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La voglia di De Luca di anticipare le elezioni è un indegno atto di sciacallaggio

C’è uno spettro che si aggira per l’Italia, quello delle elezioni. Mentre noi tutti affrontiamo la crisi sanitaria e quella economico/sociale, provando a contribuire al bene comune mettendo in campo la solidarietà, l’empatia, organizzandoci nei quartieri, nei paesi e nelle città, gli uomini che guidano le Regioni hanno fretta di andare a votare perché altrimenti, ci dicono, salterebbe la democrazia. Le elezioni andrebbero pertanto anticipate dall’autunno all’estate.

Fosse per De Luca, vivremmo in un perenne presente: crisi sanitaria, paura e angoscia. Perché così può speculare, può atteggiarsi a “uomo forte”, a “benefattore”, può sfoggiare il piglio decisionista, può fare il “guappo” nelle dirette FB (sempre senza confronto con la stampa, si badi bene!). De Luca, come gli omologhi Toti (Cambiamo, ex Forza Italia, Liguria) e Zaia (Veneto, Lega) vuole anticipare le elezioni per consolidare il proprio potere politico strumentalizzando la crisi. Vuole pagarsi la campagna elettorale e conservare il posto al sole attraverso il ricatto socio-economico, culturale, politico-costituzionale e morale. Vuole farlo a spese nostre.

 

De Luca vuole le elezioni il prima possibile perché ha paura del passato e del futuro.

Ha paura che ci possiamo ricordare l’austerità dei tagli all’istruzione precedente alla crisi e che ha debilitato il comparto scientifico e tecnico; il taglio dei fondi precedenti alla crisi che hanno ingolfato le infrastrutture pubbliche; l’abbandono di progetti e investimenti sociali precedenti alla crisi che hanno peggiorato la salute, la creatività e la competenza dei cittadini; l’abolizione delle garanzie per i lavoratori precedenti alla crisi che ci ha ridotti alla fame e senza risparmi.

E ha paura del futuro perché sarà tutt’altro che facile e che non è detto che la riproposizione di politiche di austerity sarà nuovamente accettata dai milioni che già oggi stanno soffrendo i morsi della fame.

Proviamo a essere seri, andando oltre il calcolo opportunistico di qualcuno. Come si può pensare a organizzare elezioni in una fase emergenziale? Come si fanno ad assicurare le libertà e i diritti democratici di tutti? Come si può garantire la partecipazione dei tanti e non dei soliti noti?

 

Se la Politica fosse intesa davvero come momento di protagonismo popolare non ci dovrebbero essere dubbi: le elezioni regionali andrebbero rimandate.

Per questo la comunità di Potere al Popolo! si oppone al possibile anticipo delle elezioni regionali in Campania, un ennesimo tentativo di abolizione della partecipazione. Siamo lavoratori, giovani usciti dall’indifferenza e dal cinismo, adulti maturati nelle esperienze del passato; ci siamo riuniti con l’intento di costruire un’arena davvero democratica, viva, vissuta. E quest’arena, la Politica, non può esistere con “l’uomo solo al comando”, perché mancherebbe l’attore fondamentale: il nostro popolo. De Luca teme che questo “spettro” possa manifestarsi nella vita reale e vorrebbe renderci sempre più impalpabili e impotenti, mere presenze on-line, buoni solo a un click o a un like.

Il coronavirus, i morti, la paura, l’ansia, non possono essere la scusa dietro cui si nasconde la smisurata voglia di De Luca di perpetuarsi al governo.

 

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