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Solidarietà ai sindacalisti arrestati!

Governo, padroni, i delinquenti siete voi!

E’ di questa mattina la notizia di 6 arresti e altre due misure cautelari per alcuni dirigenti dei sindacati SI Cobas e USB, per ordine della Procura di Piacenza.
I fatti contestati riguardano ben 6 anni di scioperi e mobilitazioni nel settore strategico della logistica, da 2014 al 2021, e il teorema accusatorio è sempre lo stesso: violenza privata, sabotaggio, interruzione di pubblico servizio, il tutto a scopo estorsivo.

Un film già visto

Estorsione è la parola con cui la Procura di Piacenza chiama le legittime e sacrosante lotte per gli aumenti salariali in un settore che, prima di queste lotte, vedeva solo salari da fame e diritti negati.

Dietro questa parola c’è un mondo intero, quello di Governi e padroni che vorrebbero derubricare le lotte operaie a puri e semplici atti criminali, e i sindacati ad associazioni a delinquere.

Questo, infatti, è uno dei capi d’accusa. Verrebbe voglia di chiedere loro di persona come osano e in che Paese pensano di vivere, se in una democrazia – parola di cui si riempiono sempre la bocca – o in una dittatura.

La risposta purtroppo è semplice, perché queste accuse sono lo specchio della loro ideologia, anche se nascosta: per chi comanda il diritto alla proprietà, al profitto e all’arricchimento non vuole vincoli. Chi lo ostacola osando reclamare migliori condizioni lavorative e retributive è un criminale, punto.

Siamo di fronte ad un’ideologia fin troppo diffusa in un Paese come il nostro dove si tende ad interpretare i diritti come gentili concessioni. Un concetto rafforzato anche da tanti, troppi accordi di sigle sindacali da tempo non più conflittuali, che hanno svenduto il patrimonio di lotte e agibilità politica di lavoratrici e lavoratori in cambio di un posticino al tavolo di chi comanda, il più possibile vicino alla torta.

Che cosa succede, che cosa succederà?

Nel suo delirio repressivo la Procura ha fatto i conti senza l’oste. L’oste si chiama solidarietà di classe e si è manifestata da subito con scioperi spontanei, picchetti, presidi ai cancelli dei magazzini, e che continuerà oggi e nei prossimi giorni con presidi davanti alle Prefetture di tutta Italia, uno sciopero nazionale della logistica indetto dalle 20 di oggi alle 20 di domani e una manifestazione nazionale sabato a Piacenza.

Non esattamente dei geni, dunque, i magistrati che hanno costruito il castello di accuse; castello destinato a cadere rapidamente, come sempre accade, perché costruito accumulando fatti scollegati tra loro, notizie false, testimonianze dubbie e tutto l’armamentario con cui, negli anni, abbiamo visto gonfiarsi e sgonfiarsi tutte le inchieste giudiziarie contro le lotte di chi lavora.

Sei anni di lavoro buttati…per la Procura!

Se è vero che le accuse riguardano ben 6 anni di scioperi e mobilitazioni, ci chiediamo, ironicamente ma non troppo, se non sia quasi il caso di valutare una denuncia per danno erariale contro la Procura di Piacenza.
Quanto impegno, quante indagini, quante intercettazioni ci sono volute per mettere insieme 350 pagine di fandonie?

Tutta questa attività dei magistrati inquirenti poteva essere più utilmente indirizzata contro chi sfrutta, fa lavorare a nero, nega paghe e diritti, esercita una violenza quotidiana nei confronti di chi lavora; contro le mafie delle false cooperative, contro le aggressioni a mano armata di scagnozzi pagati dai padroni ai danni di lavoratrici e lavoratori in presidio, contro chi ha ucciso Abd El Salam e Adil, e non ha pagato nulla di nulla!

Per chi lavora la Procura di Piacenza? Di chi fa gli interessi? Di certo non dei nostri, non della gente comune che fa sacrifici per portare uno stipendio a casa. La cosa ci indigna, ma non ci stupisce.

Lasciamo chi ha dei dubbi a interrogarsi su queste domande. Per tutte e tutti gli altri, quelle e quelli che hanno ben chiaro che cosa fare, non saremo invece noi a dare appuntamenti.

Gli appuntamenti li stanno già dando i sindacati USB e SiCobas sulle loro pagine e sui loro social.

E’ dovere di tutte e tutti noi partecipare ad ogni presidio, sciopero, picchetto, ad ogni azione possibile. Facciamo capire chiaramente a chi è alla regia di questa operazione che se l’obiettivo era spegnere il conflitto all’interno (magari per portare meglio la guerra fuori) questo è stato clamorosamente fallito.

 

Le lotte, le iniziative, le mobilitazioni, volevate spegnerle, si moltiplicheranno!
Tocca uno, tocca tutti!

 

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