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Appello degli economisti per il voto a Potere al popolo

Per una politica economica che dia Potere al Popolo!

Con questo appello noi – docenti, ricercatori e studenti – riconosciamo nel programma economico di Potere al Popolo il solo in grado di dare una risposta immediata alle priorità dell’economia italiana e della sua popolazione, a dieci anni dallo scoppio di una violenta crisi economico-sociale, che i lavoratori e le classi popolari non possono più permettersi di pagare. In generale, crediamo che Potere al Popolo sia la sola forza politica in grado di dare una risposta concreta al trentennale declino italiano, accompagnato e alimentato da politiche economiche di stampo neoliberale contro il mondo del lavoro e del Welfare. In quest’ottica, riconosciamo 4 macro-priorità per il Paese: lavoro, riforma fiscale, politiche industriali e Welfare.

Lavoro

In primis, il grande dramma economico e sociale in Italia si chiama disoccupazione; il tasso di disoccupazione si attesta ancora a livelli vertiginosi (10.8%), specie se si guarda alla disoccupazione giovanile (32.3%); i dati non considerano inoltre i tanti scoraggiati (3,2 milioni) e sottoccupati (740.000). In questo senso riconosciamo il fallimento e l’irrazionalità economica delle politiche di flessibilizzazione portate avanti negli anni precedenti e successivi la crisi, che non hanno fatto altro che normalizzare la precarietà generalizzata nel mondo del lavoro. Di conseguenza, riconosciamo la validità della proposta di Potere al Popolo di cancellare il Jobs Act, la legge Fornero sul lavoro e tutte le leggi che negano il diritto ad un lavoro stabile e sicuro, lanciando al contrario un Piano per il Lavoro basato su assunzioni pubbliche per la riqualificazione del welfare, riduzione dell’orario di lavoro a 32 ore settimanali a parità di salario, nonché nell’intero arco vitale, riportando l’età pensionabile ai livelli pre-Fornero. Inoltre, il risanamento dell’economia italiana non può che passare dall’abolizione di ogni forma di lavoro gratuito e iper-sfruttato, oggi accettato e promosso da forme come gli jobs on call, così come gran parte delle posizioni di stage e tirocinio.

Riforma fiscale

In seconda istanza, una priorità assoluta è il ripristino della natura peculiarmente progressiva del sistema fiscale italiano, con la reintroduzione di nuovi scaglioni IRPEF accompagnata dalla riduzione della tassazione sui redditi bassi. Si pone inoltre l’urgenza di provvedere all’introduzione di un’imposta patrimoniale sulle grandi ricchezze, in un contesto in cui il 10% più ricco della popolazione detiene oltre il 55% della ricchezza nazionale. Oltre a rispondere a principi di rispetto della Costituzione (art.53), una simile riforma fiscale permetterebbe effetti espansivi attraverso il canale della domanda, rilanciando la propensione al consumo dei redditi da lavoro, depressa da 10 anni di crisi. Nella stessa direzione vanno le proposte di mettere un freno ai trasferimenti a pioggia ed ai benefici fiscali alle imprese. Inoltre, un aumento della progressività del sistema non può che passare da un’espansione della base imponibile, lottando in maniera seria contro la grande evasione ed elusione fiscale e recuperando capitali e rendite nascoste. Solo attraverso queste misure il sistema fiscale italiano potrà ritornare ad espletare quelle funzioni di redistribuzione e contro-concentrazione di reddito e ricchezza previste dai principi costituzionali (art. 3).

Politiche industriali, transizione ecologica e Mezzogiorno

Con una produttività stagnante da decenni e investimenti latitanti (specie nei settori a più alta specializzazione), l’Italia risulta il Paese della periferia europea dove più vivo è il bisogno di una politica industriale seria, che metta fine ai meccanismi di ricerca della competitività unicamente di prezzo, a spese dei lavoratori. In questo senso, sosteniamo un massiccio piano di investimenti pubblici che, accompagnato al Piano per il Lavoro, possa portare alla costruzione di una struttura produttiva inclusiva, che garantisca pieno impiego, condizioni di lavoro dignitose per tutti e che consenta la riconversione ecologica dell’economia. Potere al Popolo riprende in mano la possibilità di programmazione pubblica dell’economia e di intervento diretto dello Stato all’interno di un processo complessivo di reindustrializzazione del Paese, che debba passare per l’ammodernamento tecnologico, il recupero dei siti industriali uscendo dalla logica speculativa e l’ambientalizzazione delle produzioni. Sulla base dei fallimenti del mercato e delle politiche che hanno incentivato simili meccanismi (pensiamo alla miriade di bonus, incentivi e sgravi fiscali), Potere al Popolo propone la nazionalizzazione delle imprese operanti in settori strategici, accompagnato da un piano di investimenti programmati e finalizzati. Una simile politica industriale è tanto più urgente nei territori più svantaggiati, specie nel Mezzogiorno, dove si pone con più forza la necessità dello sviluppo come risposta al ricatto fra salute e lavoro o fra legalità e lavoro nero, a cui sono sottoposti tanto i lavoratori e i giovani meridionali, quanto i lavoratori migranti, asserviti da anni a caporalato e nuove forme di schiavitù.

Un Welfare davvero per tutti

Riconoscendo gli effetti economici positivi apportati da un sistema di Welfare efficiente, ribadiamo il bisogno di aumentare la spesa sociale, in concomitanza con l’aumentato gettito ottenibile dalla riforma fiscale, da un lato, e con il taglio drastico della spesa militare, dall’altro. In particolare, appoggiamo la proposta di Potere al Popolo di eliminare i ticket sulle prestazioni sanitarie, rafforzando la natura universalistica del Sistema Sanitario Nazionale e combattendo la sua deriva verso modelli di gestione privata. In questo senso promuoviamo l’uscita dei soggetti privati dal business dell’assistenza sanitaria, così come l’omogeneizzazione sull’intero territorio nazionale del servizio, attraverso un piano di assunzioni e di ri-finanziamento di cui beneficino principalmente i residenti e l’economia del Mezzogiorno, ad oggi penalizzati da criteri fintamente meritocratici che non hanno fatto altro che creare un sistema a due velocità. Riteniamo inoltre indispensabile un aumento consistente della quota PIL destinata all’istruzione pubblica, abolendo ogni forma di finanziamento alle scuole private e combattendo le logiche alla base delle disuguaglianze esistenti nel settore dell’istruzione, legate a processi di aziendalizzazione e di mercificazione della formazione a tutti i livelli, dalla scuola alla ricerca.

 

Siamo consapevoli che le proposte qui delineate non possono essere in alcun modo compatibili con le regole assurde che governano l’Unione Europea dei Trattati. Contro quel modello fallimentare, Potere al Popolo rivendica politiche macroeconomiche di forte intervento pubblico, invertendo la situazione corrente che, mentre promuove tagli indiscriminati alla spesa sociale, vieta politiche economiche e industriali che sono tanto necessarie quanto urgenti. Riconosciamo inoltre come solo l’affermazione di rapporti di forza a favore dei lavoratori e delle forze progressiste, tanto in Italia quanto in Europa, possa portare a un cambio degli assetti istituzionali europei tale da promuovere la convergenza fra i Paesi membri.  Laddove necessario, crediamo tuttavia alla validità di un Piano B capace di promuovere misure unilaterali di uscita tanto dall’unione monetaria quanto da quella economica.

All’interno dello scacchiere nazionale, il programma economico di Potere al Popolo è il solo in grado di dare un’alternativa concreta e plausibile alle assurde logiche che hanno governato il Paese negli ultimi anni, mettendo al centro gli interessi dei lavoratori, degli studenti, dei disoccupati e di tutti i soggetti impoveriti da una crisi che hanno fino ad oggi pagato ingiustamente.

 

Per sottoscrivere l’appello scrivete un’email a economicpolicypap@gmail.com, indicando nome e cognome, posizione (docente, ricercatore, studente) ed eventuale affiliazione accademica.

For an Economic Policy that gives Power to the People!

With this call we – Professors, researchers and students – recognise the economic programme of Potere al Popolo as the only one able to give an immediate answer to the priorities of the Italian economy and its population. Workers and grassroot classes can longer afford to pay for the harsh socio-economic crisis that broke out ten years ago. Most of all, we believe that Potere al Popolo is the only political force capable of giving a concrete answer to the 30-years long Italian decline, accompanied and fuelled by neoliberal economic policies against labour and the Welfare state. In this sense, we acknowledge 4 macro-priorities for the country: employment, tax reform, industrial policies and Welfare state.

Employment

First, the biggest economic and social tragedy in Italy is called unemployment. The unemployment rate stands dizzying levels (10.8%), all the more serious if we consider youth unemployment (32.3%); furthermore, data do not consider the many discouraged workers (3.2 billion) and the underemployed (740.000). In this sense, we acknowledge the failure and the economic irrationality of labour market flexibilization, put forward both in the years prior and after the crisis,  that has been doing nothing but normalize precarity in the labour market. Consequently, we acknowledge the validity of the proposal of Potere al Popolo to cancel Jobs Act, the ‘Fornero’ reform on employment and on social security and all the laws that deny the right to a stable job. Therefore, Potere al Popolo aims to launch the Programme for Employment, based on public employment for the requalification of Welfare, reduction of working time to 32 hours per week for equivalent wages, as well as over the entire lifecycle, bringing back the retirement age to the levels prior to the ‘Fornero’ reform. Furthermore, the Italian recovery ought to pass through the abolition of all the forms of free work and overexploitation, today accepted and promoted by forms such as the jobs on call, as well as the vast majority of intern and apprenticeship positions.

 

Fiscal progressivity

Second, an absolute priority is the re-establishment of the truly progressive nature of the Italian taxation system, with the reintroduction of new tax brackets as regards the personal income tax (IRPEF), accompanied by the reduction of the tax rate on lower income households. Moreover, there is an economic urge to introduce a property tax on high-wealth individuals, in a context in which the top 10% of the population owns more than the 55% of national wealth. Besides answering to constitutional principles (art. 53), such tax reform would allow expansionary effects through the demand channel, re-launching the propensity to consume out of labour income, depressed after 10 years of crisis. In the same direction is heading the proposal to cease the indiscriminate transfers and tax benefits to firms. Furthermore, an increase in the progressiveness of the system cannot help going through an increase of the tax base, seriously fighting against tax avoidance of big businesses, recovering hidden assets and rents. Only through these measures the Italian tax system will be able to carry out the functions of redistribution and counter-concentration of income and wealth provided for constitutional principles (art. 3).

 

Industrial policy, ecological transition and Southern Italy

With a decade-long stagnant productivity and investment far from recovery (especially in highly specialized sectors), Italy appears as the peripheral country in the European Union where keener is the need for a serious industrial policy, capable of putting an end to the mechanism of seeking competitiveness only through prices, at the expense of workers. In this sense, we advocate a massive plan of public investment, accompanied by the Programme for Employment, aimed to build up an inclusive productive structure, able to grant full employment, decent work conditions for everyone and that allows large-scale ecological transition. Potere al Popolo takes back the possibility of public economic planning and direct State intervention in the process of re-industrialization of the country, that has to involve the technological renovation, the restoration of the industrial sites, moving away from the speculative motive, and the environmental compliance of the production. Due to the market failures and to the ruinous policies that have promoted similar mechanisms (such as bonus, subsidies, and tax reliefs), Potere al Popolo proposes the nationalisation of the firms operating in the economic strategic sectors, together with a plan of public investments.

Such an industrial policy is all the more urgent in lagging regions, especially in the Mezzogiorno, where it is stronger the need of development as an answer to the blackmail between health and labour standards or between legality and illegal work, to which Southern workers and young people are mostly subjected, together with the migrant workers, exploited through illegal employment and new forms of slavery.

A Welfare State for everyone

Acknowledging the positive economic effects provided by an efficient Welfare state, we stress the need to increase social spending, financing it with the increased revenues obtainable throughout the tax reform and to cut drastically the military expenditure. In particular, we support the proposal made by Potere al Popolo about the abolition of the tickets on health services, in order to enhance the universalistic nature of the National Health System and to fight against its deviation towards a private management. Thus, we promote the removal of private agents from the business of the healthcare system, together with the standardization of the health service in the entire country, through a hiring plan and a re-financing programme directed mainly to the residents and the economy in the Mezzogiorno, which are currently penalised by fake meritocratic criteria which have fuelled an unequal system. We consider an increase of the share of the GDP devoted to the public education as necessary, abolishing all of the financing public contribution to the private education system and challenging the fundamental dynamics of the existing inequality in the education, which are related to the process of corporatisation and commodification of the education at all the degrees, from the school to the research world.

 

We are well conscious that the proposal here outlined cannot be compatible in any way with the absurd rules that govern the European Union of the treaties. Against that broken model, Potere al Popolo claims the implementation of macroeconomic policies for a concrete public intervention, inverting the current situation which does not allow any kinds of economic and industrial policies – which are as necessary as urgent – while it promotes indiscriminate cut of the social spending. We consider that only the proposition of the power relationships in favour of the workers and all the progressive forces, in Italy and in Europe too, could lead to a change in the European institutional establishment  such that the economic and social convergence among the member countries could be achieved. In case of necessity, we believe that a Plan B could be valid to encourage the unilateral measures of exit from the Economic and Monetary Union.

Within the Italian political landscape, the economic programme of Potere al Popolo is the only one able to give a concrete and plausible alternative to the absurd logic that has been ruling the country over the last years, by placing at the centre the interests of workers, students, unemployed and of all those impoverished by a crisis that they have unfairly paid so far.

 

To sign the call please write an email to economicpolicypap@gmail.com, indicating name and surname, position (Professor, researcher, student) and eventual academic affiliation.

LISTA ADESIONI (in aggiornamento)/SIGN-UP SHEET (currently updating)

 

Docenti e ricercatori / Professor and Researchers:

Luciano Vasapollo (Università La Sapienza)

Marco Veronese Passarella (University of Leeds)

Ernesto Screpanti (Università di Siena)
Giorgio Gattei (Università di Bologna)

Andrea Coveri (Università Politecnica delle Marche)

Malcolm Sawyer (University of Leeds)

Riccardo Pariboni (Università Roma Tre)

Carla Maria Fabiani

Francesco Schettino (Università degli Studi della Campania Luigi Vanvitelli)

Elena Maria Fabrizio

Matteo Deleidi (University College London)

Attilio Trezzini (Università Roma Tre)

Angelo Semeraro (Università del Salento)

Nicolas Bédu (Artois University)

Luigi Salvati (Università Roma Tre)

Mario Tiberi (Università La Sapienza)

David F. Ruccio (University of Notre Dame)
Fernando Luengo (Universidad Complutense de Madrid)

Daniele Tori (The Open University)

Daria Pignalosa (Università Roma Tre)

 

Studenti / Students:

Ettore Gallo (Berlin School of Economics and Law  – Université Sorbonne Paris Cité)

Andrea Mencarelli (Paris School of Economics)

Maria Cristina Barbieri Góes (Berlin School of Economics and Law – Université Sorbonne Paris Cité)

Beatrice Linguiti (Università di Firenze)

Vinicius Diniz Moraes (Université Sorbonne Paris Cité – University of the Witwatersrand)

Eduardo Cortellesi (Università LUISS)

Riccardo Zolea (Università Roma 3)

Andrea Carella (Università La Sapienza)

Dario Vacca (Università di Bologna)

Marcello Antonini (Università di Bologna)

Pranav Garg (Paris School of Economics)

Matteo Magara (Università La Sapienza)

Cristina Re (Università di Bologna)

Giuseppe De Michele (Università Roma 3)

Alberto Bartoccini (Università di Bologna)

Nicola Visonà (Università di Bayreuth)

Caterina Manicardi (Università di Bologna)

Jenan Al-showaikh (Université Sorbonne Paris Cité – University of the Witwatersrand)

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