Il mondo sta assistendo a un genocidio in diretta social. A 75 anni dalla Nakba il popolo palestinese sta subendo un attacco senza precedenti, a cui sta opponendo tutta la sua capacità di Resistenza e la sua voglia di Autodeterminazione. Mentre il mondo è solidale con la Palestina, spetta a agli artisti e alle artiste unire le forze come partecipanti attivi!
Chiediamo agli artisti e alle artiste di creare opere potenti e condividerle a sostegno della Palestina, attraverso la lente della vittoria, della sfida e della speranza, mentre ci impegniamo nella battaglia delle idee e usiamo la nostra cultura come arma degli oppressi. Unitevi a noi come artisti per la Palestina!
The world is watching a historic moment in the movement for national liberation led by the Palestinian people. 75 years after the Nakba, and facing great challenges from the Israeli occupation, the people of Palestine have begun writing a new chapter in their history as they march towards freedom. As the world stands in solidarity with Palestine, it’s up to us artists to join forces as active participants!
We call on artists to create powerful works and share in support of Palestine, through the lens of victory, defiance, and hope, as we engage in the battle of ideas and use our culture as a weapon of the oppressed. Join us as artists against apartheid!
APPELLO COMPLETO (ITALIANO)
Da oltre 75 anni, il popolo palestinese è soggetto a un’occupazione violenta e razzista da parte di Israele. Ogni giorno, milioni di palestinesi in Cisgiordania e nella Striscia di Gaza affrontano condizioni brutali e umilianti, tra cui la demolizione delle loro case, infiniti posti di blocco militari che impediscono la loro libertà di movimento, il bombardamento di edifici residenziali, la profanazione di luoghi sacri, l’assoggettamento a leggi diverse in base alla razza e l’uccisione indiscriminata di donne, bambini e uomini palestinesi. Queste condizioni riprovevoli hanno fatto giustamente guadagnare a Israele la designazione di Stato di apartheid da parte delle organizzazioni per i diritti umani di tutto il mondo.
Nel 2018-19, i palestinesi di Gaza si sono impegnati in proteste non violente, note come la Grande Marcia del Ritorno, contro i muri eretti da Israele intorno a loro. Questi manifestanti pacifici sono stati uccisi a colpi di arma da fuoco, con oltre 250 morti e diverse centinaia di feriti. Le loro azioni non violente sono state poi demonizzate per aver chiesto il diritto di tornare alle loro case che erano state sequestrate dall’occupazione illegale israeliana. Quando un governo rende impossibile la resistenza non violenta, quando brutalizza e uccide chi è impegnato in una protesta pacifica, rende inevitabile la resistenza armata.
Gli attacchi armati del 7 ottobre da parte del popolo palestinese non possono essere decontestualizzati dall’apartheid, dall’oppressione estrema, dalla brutalità feroce contro le proteste e dall’abbraccio aperto del governo Netanyahu a politiche estremiste che mirano a liquidare definitivamente la giusta lotta del popolo palestinese per reclamare le proprie case e i propri villaggi. Nonostante questi fatti, la resistenza armata, che è una risposta diretta e naturale a quasi un secolo di occupazione, è caratterizzata dal potere mediatico, dal Governo e dalla falsa opposizione del Pd e del M5S come “pura malvagità”. Questa falsa propaganda continua a dipingere la resistenza del popolo palestinese come non provocata – e questo è un disegno politico. Questa posizione demonizza la resistenza degli oppressi e offusca la violenza dell’oppressore per giustificare i numerosi crimini di guerra e le atrocità di Israele. Come diceva MalcomX: “Se non state attenti, i media vi faranno odiare le persone che vengono oppresse e amare quelle che opprimono”.
L’incessante blocco e i bombardamenti di Israele rivelano un obiettivo agghiacciante: cancellare Gaza dalla faccia della terra. Come il massimo esperto mondiale William Schabas ha dichiarato, siamo di fronte a un GENOCIDIO, chiaro e crudo. L’appello ora, per tutte le persone guidate dalla verità e dalla coscienza, è di rispondere con chiarezza morale a quello che sta succedendo. Si può avere giustizia e pace solo prendendo di mira la vera fonte della violenza: l’occupazione sionista della Palestina.
Facciamo appello agli artisti, alle artiste, ai produttori e produttrici di cultura nell’unirsi ai popoli del mondo e all’eroico popolo palestinese per fermare questa guerra genocida e porre fine a 75 anni di occupazione. Siamo consapevoli del potere che il lavoro artistico ha nell’influenzare l’opinione pubblica del nostro tempo. Come artisti e artiste c’è la responsabilità di usare la vostra voce e le vostre pratiche artistiche per protestare contro l’apartheid e il genocidio e amplificare la giusta causa del popolo palestinese e la sua resistenza contro l’occupazione e l’oppressione.
È importante che esistano artisti fermamente solidali con coloro che resistono all’occupazione e lottano per il loro diritto all’autodeterminazione. Per questo vi chiediamo di utilizzare questo appello per sfidare in ogni occasione le massicce campagne di disinformazione condotte da coloro che hanno un interesse particolare nella distruzione della terra e del popolo palestinese senza temere ripercussioni. Vi chiediamo di essere solidali con il popolo palestinese e di usare le vostre pratiche artistiche e culturali come strumenti di liberazione nella lotta per la dignità e l’autodeterminazione.
Carica qui il tuo lavoro entro il 26 novembre. Il file deve essere inviato in formato A2 (420×594 mm) con 10mm di abbondanza per lato. L’artwork deve essere inviato in PDF (possibilmente inferiore ai 10MB).
Il tuo lavoro verrà pubblicato sui social e in formato stampabile e diffuso in tutto il paese per qualsiasi utilizzo.
Palestina libera!
#FreePalestine
COMPLETE CALL (ENGLISH)
Call for artistic production for the defense of the Palestinian people (all info to participate at the bottom of the post).
For over 75 years, Palestinians have been subjected to a violent and racist occupation by Israel. Every day, millions of Palestinians in the West Bank and Gaza Strip face brutal and humiliating conditions, including demolition of their homes, endless military checkpoints that prevent their freedom of movement, bombing of residential buildings, desecration of holy places, subjection to racially diverse laws and the indiscriminate killing of Palestinian women, children, and men. Because of these reprehensible conditions human rights organizations around the world have declared Israel an apartheid state.
In 2018-19, Palestinians in Gaza engaged in nonviolent protests, known as the Great March of Return, against the walls erected by Israel around them. These peaceful protesters were shot dead, resulting in more than 250 deaths and several hundred injured. Their nonviolent actions were then demonized for demanding the right to return to their homes that had been seized by the illegal Israeli occupation. When a government makes nonviolent resistance impossible, when it brutalizes and kills those engaged in peaceful protest, it makes armed resistance inevitable.
The October 7 armed attacks by the Palestinian people cannot be decontextualized from apartheid, extreme oppression, vicious brutality against protests and the Netanyahu government’s open embrace of extremist policies that aim to permanently liquidate the rightful struggle of Palestinians to reclaim their homes and villages. Despite these facts, armed resistance, which is a direct and natural response to nearly a century of occupation, is identified by the media, the government and the false opposition of the Italian parties Pd and M5S as “pure evil.” This false propaganda continues to paint the resistance of the Palestinian people as unprovoked – and this is a political design. This position demonizes the resistance of the oppressed and obfuscates the violence of the oppressor to justify Israel’s numerous war crimes and atrocities. As MalcomX said, ” If you are not careful, the media will make you hate the people who are oppressed and love those who oppress.”
Israel’s relentless blockade and bombardment reveal a terrifying goal: to wipe Gaza off the face of the earth. As the world’s foremost expert William Schabas has declared, we are facing GENOCIDE, plain and raw. The call now, for all people guided by truth and conscience, is to respond with moral clarity to what is happening. You can only have justice and peace by targeting the real source of violence: the Zionist occupation of Palestine.
We call on artists, women artists, and producers of culture in joining the peoples of the world and the heroic Palestinian people to stop this genocidal war and end 75 years of occupation. We are aware of the power that artistic work has in influencing public opinion in our time. As artists there is a responsibility to use your voices and artistic practices to protest apartheid and genocide and amplify the just cause of the Palestinian people and their resistance against occupation and oppression.
It is important that there are artists standing firmly in solidarity with those resisting occupation and fighting for their right to self-determination. That is why we ask you to use this appeal to challenge at every opportunity the massive disinformation campaign conducted by those with a vested interest in the destruction of Palestinian land and people without fear of repercussions. We ask you to stand in solidarity with Palestinians and use your artistic and cultural practices as tools of liberation in the struggle for dignity and self-determination.
Send us your work by November 26th. Submissions must be A2 DIN format (420×594 mm), with 10 mm bleed on each side. Works must be submitted as PDFs (suggested max 10MB). By submitting your art, you give to everyone the right to publish your work on social media, printed media, and more.
Palestina libera!
#FreePalestine