza l’esito delle elezioni che lo hanno visto largamente sconfitto.

Facciamo un passo indietro: lo scorso 31 marzo in Turchia si è votato per le elezioni municipali e provinciali. Gli scrutini finali hanno sancito una chiara sconfitta della formazione di governo (AKP) in favore della crescita del principale partito di opposizione (il CHP) e del risultato ottimo, nel sud est della Turchia, del partito progressista filo-curdo, Partito della Democrazia e dell’Uguaglianza del Popolo (DEM).

Dem, costituito formalmente  a ridosso delle elezioni tanto da non poter beneficiare neppure dei contributi statali, raccoglie diverse formazioni ecologiste, progressiste, femministe, partiva dal risultato del 4% del predecessore HDP,  messo al bando da Erdogan fino al suo scioglimento avvenuto la scorsa estate . Malgrado la persecuzione degli attivisti e della popolazione curda, Dem ha ottenuto il 5,6% a livello nazionale, sfondando nelle province del sud-est con picchi di oltre il 60% delle preferenze.
Oltre due milioni di voti che hanno portato alla vittoria schiacciante a Diyarbakir, al 65% dei consensi a Batman, e alla vittoria in tre città metropolitane, 65 municipi e numerosi consigli comunali.

Tutto questo è avvenuto nonostante il boicottaggio mediatico e i linciaggi politici, gli agguati alle sedi e ai militanti, le aggressioni, che non si sono fermate neppure durante le stesse elezioni. Sono state tantissime, infatti, le segnalazioni di irregolarità nel voto, con schede già compilate o fatte sparire, o con la presenza di migliaia di uomini, militari o appartenenti alle forze di polizia, deportati nei seggi a maggioranza curda da Erdogan per riequilibrare il voto, i cosiddetti “elettori mobili”. Durante le operazioni di voto un militante del partito Dem, Emin Çelik, 43 anni è stato ucciso a colpi di pistola da uomini dell’AKP, mentre la  candidata curda a vicesindaca Devrim Demir è stata ricoverata dopo essere stata aggredita dalla polizia mentre denunciava le irregolarità nei seggi.

Le intimidazioni non hanno sortito gli effetti sperati, e così Erdogan è passato al piano b: ribaltare la volontà popolare con la forza all’indomani del voto. Il caso più eclatante si è verificato nella città di Van, dove il candidato Dem che ha ottenuto il 55% dei voti è stato improvvisamente dichiarato inammissibile dal ministero di Giustizia che ha deciso di non conferirgli l’incarico. Non è la prima volta che il regime di Erdogan si adopera in rappresaglie di questo tipo (già nel 2014 e nel 2019 molti eletti erano stati sospesi, accusati di essere vicini al PKK, considerato da Ankara un’organizzazione terroristica). Operazioni simili, riconteggi dei voti, schede annullate, si stanno approssimando in altre realtà municipali, scatenando le legittime proteste della popolazione. Da ieri in tutta la zona a maggioranza curda sono in corso rivolte popolari con arresti e violenze perpetrate a danni della popolazione e degli attivisti DEM dalle forze di polizia e dai sostenitori, armati, dell’AKP.

Quanto sta accadendo è inaccettabile. Erdogan, in crisi di consenso di fronte a un paese sempre più esposto a fenomeni economici e sociali che hanno effetti pesantissimi sui lavoratori e sui più poveri, è un pericolo per la popolazione turca, curda, per i popoli della regione e non solo. Mentre in Turchia prosegue in una spietata criminalizzazione dei movimenti per la giustizia sociale e per l’uguaglianza, dei lavoratori sindacalizzati, delle collettività femministe ed ecologiste, ha già annunciato una nuova operazione militare, nei mesi estivi, contro il Confederalismo Democratico della Siria del NordEst, sta continuando a foraggiare e armare formazioni legate all’Isis e ha incrementato i suoi affari d’oro con chi, come Israele, sta compiendo un genocidio a Gaza.

Ribadiamo la nostra solidarietà con il partito Dem, i compagni turchi e curdi, la popolazione civile che è sotto attacco in queste ore. Denunceremo ogni forma di collaborazione e sostegno del governo e delle istituzioni italiane ed europee con l’operato di Erdogan, sulla cui azione criminale l’occidente ipocrita finge di non vedere mantenendo silenzio e complicità decennali!

Edit:
Il popolo di Van ha vinto!
Dopo due giorni di rivolta il comitato elettorale supremo ritira la sua decisione e conferma l’elezione del candidato DEM Abdullah Zeydan a sindaco di Van!

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