Potere al Popolo Parigi è tra i firmatari della tribune “Votre réforme, notre colère: encore des violences faites aux femmes” lanciata dalle studentesse e dagli studenti di GEPS en lutte e pubblicata su Mediapart: https://bit.ly/3aEPVBZ.
LA VOSTRA RIFORMA, LA NOSTRA RABBIA: ANCORA VIOLENZA CONTRO LE DONNE
DECODIFICA FEMMINISTA DEI DISCORSI GOVERNATIVI
Noi, student* degli studi di genere dell’Università di Mirail, non possiamo continuare a studiare quotidianamente i sistemi di oppressione e gli effetti disastrosi delle politiche neoliberali senza far sentire la nostra voce e quella dei dimenticat*. Mobilitat*contro la riforma delle pensioni all’interno del movimento sociale, ci pronunciamo per condividere la nostra analisi femminista della retorica del governo che proclama le donne come le “grandi vincitrici” di questa riforma.
Macron e il suo governo ci promettono una riforma più “universale”, “egualitaria” ed “equa”. Ne avremmo bisogno: gli uomini ricevono in media il 68% in più di pensione propria rispetto alle donne, circa 670 euro in più al mese. La riforma neoliberale di Macron rafforzerà le disuguaglianze esistenti, contrariamente a quanto si sta martellando. Tutt* ci rimetteranno, soprattutto le donne.
“Il governo presenterà nelle prossime settimane un piano di riforma del sistema pensionistico, i cui principali beneficiari saranno le donne”.
Marlène Schiappa, Segretario di Stato per l’uguaglianza di genere e la lotta contro la discriminazione
Le donne sperimentano carriere precarie e discontinue: disoccupazione, congedo parentale, lavoro a tempo parziale, discriminazione nelle assunzioni, il soffitto di cristallo e i divari retributivi. Perché dovrebbero pagarne il prezzo per il calcolo della loro rendita di vecchiaia? Prendere in considerazione l’intera carriera nel calcolo delle pensioni significa scegliere di discriminare ulteriormente le donne e condannarle a un lavoro precario a vita.
Per quanto riguarda la cosiddetta pensione “minima” di 1000 euro al mese, essa è riservata alle persone che hanno potuto avere una carriera completa, il che esclude di fatto molte donne. Per non parlare del fatto che il governo Macron non garantisce nemmeno una pensione al di sopra della soglia di povertà.
“Beh, non mi piace la parola “fatica” perché ti fa sentire come se il lavoro fosse noioso”
Emmanuel Macron, Presidente della Repubblica
Le condizioni di lavoro possono essere sofferenza, e l’ignoranza può essere violenza. La fatica e i diritti pensionistici che ne derivano sono pensati solo in termini maschili. Le donne sono spinte a lavorare principalmente nelle professioni di assistenza e servizi umani, dove non vengono riconosciute né le loro capacità né l’arduo compito svolto. Oggi, i criteri che consentono il pensionamento anticipato, si rivolgono a professioni che sono principalmente nel settore pubblico e che maschile: il 75% dei beneficiari sono in realtà uomini. Quando verrà riconosciutala fatica di questi lavori e i relativi diritti pensionistici?
“Chiarimento sulla pensione di reversibilità: nessun beneficiario attuale vedrà la sua pensione di reversibilità ridotta anche di un solo centesimo”.
Emmanuel Macron, Presidente della Repubblica
Il 90% dei beneficiari della pensione di reversibilità sono donne. Il governo Macron, innalzando l’età del diritto da 55 a 62 anni, priva le vedove di quella che spesso è la loro unica risorsa per la sopravvivenza. Riservando questa pensione alle persone sposate, ha anche scelto di discriminare altri stili di vita come la convivenza, PACS… Eliminando l’accesso alle persone divorziate e/o risposate, la riforma costringe le donne finanziariamente dipendenti a rimanere sposate. Lo Stato sta mettendo le vittime della violenza domestica ad un ulteriore rischio, che è ancora peggio quando la parità tra i sessi è la cosiddetta “grande causa del quinquennio”.
“Invito ogni coppia a riflettere e a rispettare l’autonomia finanziaria delle donne… lo Stato può attuare politiche pubbliche ma non può prendere decisioni per le coppie”.
Marlène Schiappa, Segretario di Stato per l’uguaglianza di genere e la lotta contro la discriminazione
La riforma prevede un aumento della pensione del 5% per figlio, che può essere condivisa o presa da uno dei due genitori. Sarà nell’interesse finanziario della coppia valutare la pensione più alta, spesso quella dell’uomo. Alcune madri potrebbero quindi non ricevere più alcun compenso: una grave battuta d’arresto per la loro autonomia finanziaria.
Oltre a mettere in discussione la loro indipendenza finanziaria, questa misura liberale nega l’esistenza di rapporti di potere all’interno delle coppie. Tutte le donne avranno davvero voce in capitolo nella condivisione del ricarico?
Con la scusa della necessità di bilancio, il governo sta attaccando le fondamenta del nostro sistema pensionistico. Questa riforma apre la porta alla capitalizzazione a scapito di un sistema basato sulla solidarietà. Pensata nel 1945 come una liberazione del lavoro, le scelte politiche di oggi la trasformano in “anticamera della morte”.
I veri grandi vincitori del sistema Macron sono ancora una volta i fondi pensione, le compagnie di assicurazione, gli eredi del patrimonio, i grandi capi, le élite?
Le vere grandi perdenti sono ancora una volta le donne, soprattutto quando le discriminazioni razziali, alla disabilità, alla povertà, alla sessualità, alla vecchiaia, alla maternità, ecc. si intersecano.
Per essere onest* il nostro sistema pensionistico deve essere ripensato. Questa riforma non è né universale, né equa, né egualitaria.
Quando questi principi sono marchiati come striscioni ipocriti, esigiamo una vera politica femminista!
Quando il governo sceglie di ignorare e reprimere il grido delle strade, cerchiamo di essere più numerosi e di gridare più forte!
Dagli studenti del Master GEPS in Lotta